Schuize: c'è un prestigiatore che dice 33 a Pietroburgo

Schuize: c'è un prestigiatore che dice 33 a Pietroburgo Schuize: c'è un prestigiatore che dice 33 a Pietroburgo RECENSIONE Luigi Forte CATAPULTARSI a Pietrobur�go insieme al tedesco di Dre�sda Ingo Schuize autore di 33 attimi di felicità è un viaggio fantasmagorico fra pagine di lette�ratura russa squinternate da una ventata di E. Th. Hoffmann. In questa raccolta di 33 racconti, frut�to di un lungo soggiorno dell'autore in quella città, ci sono in sottofondo Cechov e Nabokov, Gogol, Belyj e Bulgakov, miscelati in un cocktail dal gusto postmoderno e come fil�trati attraverso un film tipo Pulp Fiction. La malinconia si scatena in guizzi sulfurei, la visionarietà si deforma nel grottesco, l'evocazio�ne letteraria convive con le crudez�ze e follie del mondo attuale. Schuize è un mago del racconto: si è fatto le ossa su Raymond Carver e non poco ha appreso forse dal proprio lavoro di drammatur�go. Già in Semplici sto�rie, il secondo libro che Mondadori fece uscire per primo un paio di anni fa, esibiva una scrittura asciutta, dialoghi stringenti, plot dal tagho origina�le e ricco di tensioni. Un bestseller con cui il suo autore si affermò come disincantato e ironi�co cronista di una riunificazione tedesca fatta di spaesamento e disil�lusione. Nel libro d'esordio, 33 atti�mi di felicità, un vero omaggio ai maestri della narrativa russa che risale al 1995, anomalie e paradossi delll'epoca post-ideologica sono evocati attraverso ima straordina�ria galleria di ritratti: un universo formicolante di figure talvolta ap�pena abbozzate, di flash, di voci e destini che dilagano sulla pagina in modo irresistibile. Affascina subito non solo la magia del prestigiatore letterario, che miracolosamente ti�ra fuori dalla realtà ciò che un attimo prima ha sbirciato in qual�che pagina d'autore, ma soprattut�to il modo imprevedibDe, astuto, straniante con cui l'azione si sroto�la e coinvolge il lettore. Non c'è angolo di questo libro dove la misce�la di quotidiano e fantastico diventi incolore e inodore. Tutto qui è tentacolare: il linguaggio, l'acre fisi�cità, la luce scialba e cruda dei mattini invernali, l'azzardo dell'esi�stenza, il fiato greve di personaggi che sognano la felicità e patiscono la miseria. E dire che il libro viene presenta to come un manoscritto finito fortuRECENLuFo SIONE gi e nosamente in mano al suo autore: ma gh ap�punti del sedicente si�gnor Hoffmann sono 'itinerario picaresco ' del giovane Schuize nel vorticante, frantu�mato caleidoscopio di una città che è una splendida mappa letteraria. Anna Gavrinina, la vecchia cu�stode della Tass, a cui un bel giorno viene brutalmente sottratto un pro�fumo che potrebbe ridare un senso, un miracoloso olezzo al tramonto della sua vita, o la figura di Pavel, che accompagna sulla tomba della madre una giovane disposta, dietro pagamento, a fungere da fidanzata, sono patetiche icone di un'utopia alle prese con le asperità del mon�do. Figure gogoliane, dal cuore gran�de e dal destino minuto e patetico. Certo, c'è anche il racconto di Anto�nina Antonovna che, senza marito, non sa come tirare avanti con le tre giovani fighe. Vi soccorre un princi�pe azzurro americano che le spose�rà tutte e tre, avendo ciascuna il buon gusto di morire a tempo debito. Una fiaba, dolce come l'atti�mo di felicità provato dal sognatore Egorovic mentre si fa lustrare le scarpe o dal vecchio coperto di stracci in mezzo ad ima strada che una giovane donna assiste sessual�mente, ridandogli vigore e piacere prima del sonno etemo. E' il raccon�to finale, ohe riassume in uno stra�ordinario crescendo i tratti surreali e grotteschi della scrittura irrive�rente di Schuize. Con evocazioni granguignolesche e provocatorie: come l'uomo che si liquefa o la macabra orgia che sfocia in antro�pofagia o l'eliminazione di una banda di mafiosi che mima l'iperreahsmo di certo cinema americano. Qui sta il miracolo di una prosa fatta di artificio, abilmente assem�blata, venata di ironia e dolcezza, ma non senza luce, non senza spiragli e attese, pur fra menzogne, violenze e tradimenti. Come dice l'allievo Alésa al suo vecchio mae�stro: «Non vuoi conservare il desi�derio della vita?». E' l'interrogativo che muòve questo libro zeppo di inventiva, ma anche di gesti essenziali e quasi impalpabili, di voci che il destino ammutohsce. E in cui l'immagine del presente è tutt'altro che sfocata; anzi, debordante, a volte volgare e canaghesca. Una Russia che «puzza di for�maggio andato a male, sporcizia cronica e fumo di sigarette», con belle ed equivoche ragazze, dissi�denti un po' in affanno, monelli invischiati nel mercato nero e vec�chie teorie sul comunismo. Non è la fotografia di un paese, ma qualcosa di più: il risvegUo della fantasia che genera mostri e kermesse e cerca a tastoni 33 improbabili attimi di. feheità. Ingo Schuize Ingo Schuize 33 attimi di felicità d di hi Cb M gtrad. di Margherita Carbonaro, Mondadori, pp. 270, L 32.000 RACCONTI

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