Il mondo in guerra per l'«oro blu» di Carlo Grande

Il mondo in guerra per l'«oro blu» Il mondo in guerra per l'«oro blu» Il potere si misurerà con l'accesso alle risorse idriche Carlo Grande ROMA Se il '900 è stato il secolo del petrolio, il Duemila sarà quello dell'acqua, sempre più scarsa. La grande sete è iniziata da tempo, e prosegue: oggi oltre un miliar�do m uomini sono senza acqua potabi�le, ma per l'Onu nel 2025 potrebbero diventare i 2/3 dell'umanità. Per vivere ne servirebbero come minimo 5 litri al giorno a persona, 50 per parlare di condizioni decenti di vita. Ma per miliardi di persone è pura utopia. Per non parlare dei problemi di qualità del prezioso liquido: secondo l'Oms ogni anno l'acqua infetta uccide 2 milioni d�persone. La crisi è globale, colpisce dramma�ticamente l'Africa, aree enormi in Asia, America Latina e Caraibi, Come al solito, chi soffre di più è il Sud del Mondo: il consumo mondiale annuo di acqua è circa 4 mila miliardi di metri cubi (cioè, in media, 755 metri cubi per abitante della Terra), Nella realtà, uno statunitense ne consuma 2,150 metri cubi l'anno, un nigeriano appena 45, Nemmeno le zone più ricche sono al sicuro: Los Angeles, ad esempio «Chinatown» di Polanski insegna fior�grazie all'acquedotto Mulholland, agli inizi del secolo. Ma le coltivazioni intensive e il moltiplicarsi della popola�zione oggi rischiano di lasciare a secco la metropoli e la California del Sud, L'accesso alle risorse idriche provo�cherà dunque sempre più tensioni poli�tiche tra Stati e regioni. Le prime «guerre per l'acqua» sono dietro l'ango�lo, in qualche caso sono già cominciate: le dighe turche sul Tigri e l'Eufrate hanno messo in crisi, a valle, Siria e Iraq, Anche la feroce persecuzione dei curdi da parte di Ankara è legata all'acqua: i curdi controllano l'area più fertile del paese. Il possesso dell'uoro blu» ha il suo peso anche nel conflitto arabo-israeliano (il controllo di alcuni bacini, nel '67, fu una delle cause che scatenarono la Guerra dei sei giomi) e accende contra�sti violenti su Mekong, Nilo, Gange, Le grandi opere realizzate nel mondo (finan�ziate spesso dalla Banca Mondiale) sono soprattutto giganteschi oleodotti e grandi dighe per accaparrarsi l'acqua, con effetti collate�rali spaventosi: sommergono le foreste, cacciano migliaia di contadini, alimen�tano la corruzione. «Le grandi dighe stanno allo sviluppo della Nazione co�me le bombe nuc cari al suo arsenale militare», ha scritto lo scrittore indiano Arundahati Roy. Non sarà facile evitare l'esodo di intere popolazioni per fuggire sete, fame e miseria: bisognerebbe arrestare l'inquinamento di fiumi e falde, com�battere la desertificazione, provocata da monoculture e agricollura intensiva e dall'effetto serra. Molte regioni nel mondo soffrono per la mancanza d'ac�qua potabile, altre (o le stesse, in stagioni diverse) vengono devastate dalle inondazioni. Eppure, mentre i nostri sistemi fo�gnari o le tubature sprecano milioni di metri cubi d'acqua, l'esodo degli «extracomunitari», è già cominciato. Sarà grottesco, ma quando lo sciacquone getta via due o tre litri di acqua potabile non è insensato pensare all'allarme del Segretariato de la Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla siccità e alla desertificazione: «Entro dieci anni 67 milioni di disperali del Nord Africa e 145 milioni del Sahel si metteranno a marciare per sopravvivere». Fra pochi anni sarà inevitabile l'esodo di popolazioni in fuga dalla fame e dalla miseria L'inquinamento il primo nemico Conflitti In tutto II pianeta per il controllo delle risorse Idriche

Persone citate: Mulholland, Polanski