La guerriglia balcanica approda a Stoccolma di Enrico Singer
La guerriglia balcanica approda a Stoccolma La guerriglia balcanica approda a Stoccolma Il presidente macedone Trajkovski e Putin al vertice dell'Ile Enrico Singer inviato a STOCCOLMA La crisi macedone irrompe nel verti�ce dell'Unione europea riunito a Stoc�colma. Quella che doveva essere una parentesi di politica intemazionale, all'interno di un summit tutto dedica�to ai temi economici, si è trasformata nel capitolo più delicato sul tavolo dei capi di Stato e di govemo dei Quindici. Se ne parlerà con il presi�dente russo, Vladimir Putin, ospite al pranzo di oggi. E se parlerà soprattut�to con il presiente macedone, Boris Trajkovski, che arriverà nel pomerig�gio. L'allarme è forte: ci sono 40 mila soldati della Nato nei Balcani, i due terzi vengono dai Paesi della Uè e rischiano di trovarsi al centro del nuovo incendio che si sta sviluppan�do. «Dobbiamo far sentire alla Mace�donia che l'Europa è al suo fianco e dobbiamo far capire agli estremisti armati dell'Uck che la violenza non li porterà lontano», ha detto il presiden�te della Commissione, Romano Pro�di. «Solo due anni fa egli ha aggiunto una crisi simile a quella attuale in Macedonia avrebbe portato imme�diatamente a una guerra»: l'accre�sciuta presenza di Uè e Nato nella regione «aiuta a limitarne» la porta�ta. E' la posizione che i Quindici ribadiranno a Trajkovski, che sbar�cherà a Stoccolma accompagnato dal�la folta delegazione europea rimasta per tutta la giornata di ieri a Skopje per rendersi conto sul terreno della situazione. Nella capitale della Mace�donia la Uè ha inviato l'Alto rappre�sentante per la politica estera e la sicurezza, Javier Solana, il commis�sario per le relazioni esteme, Chris Patten, il ministro degli Esteri svede�se, signora Anna Lindh, e quello belga, Louis Michel. Una missione di alto livello, che ha fatto una sosta anche a Pristina, in Kosovo, dove ha incontrato il leader moderato albane�se Ibrahim Rugova, e i responsabili della Kfor. I primi risultati degli incontri degli emissari europei sono già rim�balzati a Stoccolma. C'è grande allar�me per la situazione militare, che viene onnai definita «di conflitto», tra l'Uck e le forze armate macedoni; c'è poca fiducia nelle promesse di cessate il fuoco da parte degli estremi�sti albanesi; ma c'è anche la speranza che la crisi possa essere ricondotta «in un tempo ragionevolmente bre�ve» sul binario della trattativa. Que�sto a condizione che la Kfor riesca a bloccare le infiltrazioni dei miliziani Uck lungo la fascia di sicurezza al confine tra Kosovo e Macedonia e che l'offensiva dei militari macedoni ricacci oltre frontiera gli uomini dell'Ukc. E' una missione giudicata non impossibile. E alla portata delle forze già in campo. In altre parole, la Uè non vuole inviare nuove truppe nei Balcani come ha richiesto il segreta�rio generale della Nato, Lord Robert�son. Del resto gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, per bocca dei loro ministri della Difesa, Donald Rumsfelde Geoffrey Hoon, hanno già risposto «no» a Lord Robertson suggerendo che le (muove esigenze tattiche» al confine tra Kosovo e Macedonia siano risolte con spostamenti delle unità esistenti della Kfor. Al termine dell'incontro di oggi con il presidente Trajkovski è attesa una dichia�razione dei capi di Stato e di go�verno che -alme�no dalle indiscrezioni dovrebbe contenere tre punti. Condanna degli attacchi al�la Macedonia, so�stegno di una soluzione politica, esclusione di un intervento diretto della Nato in territorio macedone. La nuova crisi nei Balcani comphcherà anche il dialogo con Putin. Il presidente russo è stato invitato al summit europeo perché la Uè vuole rinsaldare i rapporti con la Russia del dopo-Eltsin. E vuole, in particolare, esplorare tutte le possibilità di coope�razione economica e commerciale verificando lo stato delle riforme avviate da Mosca. Da parte russa l'attenzione per l'Europa è stato mol�tiplicato negli ultimi mesi dalla paral�lela crisi nei rapporti con gli Stati Uniti di George W. Bush che è esplosa su diversi fronti: dallo scudo stellare alla guerra delle spie, fino ai contatti americani con i secessionisti ceceni. Una coincidenza d'interessi che po�trebbe anche far salire le azioni dell'amicizia tra Russia ed Europa. Elementi di tensione, però, esistono. Ci sono quelli ormai tradizionali: i sospetti di Mosca verso l'allarga�mento dell'Unione europea a Paesi una volta nell'orbita sovietica come la Polonia o addirittura membri della ex Urss, come i Paesi baltici. E ce ne possono essere di nuovi, inne�scati proprio dalla crisi macedone. Putin ha già detto che quanto sta facendo la Nato per fermare gli estre�misti dell'Uck «somiglia molto» à quanto fa l'esercito russo in Cecenia. Paragone scomodo, dal momento che proprio oggi Prodi inviterà Putin al rispetto dei diritti umani nel conflit�to ceceno. Senza contare che la Rus�sia rimane l'alleato naturale dei serbi e che E ministro degli Esteri, Igor Ivanov, è stato accolto l'altro giorno a Tirana con striscioni che dicevano: «No al panslavismo russo nei Balca�ni». Il premier russo Vladimir Putin (foto) con il presidente della Macedonia a Stoccolma ha rubato la scena alle riforme dei mercati, del welfare edellanèweconomy
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