Così ì «cacciatori di teste» scelgono i candidati azzurri

Cos��«cacciatori di teste» scelgono i candidati azzurriLA STRATEGIA DEL CENTRODESTRA PUNTARE SUI GRANDI NOMI DELLA BUROGRAZIA Cos��«cacciatori di teste» scelgono i candidati azzurri ROMA IL suo carnet politico è ricco. E' stato alla corte di Ugo La Malfa, fondatore dell'Italia dei valori con Antonio Di Pietro, poi consighere di Lamberto Dini e, da ultimo, ancora oggi è l'om�bra inseparabile di Antonip Maccanico, ministro delle Riforme istituzionali nel governo dell'Uli�vo. Eppure Luigi Tivelli è stato esaminato qualche giorno fa da uno dei cacciatori di teste di Silvio Berlusconi per un posto in lista. «Non Bruno Ermolli, il super consulente del Cavaliere che non si occupa più di queste cose precisa subito lui -, ma da un ex direttore generale della Benetton che fa parte di quel gruppo di dieci selezionatori che hanno scelto i candidati alle regionali e portato il centro-de�stra alla vittoria. E proprio lui mi ha detto di non aver mai esaminato un candidato come me. Dove vado? Se è disponibile, un collegio del Nord. Non certo a Roma perché non voglio fare uno sgarbo ad un uomo di Tajani». Tivelli è raggiante e non dà nessun peso alle sue contraddi�zioni, al fatto che lavora nel governo dell'Ulivo mentre si pre�para a candidarsi per il Polo. Lui parla della sua scelta di coscien�za con voce ferma. Ha un tremi�to solo quando gli viene ricorda�to il suo passato nell'Italia dei valori: servire prima D�Pietro e poi Berlusconi è come andare a braccetto con San Pietro e Bel�zebù. «Ma io con Di Pietro ci sono stato solo due mesi si scusa lui -. Ero interessato ai valori perché sono abituato a ragionare per programmi. L�c'era il nome ma alla fine ho capito che c'era solo quello. Poi sono stato con Dini che, anche se mi ha maltrattato, deve a me il fatto che un editore gli ha pubbhcato il suo libro. Il centro-sini�stra però è vecchio, invece par�lando con Tramonti e Urbani ho capito che nel centro-destra qual�cosa di nuovo c'è». Sarà. Ma a Montecitorio si ricordano che Tivelli ha scoperto il centro-destra solo quando so�no cominciati a girare i primi sondaggi che prevedevano la vit�toria di Berlusconi. Da allora come assistente di un ministro dell'Ulivo è andato a raccontare agli esponenti del Polo le nomine che Amato, D'Alema e soci han�no imposto negli alti ranghi della pubblica amministrazione. «Quelli stanno occupando tut�to», ripete ancora oggi. In fondo non è solo. C'è un'intera catego�rìa di dirigenti medi dello Stato che emigrano puntualmente da uno schieramento all'altro puntando sul vincitore di turno. Gente come il «portavoce» di Dini, Massolo, che oggi non s�stanca di ripetere: «Io sono stato anche con Berlusconi a Palazzo Chigi». Oppure come Mauro Ma�si che sempre l'attuale ministro degli Esteri ha portato a capo del dipartimento per l'editoria di Palazzo Chigi. Proprio Dini infa�stidito dal suo movimentismo gli ha posto un aut-aut: «Lei deve stare o di qua o di là». E l'altro senza scomporsi gli ha risposto: «di là». Il centro-destra, non avendo grandi nomi nella burocrazìa, sta mettendo gli occhi proprio su questa specie di personaggi, di�ciamo di frontiera. «Monorchio racconta Tivelli -, con cui ho scritto un libro, mi ha detto che non s�candiderà. A Berlusconi fa comodo uno che gli tenga d'oc�chio i conti alla ragioneria dello Stato. Un domani avrà la presi�denza di una banca. Catricalà, invece, che ha lavorato con.Urbani e con Meccanico, sarà grazie al centro-destra il prossimo se�gretario generale dell'Authority per le telecomunicazioni. Men�tre Malinconico, che ha lavorato con Ciampi, per bontà del Polo andrà alla Corte europea dei diritti dell'uomo tagliando la strada a quel comunista di Vladi�miro Zagrebelsky». Nel mare della burocrazia il Polo sta pescando anche le sue candidature. E' il massimo che Berlusconi si concede. E già questa volta non ci saranno nomi famosi nelle liste dell'Uli�vo e in quelle della Casa delle libertà. Il centro-sinistra ha po�chi posti sicuri per poterli regala�re e la storia delle candidature si riduce alle riflessioni profonde con cui Giuliano Amato ha rifiu�tato una settimana fa il posto in, lista e ai ragionamenti stringen�ti con cui l'altro ieri lo ha accetta�to. «A parte le scenate di Mastel�la confida il socialista Villetti seduto in permanenza al tavolo delle trattative qui c'è un'aria da funerale». Nel Polo, invece, l'unica cate�goria dello spirito che viene premiata è quella della fedeltà. Cos�un nome illustre come Lu�cio Colletti rischia, a meno che non accetti di finire in una lista civetta con La Malfa. Un po' di deputati lombardi dovranno la�sciare il posto: «Oltre a me racconta uno dei possibUi trom�bati, Rossitto rischiano di rima�nere fuori Lo Jucco, uno degli uomini di Publitalia, e Annama�ria De Luca, quella che si veste come una nigeriana». Calderisi dovrebbe essere dentro per il rotto della cuffia mentre Marco Taradash potrebbe rimanere fuori. Saranno candidati, inve�ce, l'ex ambasciatore all'Onu Pulci e, per i Ccd, il mezzo�busto Pionati. Eppoi tanta gente disposta a dire signors�per la felicità del segretario organizzativo di For�za Italia, Scajola. GenJ te come Raimondo Grazzi, detto «er po| mata», un architetto f romano che da giorni m fa l'anticamera nel pa�lazzo di via del Plebi�scito sperando che alla 1 fine ci scappi un posto f?k anche per lui. Appunto, «er po�mata» o Tivelli all'insegna della fedeltà potreb�bero essere pre�feriti a Colletti secondo il codi�ce che va di mo�da. «L'esclusio�ne di Lucio? Sa�rebbe una stupi�daggine che po�trebbe essere fi�glia solo del modo di pensare di Scajola si lamentava ieri con foga Gustavo Selva di An -. Io che sono stato nella De quello lo conosco bene: con lui non siamo alle terze file democristiane, ma alle seste. E' uno che pensa solo alla fedeltà. Grazie a Scajola nel prossimo Parlamento non avre�mo né professori né intellettuali né uomini illustri. Ma io penso che possono essere fedeli, a loro modo, solo le persone intelligen�ti. I cretini sicuramente no». Per le riconferme viene premiata soltanto la fedeltà. Rischiano di star fuori Taradash e Colletti Selva protesta: la sua esclusione sarebbe una stupidaggine In lista l'ex ambasciatore Pulci e il giornalista Rai Pionati (Ccd) Tra gli emergenti Luigi Tivelli ex consigliere di Dini e oggi del ministro Maccanico, dopo una parentesi accanto a Di Pietro «Ma ci sono stato solo due mesi» NOMI DELLA BUROGRAZIA este» scelgono i candidati azzurriDa sinistra Lucio Colletti e Claudio Scajola mmmméi Tra gli emeex consiglidel ministruna paren«Ma ci son Da sinistra Lucio Colletti e Claudio Scajola

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