Condannati De Lorenio e Di Ponato

Condannati De Lorenio e Di Ponato Gli ex ministri accusati di concussione, per 15 assoluzione o reati prescritti Condannati De Lorenio e Di Ponato Napoli, per le tangenti sui lavori dei Mondiali '90 NAPOLI Il processo per te tangenti sulle opere realizzate a Napoli in occasione dei Mondiali di calcio del 1990 si è chiuso con la condanna, per concussione, de�gli ex parlamentari e ministri Francesco De Lorenzo (5 anni e 6 mesi) e Giulio Di Donato (6 anni). I giudici delta quinta sezione del tribunale di Napoli (presidente Carlo Spagna) han�no accolto soltanto due dette nove richieste di condanna avanzate dal Pm nei confronti di altrettanti ex parlamentari. La sentenza rappresenta una delle primo applicazioni della riforma sul giusto processo ap�provata nei giorni scorsi. Il tribunale ha infatti potuto uti�lizzare, come prova a carico, soltanto le ammissioni dei coimputati che hanno confermato in aula te dichiarazioni rese nel corso dette indagini. Al processo solo il segretario dell'ex ministro della Sanità Francesco De Lorenzo, Giovan�ni Marone, e l'ex assessore ai Lavori Pubblici del comune di Napoli, Silvano Masciari hanno accettato di rispondere. Il tribunale ha invece dichia�rato prescritte, riconoscendo le attenuanti, te accuse di corru�zione contestate agli ex parla�mentari Alberto e Antonio Ciampagtia, Vincenzo Meo, Carlo D'Amato, Berardo Impegno e Ugo Grippo. Nei loro confronti il Pm ave�va chiesto condanne a pene comprese tra i 5 anni e 6 mesi e i 4 anni. Infine, sono stati assolti Giuseppe Russo, Giuseppe Ga�lasso, Vincenzo Scotti, Salvato�re Varriale e Felice lossa. Russo, Galasso, Scotti, Var�riale e tossa sono stati assolti da tutti i capi d'imputazione contestati; per gh altri ex parlamenta�ri il Tribunale ha applicato la prescrizione per alcune accuse, mentre li ha assolti da altre. Prescritte anche le accuse contestate all'ex assessore Vin�cenzo Motisso e agli imprendito�ri dirigenti della cooperativa Editter Marco Casalini e Gior�gio Saltini. In dibattimento molti degli imprenditori coinvolti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Il processo rappre�senta uno stralcio di altri tre procedimenti, tutti conclusi in primo grado, nel corso dei quali è stata accertata l'esistenza di accordi tra partiti e imprese per la spartizione di appalti e tan�genti. Secondo i patti, gli esponenti politici segnalavano le imprese da inserire nei lavori e le impre�se ricambiavano versando som�me di denaro. (r. i.]

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