«Crisi americana più grave del previsto» di Paolo Baroni

«Crisi americana più grave del previsto» «Crisi americana più grave del previsto» Duisenberg teme un «contagio». Ancora giù Borse ed euro Paolo Baroni MILAK0 Lo spettro della recessione opprime i mercati e il dollaro schiaccia di nuo�vo l'euro. «Dopo parecchi anni di crescita economica impressionante ha avvertito ieri il presidente della Ree Wim Duisenberg il rallentamen�to economico negli Usa potrebbe essere più forte del previsto con implicazioni per l'espansione deU'economia mondiale e quindi di Eurolan�dia». Una crisi profonda, dunque, che potrebbe presto diffondersi. Segnali negativi in questo senso non manca�no. Già a gennaio, infatti, la produzio�ne industriale dei 15 ha subito un calo deU'1,9% (-l,807o in Italia), im dato questo «sporcato» da alcune nnonalie statistiche. Anche il dato rettificato (-t-5,l"Zo su base annua) viene però giudicato insoddisfacente dagli esperti. La frenata dell'econo�mia emerge evidente anche dalle cifre sull'occupazione nelle grandi imprese industriali italiane che nel 2000 hanno fatto registrare un calo del 2,20zu degli occupati, ben 18mila posti bruciati solo a dicembre. Dalla Germania un terzo segnale negativo: l'indice Ifo, che misura la fiducia delle imprese, a febbraio ha subito una brusca caduta passando da 97,5 a 94,9 punti. Per i prossimi sei mesi la previsione indica perciò «cattivo tem�po». Occhi di nuovo puntati sull'Ameri�ca dunque, dove mercati ed analisti faticano ancora a digerire la decisio�ne prfra dalla Federai Reserve di tagliare il costo del denaro di appena mezzo punto. E occhi puntati sull'Eu�ropa e su Francofone dove si spera (e si preme) per un intervento di riduzio�ne dei tassi quanto meno analogo a quello Usa. La Bce, però, da questo orecchio non ci sente. Ancora ieri, infatti, il presidente dell'eurobanca ha sostenuto che «in questa fase alcuni fattori continuano a indicare prudenza» sull'evoluzione dei prezzi. «Wait and see» è lo slogan che Duisen�berg ama ripetere da settimane: at�tendere e osservare. Intanto, però, non solo la situazio�ne congiunturale da segni sempre più evidenti di difficoltà ma anche i mercati continuano a soffrire. Il bru�sco calo fatto registrare da Wall Street subito dopo l'annuncio di Greenspan ieri si è infatti tradotto nel�l'ennesima giornata nera per tutte le principali piazze finanziarie su cui ha pesato un nuovo crollo dei titoli tecnologici e delle tic. Unica eccezio�ne Tokyo: la borsa giapponese, infat�ti, beneficiando del «costo zero» del denaro, ha messo a segno uno strepi�toso rimbalzo recuperando quota 13.103 punti (4-7,490Zo) e realizzando il maggior rialzo degli ultimi tre anni. In Europa, invece, solo Zurigo e Milano sono riuscite a limitare le perdite. La chiusura peggiore si è registrata a Francoforte con l'indice Dnx in calo del 2,830Zo a quota 5.631, mentre a Parigi il Cac-40 ha ceduto il 2,230A a 5023,76 punti. Male anche il listino londinese Ftse 100 che ha lasciato sul terreno n,970/., a 5535,6 punti. Lo Smi di Zurigo si è fermalo a quota 6.965 punti (-l,450Zn), mentre il Mibtel, grazie al rimbalzo di Eni, Enel, ha chiuso a 26.38l(-l,03oZn). Malissimo il Nuovo Mercato in calo del 3,1394. Per i titoli telefonici quella di ieri e stata davvero una giornata da dimenticare. Ecco il bollettino di guerra: Deutsche Telecom -6,rZo, France Telecom -6,9707o, Kpn -7,90Zti, British Telecom -5,50Zo, Tiscali -5,26';ò, Telecom Italia-l,35"Zo, Tim il 2,6704,, Ericsson e Nokia -7,90Zo. Male anche l'America che ieri ha dovuto incassare l'aumento superio�re alle attese H-0,3W) dei prezzi al consumo. Questa, infatti, è una noti�zia non buona soprattutto se vista in prospettiva, dal momento che solle�vando timori per l'inflazione, allonta�na la possibiltà di una nuova riduzio�ne dei tassi prima della prossima riunione del Fed. A fine giornata il Nasdaq ha lasciato sul terreno un altro l,440zo (con l'indice a quota 1.830 punti) mentre U Dow Jones ha perso il 2,380Zo ed ha chiuso a 9.489. Motivando il taglio dei tassi Greenspan marted�aveva parlato espheitamente di un possibUe ulteriore rallen�tamento della crescita economica. Una conferma in questo senso è venuta proprio ieri dai licenziamenti programmati da Oracle, Procterfr Gamble ( 10-20miIa posti) e Doublecli�ck. A dominare la seduta di WaU Street, in particolare, sono stati però i conti dei grandi broker duramente penalizzati dai continui rovesci dei listini. Dopo Goldman Sachs, che marted�ha lanciato un profit warning, ieri è toccato ad altre importan�ti banche d'affari comunicare un rallentamento dei loro risultati. Mor�gan Stanley Dean Witter, Lehman Brothers, Bear Stearns e A.G. Edwards hanno denunciato profitti in fortis�simo calo, anche del 400Zo rispetto all'anno precedente. Quella di ieri è stata una giornata pesante anche per l'euro che in sera�ta ha accentuato la sua debolezza sino a scendere a ridosso dei minimi del 2001 sul dollaro. La valuta unica europea è stata scambiata infatti fino a 0,8943 dollari (il minimo deU'anno è a quota 89,11 3 :nts). Due le ragioni della nuova «crisi»: il rafforzamento del dollaro e i nuovi timori di un possibile rallentamento dell'econo�mia del Vecchio continente. Nuova giornata nera per l'hi-tech Nasdaq -l^, Nuovo mercato -3,29^ Male anche il Dow Jones (-2,4^) Tokyo rimbalza e guadagna il 7,5^ Frena a gennaio la produzione industriale dei quindici Ancora in calo (-2,296) gli occupati nelle grandi imprese italiane Il presidente della Banca Centrale Europea Wim Duisenberg

Persone citate: A.g. Edwar, Ameri, Bear Stearns, Duisenberg, Ericsson, France Telecom, Green, Stanley Dean Witter, Wim Duisenberg