CANA Un pittore al CnrLETTO Cnr

CANA Un pittore al CnrLETTO Cnr CANA Un pittore al CnrLETTO Cnr Roberto Àntonetto L Canaletto, celebre pit�tore veneziano nato nel 1697 e morto nel 1768, I le cui vedute raggìUpgono oggi alle aste quotazionfeìmpiamente superiori al miliarab, è stato per cos�dire assoldato dal Consiglio Nazionale delle Ri�cerche di Padova, nella persona del professor Dario Camuffo e dei suoi collaboratori dell'Unità ope�rativa di Climatologia e Microcli�matologia. Da decenni l'Istituto di Camuffo sta ricostruendo le vicende climatiche e le calamità naturali che hanno colpito l'Italia nei secoli scorsi e ne immette le descrizioni in una imponente banca dati. In questo archivio è entrato ora anche Canaletto, per quanto riguarda i livelli di marea a Venezia nel Settecento. In alcu�ne decine di suoi dipinti che rappresentano i canali veneziani è ben visibile sopra il pelo dell'ac�qua una striscia di colore brunastro, il "comune marino", o se voghamo il bagnasciuga. La colo�razione è data da un tipo partico�lare di alghe bruno-verdastre che, per vivere, hanno bisogno di acqua e di luce: un valido indica�tore biologico del livello medio del mare. Quei dipinti dunque ci dicono quanto il "comune mari�no" è andato salendo, il che per�mette di valutare l'effetto combi�nato dei due fenomeni della sub�sidenza cioè dell'abbassamento del suolo di Venezia e dell'innal�zamento del mare (per inciso, ima grande mostra delle opere del giovane Canaletto si è appena aperta alla Fondazione Cini). Ma che valore dare alle rappre�sentazioni di un artista se, per definizione, l'arte è governata dalla trasfigurazione emotiva del�la realtà e non obbedisce a criteri di documentazione? Elevato, risponde Camuffo, e propone un argomento che, se non è una sorpresa per gli storici dell'arte, lo è certo per la grande maggio�ranza di tutti noi. Canaletto infat�ti per le sue vedute si aiutava con un ausilio tecnologico, una came�ra oscura. Non era il primo. Di una embrionale camera oscura si avvalevano già Leonardo da Vin�ci, Albrecht Dùrer e altri artisti rinascimentali per riprodurre con esattezza le prospettive ar�chitettoniche. All'inizio del XVII secolo la prodigiosa scatola munita di len�te era stata migliorata e resa più pratica: nel fascio dei raggi lumi�nosi che attraversava la scatola passando attraverso l'obiettivo era stato applicato uno specchio inclinato di 450, in maniera che l'immagine andasse a formarsi su di una lastra di vetro orizzon�tale, sulla quale il pittore ne poteva seguire le linee con la matita. In questo modo un pae�saggio si trasferiva esattamente su carta o altro supporto. In studio, poi, il pittore aggiungeva i colori e completava l'opera. Questa tecnica permetteva a Ca�naletto una grande velocità di esecuzione, e quindi la produzio�ne imponente che gli era necessa�ria: non c'era infatti in tutta la erenssma pttore psussa�to di richieste. Il Museo Correr di Venezia conserva una camera simile che si vuole sia proprio quella da lui usata. Il risultato di tutto questo dicono a Padova è per noi ima buona attendibilità "fotografica" delle sue vedute: e la stanno mettendo a frutto, valu�tazione storico-artistica a parte, perché sarebbe molto ingiusto ridurre l'artista veneziano ad un produttore ante-htteram di carto�line illustrate. La ricerca è in corso, e conclu�sioni definitive non ci sono anco�ra. Le osservazioni e i calcoli fatti finora grazie al pittore permetto�no però di anticiparne una. Nel Settecento la subsidenza di Vene�zia era minima, sostanzialmente uguale a quella che si riscontra in tutto l'Ottocento. E' una confer�ma. Soltanto nel Novecento il suolo della città incomincia a sprofondare rapidamente, con le conseguenze che tutti conoscia�mo in termini di "acque alte" sempre più alte e frequenti. Sono del seco o appena trascorso infat�ti le estrazioni di enormi masse d'acqua dal sottosuolo per usi industriali (ora fortunatamente cessate) e lo scavo in laguna dei canali per il passaggio delle petro�liere. La subsidenza non è affatto un fenomeno "naturale". LE VEDUTE LAGUNARI DIPINTE NEL'700 PERMETTONO DI RICOSTRUIRE MAREE. ACQUA ALTA E CLIMA DEL PASSATO IL GRANDE ARTISTA DEL 700 DIPINGEVA IL PAESAGGIO SERVENDOSI DI UNA CAMERA OSCURA: I SUOI QUADRI RIVELANO CHE FINO A 100 ANNI FA VENEZIA SPROFONDAVA DI POCO, POI CE' STATA UN'ACCELERAZIONE CNA Un pittore al CnrLETTO CAMERE OSCURE m Camera ottica portatile conservata al Museo Correr di Venezia (da Terisio Pignatti, «Canaletto», Edizioni Capitol, Bologna, 1979). La camera oscura utilizzata dal pittore veneziano era probabilmente molto simile a questa. ■ Un altro tipo di camera oscura raffigurata nel «Traité de Physique» del Ganot, pubblicato a Parigi nel 1861. La fotografia era stata inventata pochi anni prima e le camere oscure avevano quindi trovato una nuova applicazione. b Le prime camere oscure non avevano una lente ma soltanto un forellino da cui entrava la luce (foro stenopeico). Per la natura fisica della luce, il foro stenopeico forma una immagine rovesciata della scena antistante. In un secondo tempo si applicò una lente, come nelle attuali macchine fotografiche. Qui vediamo un'altra camera oscura riprodotta nel «Traité de Physique» di Ganot (1861 ). QUANDO L'ARTEDIVENTA UN DOCUMENTO SCIENTIFICO dellacqua lagunare C «Il cortile degli scalpellini», un quadro del Canaletto che si presta a rilievi sulle maree e sull'acqua alta a Venezia nel Settecento: negli ingrandimenti si notano infatti le tracce lasciate dal sollevamento dell'acqua lagunare

Persone citate: Albrecht Dùrer, Dario Camuffo, Pignatti