L'informatica dell'Olocausto: nell'inferno dei lager l'Ibm fu complice di Hitler? di Fabio Galvano

L'informatica dell'Olocausto: nell'inferno dei lager l'Ibm fu complice di Hitler? L'informatica dell'Olocausto: nell'inferno dei lager l'Ibm fu complice di Hitler? RECENSIONE Fabio Galvano DA una parte quebo che è og�gi un colosso deb'informatica, l'Ibm, dab'altra la macchina di sterminio deba Germania nazi�sta. La questione è: quale il confine fra vabda gestione commerciale, sublima�ta in chiave americana dab'esigenza di fare «affari a ogni costo», e la compbcità neb'uccisione di miboni di ebrei nei campi? La tesi di Edwin Black, giornalista americano figbo di ebrei polacchi che neb'Olocausto perse i nonni, è che lo sterminio si resse sube schede perforate e sube macchine per la loro lettura le celebri Hollerith D-U d'anteguerra fomite daba casa americana attra�verso la consociata tedesca Dehomag: nei campi di Auschwitz, di Buchenwald, di Dachau, di Mau�thausen. Già repbcano al suo librodenuncia L'Ibm e l'Olocausto fior di studiosi, secondo i quab di com�pbcità si sarebbe trattato se l'Ibm avesse fornito (come non fece) un vero e proprio pacchetto tecnologi�co per lo sterminio e soprattutto se fosse stata a conoscenza di quanto accadeva, mentre invece quei mac�chinari erano disponibib a chiun�que, in ogni parte del mondo. Per�ché di questo passo, sostengono i critici di Black, si potrebbe oggi incriminare anche chi forn�l'inchio�stro con cui venivano scritte le liste e gb ordini di morte. La questione non è cos�sempbce, anche perché b «patron» dell'Ibm, Thomas Watson, mise un certo entusiasmo nebe forniture aba Germania nazista, fin da quan�do i suoi lettori Hoberith (dal nome di Herman Hoberith, che aveva brevettato b sistema e poi venduto la società) servirlo al censimento del 1933 che per la prima volta classificò una nazione anche in termini di razza, specificando nell'infame colonna 22, caseba 3 chi era ebreo; tanto che nel 1937 Hitler in persona vobe insignirlo di una medagba fatta coniare apposta RECENFaGal SIONE io ano per lui (e che soltanto a guerra inoltrata, sotto pressione dal diparti�mento di Stato, Wat�son restituì). Resta b fatto che anche durante b con�flitto e l'Olocausto b campo di Dachau rice. veva regolari fatture mensib per le schede fomite dall'Ibm (una volta usate, venivano utilizzate sul rovesdo per le annotazioni manuali dei decessi). E se poi non fosse vero che le macchine Hoberith furono usate neb'infemo di Auschwitz a negar�lo è niente meno che Franciszek Piper, direttore del museo di quel campo di sterminio resta b fatto che altrove esse furono fondamentab: in molti casi b numero tatuato sui prigionieri fu quebo «scelto» dabe macchine. Quel che appare più grave, neba minuziosa ricostruzione di Black attraverso 20 mba documenti, è la posizione di Wiby Heidinger, fonda�tore deba Dehomag a cui erano stati conferiti i diritti tedeschi per le Il giornalista Edwin Black accusa l'azienda americana di aver fornito ai nazisti, tramite i soci tedeschi, le schede perforate e le macchine per la «contabilità» dello sterminio macchine Hoberith. Non solo accet�tò la presenza di un SS, Edmund Veesenmayer, come rappresentan�te di Hitler nel comitato consultivo deb'azienda, ma diede a più riprese un chiaro segnale deba sua fede nazista. Parlò di «una missione sacra» quando nel 1934 fu maugurato a Lichterfelde b nuovo stabbimento Dehomag. Ma andò oltre, dando la sua piena adesione abe teorie deba razza: «Il medico disse esamina b corpo e verifica che tutti gb organi funzionino in modo da garantire b benessere deb'intero organismo. Noi siamo molto simili a medici perché sezioniamo, cebula dopo cellula, b corpo deba cultura tedesca. Indichiamo ogni singola caratteristica su una piccola sche�da. Non si tratta di schede morte. (...) Siamo orgogbcsi di poter contri�buire a tale compito, un compito che fornisce al Medico deba nostra nazione (al Fuehrer; ndr) b materia�le necessario ai suoi accertamenti. Egb potrà abora stabbire sé i valori calcolati sono tab da garantire la salute del nostro popolo. In caso contrario potrà prendere misure correttive per guarire b male». Agghiacciante. Peggio, Watson lesse quel discorso e da New York gb telegrafò congratulandosi per la «quabtà» del suo lavoro e la «chia�rezza» con cui aveva «espresso i suoi sentimenti». Le sue simpatie erano chiare. Anche a Mussolini rese omaggio: «Grande leader», un «pioniere» da cui l'Itaba «trarrà grandi benefici». Ma era abbastan�za «allineato» da diventare co.mpbce debo steraunio? Watson avrebbe in seguito so�stenuto che nel mondo degb affari si fa quebo che si può, quando si può. In una logica strettamente mercantbe va riconosciuto che ag�con acume eccelso. Negb anni della guerra, sebbene avesse lui b 9007o debe azioni, riusc�a far figura�re tedesca la redditizia azienda per evitare una confisca da parte del Hitler e al tempo stesso dimo�strò a Washington di non avere alcun potere su quella società «straniera». Intascò regolarmente gb utib, dopo la guerra riusd addirittura a farsi pagare gli arre�trati sugb investimenti effettuati in Germania con quegb utib e, con fondi americani, ottenne b recupe�ro di tutte le macchine (che in quel momento, stranamente, erano di�ventate «americane»). Riuscì, con artifizi contabib, a far passare tutto sotto l'egida della sua filiale svizzera. E fu lui a provvedere l'interpretariato al processo di No�rimberga: quale migbore prova deba sua fede democratica e ameri�cana? Restano i fatti. Dieci miboni di ebrei classificati da quelle macchi�ne (anche se poi la morte di molti dei sei miboni non rispose aba logica delle schede perforate ma al gusto sadico deba violenza, ab'impulso, a una pabottola qualsiasi). «Senza i macchinari Ibm, la manui tenzione continua e b rifornimento di schede perforate afferma Black i campi di Hitler non avrebbero mai potuto eseguire i loro terrifi�canti compiti come invece fecero». A Dachau c'erano una ventina fra tabulatrici e perforatrici; ogni cam�po aveva un codice (Auschwitz era 001, Buchenwald 002, Dachau 003) e ogni prigioniero suddiviso in 16 categorie: pobtico, rebgioso, omo�sessuale, comunista spagnolo, ebreo, asociale, recidivo, zingaro, o addirittura «destinato a un'esecu�zione discreta». «Non si trattava di antisemiti�smo, era soltanto una questione di soldi», sostiene lo storico america�no Abraham Peck. «Pecunia non olet, il denaro non puzza», gb fa eco b professor John Kber che a Lon�dra insegna storia dell'ebraismo moderno. Secondo lo storico tede�sco Lutz Klinkhammer b «caso Ibm» sembra da inquadrare fra tutti i precedenti di cobaborazionismo industriale, accanto a nomi come Dresdner Bank o Krupp. Ma Edwin Black non si lascia smonta�re. La Dehomag, insiste, «progettò, creò e forn�l'automazione per la distruzione umana». Edwin Black L'Ibm e l'Olocausto trad. di Roberta Zuppet e Sergio Mancini, Rizzoli, pp. 605, L. 36.000 SAGGIO

Luoghi citati: Dachau, Germania, New York, Washington