Il fattorino che amò Cèline di Paolo Murialdi
Il fattorino che amò Cèline Cultura e imprenditoria di DalTOglio Il fattorino che amò Cèline Paolo Murialdi NON opportuna, almeno per tutta la durata della guerra». Con questa moti�vazione, nel 1942, il ministero della Cultura popolare vietò la traduzione di A Za recherche du temps perda di Marcel Proust. Una motivazione singolare ri�spetto alle bocciature secche che avevano già colpito scrittori e artisti ebrei. Il temerario che aveva chie�sto l'autorizzazione al Minculpop si chiamava Enrico Dall' Oglio. La sua casa editrice aveva il marchio che gli avevano dato i due giovani sen�za fortuna che l'avevano fonda�ta nel 1918: Corbaccio, cioè gros�so corvo ma an�che titolo di un' opera in prosa di Boccaccio. Dall'Oglio ave�va acquistato la piccola casa edi�trice nel 1923 con la collaborazione di un socio. Dota�to di passione e di fiuto per la lette�ratura, acquisiti con gli studi ma anche facendo per necessità il fattorino in una casa editrice, il giovane editore fece della Corbaccio un'impresa media e ricca di buone scelte. E' una storia interessante che dura vent'anni, descritta con cu�ra da Ada Gigli Marchetti sulla base di documenti inediti e la ricostruzione del catalogo stori�co, nel volume Le edizioni Cor�paccio (Franco Angeli, 186 pagi�ne, 30mila lire). Una storia di notevoli iniziative editoriali e di difficoltà politiche perché dall'Oglio era antifascista, inqua�drata nel suo tempo dallo storico Franco Della Feruta, autore del�la prefazione. Il primo sequestro il giovane editore (era nato nel 1900) lo sub�nel 1925, pochi mesi dopo il discòrso con il quale Mussolini annunciò la decisione di instau�rare la dittatura. Il libro sequeDall'Oglio, edito e del Corbaccio strato si intitolava JZ fascismo senza miti e lo aveva scritto un fascista ravveduto. L'anno pri�ma Dall'Oglio aveva pubblicato un saggio di Giovanni Amendo�la, e nel '25 una raccolta dei discorsi del deputato Giacomo Matteotti, assassinato dai fasci�sti e La libertà di stampa di Mario Borsa. Di fronte ai rischi di altri sequestri, ai richiami e alle mi�nacce, indirizzò le sue scelte sulla narrativa e sulle monogra�fie. Con grande impegno. Infatti nel 1928 cominciò a pubblicare tutto Balzac. Poi I fior�del male di Baudelaire, I legami dannosi di Choderlos de Laclos,LamorUagna incantata di Thomas Mann, al�cuni scritti di D.H.Lawrence e lo straordinario e sconvolgente (per quei tempi) Viaggio al termi�ne della notte di Celine, In sostan�za, con gli scritto�ri stranieri Cor�baccio fu il batti�strada della cele�bre collana mondadoriana, la verde Medusa, Nella seconda metà degli anni Trenta di fronte all'intensificarsi della vigilanza fascista, Dal�l'Oglio prefer�scendere a qual�che compromesso pur di conti�nuare il suo lavoro. Pubblicò i libri di alcuni esponenti del regi�me per poter pubblicare Alberto Moravia ed Emesto Buonaiuti, lo storico del cristianesimo che era stato scomunicato. E alla vigilia della guerra contribu�a diffondere i grandi romanzi di Italo Svevo. Due romanzi, il gran�de scrittore triestino, li aveva fatti pubblicare a proprie spese. Dopo l'S settembre Dall'Oglio dovette riparare in Svizzera. Quando ritornò a Milano, privo della tipografia distrutta da un bombardamento e dei mezzi ne�cessari per comprare la carta al mercato nero e riorganizzare la distribuzione, dovette arrender�si. Dall'Oglio, editore del Corbaccio
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