Gas, nomi nuovi nel mercato libero di Luigi Grassia

Gas, nomi nuovi nel mercato libero Ernst & Young anticipa le mosse dell'Eni e le fusioni tra municipalizzate e medi operatori in vista del 10 gennaio 2003 Gas, nomi nuovi nel mercato libero Arrivano Enel e British, corsa alle acquisizioni Luigi Grassia In Italia è cominciata la corsa al business del gas, terza grande tappa nella liberalizzazione dei servizi do�po telecomunicazioni ed elettricità. Le scadenze sono tutte fissate in un percorso che dal 1 ' gennaio 2003 permetterà a ogni famiglia di scegbere da chi comprare il metano al miglior prezzo, 'fra i fornitori sono in corso manovre di fusione o acqui�sizione e analisti come Emst 5Young ne anticipano altre. L'Enel è entrata nel settore com�prando A gruppo Colombo Gas e in prospettiva 2003 punta a servire 2 milioni di utenti civili; l'Aem Mila�no ha inglobato la Serenissima Gas, suggerendo l'idea di uno sviluppo «multiutility» anche per la sua alle�anza nell'elettricità con Acea di Roma e Aem Torino; nelle Venezie, a far concorrenza all'Italgas e alle municipalizzate sono anche due controllate del colosso tedesco Viag (Contras e Bayemwerk); e Stefano Romiti, amministratore delegato della Emst SYoung Corporate Finance che ha appena pubblicato uno studio sul metano, rivela che «4 o 5 medi operatori italiani si stanno attrezzando per scendere in campo in consorzio». Poi c'è British Gas che costruirà a Brindisi un impianto per rigassifi�care e stoccare il metano liquido portato via nave; «per l'Itaba è una novità assoluta osserva Romiti e certo se prende piede cambierà le regole delmercato». La maggior parte degli sviluppi citati riguardano uno solo dei sotto�settori del gas, cioè la distribuzione all'utente finale, e si tratta proprio di quello in cui già ora c'è più concorrenza, perché Italgas control�la solo il 330A di un mercato che deve dividere con 700 operatori, soprattutto imprese municipalizza�te con le loro reti locali. In tutti gli altri sottosettori c'è invece un'impresa quasi-monopolist a, cugina di Italgas nell'ambito del »ruppo Eni (si tratta di Snam per 'import, il trasporto e la distribuzio�ne primaria, e di Agip per la produ�zione e lo stoccaggio) che lascia poco spazio per altri operatori come Edison Gas e Sgm. Secondo Guido Vesin, responsabile del settore «Uti�lities» di Emst fr Young, dati i forti investimenti richiesti per creare i grandi assi di trasporto «cambia�menti significativi in questa parte della filiera potranno avvenire solo con l'ingresso di gruppi stranieri (Ruhrgas, Gaz de France ecc.) ma non prima di due-tre anni», ecce�zion fatta per la citata British che ha goduto di una liberalizzazione parti�ta prima. Due cose sono certe, secondo Emst SYoung: nella distribuzione all'utente c'è ancora un ampio mar�gine di crescita, perché ben 3 mila comuni italiani non hanno ancora ' neppure un allacciamento; e anche nella fase «a monte», cioè l'import e il trasporto nei grandi gasdotti, c'è mercato per nuovi operatori, dato chetutte le centrali termoelettriche che bruciano olio combustibile do�vranno convertirsi (per legge) al più ecologico metano; e «benché l'Eni abbia trovato nuove forniture in Russia, Norvegia e Olanda spiega Vesin il pur imponente totale di 66 miliardi di metri cubi all'anno che Eni potrà offrire all'Italia dal 2008 rappresenta solo il SO-eO'Ji del fabbi�sogno nazionale di 1 10-120 miliardi alla stessa data». È probabile che l'Eni s�dia anco�ra più da fare, ma ci si può anche attendere che giganti stranieri del settore fiutino l'affare e facciano a loro volta gli investimenti necessari a soddisfare il mercato oppure che immettano il loro metano nelle reti Snam, dato che la liberalizzazione provocherà la scissione tra la pro�prietà delle reti ad alta pressione e il gas che transita in esse, il quale dunque potrà essere acquistato dai clienti finali da qualunque fornitore nazionale o estero. Stefano Romiti dà alcune indica�zioni conclusive: «Le centinaia di aziende municipalizzate si dovran�no consorziare o dovranno essere vendute sul mercato, perché non potranno reggere da sole il regime di libera concorrenza; mentre in operazioni di fusione o cessione hanno da apportare asset di grande valore come sono i loro portafogli clienti; e la strada da seguire, per le pìccole come per le grandi imprese, è quella multìservizio, che permette di afflancare (con riduzione d�cost�e dunque di tariffe) le reti di distribu�zione d�gas, acqua, elettricità e telefonìa, magari con un unico con�tatore per tutte quante, gestendo non più sìngoli servìzi ma dienti». Stefano Romiti, amministratore delegato della Ernst ft Young Corporate Finance

Persone citate: Guido Vesin, Stefano Romiti, Vesin, Young Corporate, Young Corporate Fi

Luoghi citati: Brindisi, Italia, Norvegia, Olanda, Roma, Russia, Torino