A picco la piattaforma gigante
A picco la piattaforma gigante Al largo della Francia affonda una nave cisterna maltese carica di acido solforico, che con l'acqua dovrebbe dissolversi A picco la piattaforma gigante Le coste del Brasile minacciate dal greggio SAN PAOLO La più grande piattaforma di trivella�zione petrolifera del mondo, la Petrobras P-36, ò affondata a 120 chilometri da Rio de Janeiro. E ora una catastrofe ecologica di vastissime proporzioni minaccia alcune delle coste più belle del Brasile. Vani sono stati gli sforzi compiuti negli ultimi cinque giorni da specialisti internazionali per tenere a galla la struttura che era rimasta gravemente danneggiata da una serie di esplosioni costate la vita a 10 delle 175 persone che si trovavano a bordo. L'enorme struttura di 31.400 tonnella�te e 120 metri di altezza, costruita in Italia, ha ceduto alla forza delle onde inabissandosi a 1.600 metri e portando con se almeno 1,5 milioni di litri di greggio o diesel oltre mille tonnellate che erano immagazzinati in serbatoi e tubature. La caduta verso il fondo dell'oceano Atlantico della piattaforma è durata una decina di minuti. «Purtroppo ha dichiarato il presidente della Petrobras Henri Philippe Reichstul a quella profondità la fuoriuscita del petrolio è inevitabile a causa delle fortissime pressioni». Decine di unità specializza�te nelle catastrofi marine sono state inviate nella Bacia de Campos con 32 chilometri di barriere protettive per contenere il greggio in mare. Il mini�stro dell'Ambiente dello Stato di Rio de Janeiro, André Correa, ha dichiarato che la Petrobras sta utilizzando dei solventi per ridurre l'impatto ecologico dell'idrocarburo. «Se le condizioni re�steranno normali ha aggiunto il greggio dovrebbe impiegare non meno di 200 ore per toccare terra, e questo tempo dovrebbe essere sufficiente per applicare un piano di emergenza. Ma dipende dalla quantità di petrolio che arriverà: se dovesse superare le 50 mila tonnellate, ci troveremmo davan�ti ad un disastro ecologico e turistico». I pozzi della piattaforma erano stati chiusi sin dal momento dell'incidente, ma non era stato possibile recuperare il greggio già estratto e quello nelle tubature. Il relitto sul fondo dell'Ocea�no dovrà essere sorvegliato permanen�temente per evitare che crei problemi all'estrazione di petrolio delle altre piattafonne della zona di Bacia de Campos. Giornata nera per le tragedie del mare, ieri: al largo della Francia una nave cisterna maltese con un carico di 8.000 tonnellate di acido solforico è colata a picco nel Golfo di Guascogna. I 23 uomini dell'equipaggio, di nazionali�tà sudcoreana, croata e filippina, sono stati tratti in salvo da altre due navi che si trovavano nella zona. La «Balu» era partita dalla Danimarca diretta a Huelva, nella Spagna meridionale: 5.795 tonnellate di stazza, è affondata 200 chilometri a Nord del porto spagno�lo de La Coruna. Non dovrebbero esserci pericoli di inquinamento, per�chè a contatto con l'acqua l'acido di solito si dissolve. Responsabile dei controlli annuali della nave era il Bureau Veritas france�se, ma le verifiche riguardanti la sicu�rezza sarebbero state effettuate dal Registro italiano navale (Rina). Quello di ieri è il terzo naufragio in 15 mesi di una nave cisterna: prima erano colate a picco la «Erika», nel dicembre del 1999, e la «levoli Sun», nell'ottobre dell'anno scorso. Secondo i Verdi francesi, l'incidente «dimostra ancora una volta l'urgenza di rafforzare la sicurezza e i controlli nel trasporto marino». [e. st.] WS* La piattaforma di trivellazione «Petrobras» inclinata prima di affondare
Persone citate: André Correa, Campos, Henri Philippe Reichstul, Petro
Luoghi citati: Brasile, Danimarca, Guascogna, Italia, Rio De Janeiro, San Paolo, Spagna
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