Jospin ai neo-eletti: o sindaci o ministri di Enrico Benedetto
Jospin ai neo-eletti: o sindaci o ministri Jospin ai neo-eletti: o sindaci o ministri Il premier medita di anticipare le elezioni presidenziali Enrico Benedetto corrispondente da PARIGI Per digerire lo scippo della «sua» capitale, Jacques Chirac sceglie le campagne francesi, messe kappaò dall'afta. Ma Lionel Jospin anziché consolare gli allevatori preferisce strigliarsi il governo. Ci sono vittorie che somigliano pericolosamente a una deb ^ ade. E il premier sa come i successi di Lione e Parigi (peraltro relativi: se i sindaci venissero eletti a suffragio uni�versale, la Destra sarebbe mag�gioritaria) occultino una grave crisi sul piano nazionale. Don�de un diktat che ha sorpreso gli osservatori. Il premier ingiun�ge ai 13 ministri (ri)eletti sinda�co di sceghere: Esecutivo o Mairie. Erano, finora, cumulabili. Ma eliminando parecchi apostoli del governo spediti in provincia per strappare alla Destra una maggioranza civica, i francesi boicottano il dirigi�smo jospiniano. Cos�Jospin, neppure 24 ore dopo, dà loro ragione. Rimangiandosi una strategia di compromesso tra sfera locale e interessi ministe�riali, il suo ultimatum postula l'incompatibilità. E' come se parafrasando de Gaulle ad Alge�ri esclamasse: «Vi ho compre�si». Potrebbe sembrare una mos�sa audace e sincera, ma nascon�de almeno due arrière-pensée (o stratagemmi) inconfessabili. Grazie all'ukase, Jospin si ga�rantisce un rimpasto dicasteriale soft. Escluderà dal governo, se necessario, i ministri che giudica non idonei fornendo loro (e alla popolazione) un alibi ragionevole, anzi popola�re. Si dirà che abbandonano l'Esecutivo per lealismo verso gli elettori. Sindaci full time: che lezione di umiltà per un ministro! In secondo luogo, Matignon sottrae alla Destra la sua arma principale, ossia monetiz�zare l'opa vittoriosa sulla Fran�cia profonda. Ammettendo in maniera simbolica la sconfitta, Jospin contrattacca ancor pri�ma che la Droite sferri l'offensi�va. L'obiettivo è chiaro. Riprendere l'iniziativa con un sprint che disorienti l'avversario e stordirlo se possibile il 28 marzo. Mercoled�prossimo si riaccenderà la discussione par�lamentare sul calendario eletto�rale Duemiladue. E da ieri il ps ha lanciato il forcing per inver�tire Legislative e Presidenziah, attese entrambe nel periodo marzo-maggio. Approfittando della concomitanza la deve a Jacques Chirac, che sciolse in anticipo le Camere quattro an�ni fa Jospin vorrebbe, dice, posporre l'inizio legislatura. Perché? La V RepubbUca, ri�sponde, favorisce il ruolo del�l'Eliseo. Sarebbe quindi oppor�tuno che la Francia designasse il Presidente, e solo in un secon�do tempo la maggioranza gover�nativa. Splendido. Ma l'ortodos�sia gollista di Jospin curiosa, per una Gauche che ha sempre difeso il parlamentarismo con�tro le prerogative dell'Eliseo è puro tatticismo. Matignon sa. oggi più che mai dopo le Comu�nali, che il cuore di Francia batte a Destra. E lo considera un handicap notevole per aggiu�dicarsi l'Eliseo. Se invece la campagna presidenziale antici�passe le Pohtiche, il carisma Jospin potrebbe forzare la ma�no al Paese contagiando magari lo scrutinio legislativo. Beninte�so, la Destra si oppone alla manovra. Ma non, finora, i centristi. Sono loro gli aghi della bilancia. E la suspense ieri sera, dopo l'offensiva jospiniana, sfiorava il paressimo. Bisogna rassegnarsi: accelerata dalle Municipali, la febbre pre�sidenziale contagia la classe politica. Ma Bertrand Delanoe, alme�no lui, ne è indenne. Il neo-sin�daco dei parigini l'investitura ufficiale avverrà domenica prossima esordisce con uno stile assai diverso dai predeces�sori. «Il mio stile sarà la natura�lezza». Rinuncia dunque all'al�loggio da 1045 mq, che spaven�tava peraltro lo stesso Tiberi: «Non cambio casa». E prepara la sua équipe in silenzio. Trenta assessori, pare, contro 45. Poi, venerdì, una prima tournée a Vienna che sceglie il sindaco il 25, per appoggiare il candidato socialdemocratico. Vedere la Destra parigina scannarsi molti�plicando le polemiche post-elet�torali deve rallegrarlo. Però, mettendo fra parentesi la natu�ralezza, non lo dà a vedere. Dopoi magri risultati delle Municipali vorrebbe il voto per l'Eliseo prima di quello per il Parlamento
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