Soldati morti di tumore, assolto l'uranio di Vincenzo Tessandori

Soldati morti di tumore, assolto l'uranio Soldati morti di tumore, assolto l'uranio Verdetto della commissione governativa dopo 3 mesi d'indagini Vincenzo Tessandori ROMA Morti, o ammalati, per non si sa che cosa. Certo, c'è scritto leuce�mìa o tumore o linfoma, su certificati e cartelle cliniche. Ma che cosa l'abbia provocati rima�ne un mistero. Perché non sem�bra cos�certo che risulti inno�cente e senza enigmi apparenti l'uranio impoverito con cui era�no confezionati �proiettili spara�ti da americani, britannici e francesi in Bosnia eppoi in Koso�vo e di cui i nostri soldati avevano ricevuto informazioni scarse e talora non puntuali. Tre mesi di studio da parte di una commissione ministeriale, fa dìre al suo presidente, professor Franco Mandellì, ematologo di fama preclara, che non è possibi�le parlare di assoluzione: «Non possiamo dirlo. Ma possiamo solo dire che, per ora, l'inciden�za dei casi complessivi di neopla�sie maligne non è statisticamen�te superiore a quella che ci si poteva aspettare da ima popola�zione normale». Questo lavoro di ricerca per la commissione non dev'essere stato semplice, tanto che il professore ammette, dopo un sospiro: «È vero, è stato più complicato di quanto credes�si». Intoppi d'ogni tipo, pare, con l'indagine a lungo frenata perché sui 64 casi segnalati solo quattro cartelle cliniche erano nelle mani dei sei periti: il pro�fessor Martino Gandolfo, diret�tore del laboratorio dell'Istituto Superiore d�Sanità; l'ematologo Alfonso Mele; rldottorQiuseppe Onufrio, dell'Anpa, l'oi^ganismo nazionale per la protezione am�bientale; il dottor Vittorio Sabbatini, direttore dell'Ufficio nucle�are del Cisam d�Pisa; il generale medico Antonio Tricarico, del ministero della Difesa. Fra quel�li segnalati, 26 casi sono stati scartati perché riferiti a persone mai state nei Balcani o che, in ogni modo, manifestavano «pa�tologie lievi», cos�all'esame son passati 48 casi: di questi 38 si riferiscono a persone malate e 10 a deceduti. È un lavoro non finito, anzi, si ha piuttosto l'im�pressione d�essere agli inizi e un secondo rapporto è già stato promesso al ministro per il perio�do pasquale. Non è facile rispondere a una domanda semplice e diretta: che cosa ha provocato �tumori? In fondo, lo ammette anche il pro�fessor Mandell�che dice. «Abbia�mo avuto un aumento di linfo�ma di Hodgkin, tumore maligno molto frequente anche nei giova�ni di età inferiore ai 40 anni, d�cui finora non si conosce un fattore causale unico, certo e dimostrato, ma come la stra�grande maggioranza dei tumori, ha più fattori favorenti. Si po�trebbe quindi pensare che in questo aumento d�casi abbiano giocato altri elementi che, però, non siamo assolutamente in gra�do, per il momento, di dimostra�re». Esclusp, in ogni modo, «il nesso causale, perché si tratta di una delle malattie tumorali in cui l'effetto delle radiazioni co�me fattore eziologico non è mai stato dimostrato». Si possono intendere in tanti modi, le paro�le. E come le intenderanno �familiari di quei ragazzi che sono morti d�tumore? Come fare a spiegar loro che, è vero, un eccesso d�casi d�linfoma e d�leucemìa linfatica, esìste, inuti�le negarlo, ma, accenna il prof. Mandellì, «allo stato attuale dei numeri, tale risultato può essere dovuto al caso». L'Associazione nazionale genitori dei soldati in servìzio obbligatorio d�leva (Angesol) ha chiesto l'intervento del presidente Ciampi e della magi�stratura, «la commissione ha espresso pareri già precostituiti dicono essendo l'ente che l'ha nominata imo dei responsabili d�quanto accaduto». Secondo l'associazione, in seguito a mis�sioni d�pace si sonò avuti finora in Italia 22 morti e 33 malati. Il maresciallo Domenico Leg�giero, responsabile nazionale dell'Osservatorio per la tutela nelle Forze Armate, dice che, al tirar delle somme, «il professore ci ha dato ragione. Perché il legame fra causa ed effetto è stato stabilito». In che senso? «Chi va da quelle parti, cioè in Bosnia o in Kosovo, vede raddop�piato il rìschio di leucemia». In fondo, è quanto sostengono alcu�ni dei componenti la commissio�ne quando affermano che la situazione nei Balcani, soprat�tutto in Kosovo, è catastrofica. Precisa il dottor Sabbatini. «Tracce d'uranio ci sono, natu�ralmente, ma non tali da suscita�re preoccupazioni per i militari o la popolazione. Abbiamo inda�gato a tutto campo, anche sulle acque potabili, abbiamo fatto tutti gli accertamenti possibili cos�da eliminare ogni possibile motivo di sospetto. Dunque, l'uranio: non è quello che preoc�cupa, ma l'ambiente, il contesto, che è degradato e compromes�so». Esisterebbero depositi d�scorie radioattive, per esempio, che hanno tutto l'aspetto d�armi letali e le precauzioni pre) se, per il momento, non rassicu�rano nessuno, tantomeno i solda�ti. Il che spiegherebbe la flessio�ne accentuatadel numeroso d�coloro che chiedono d�partecipa�re alle missioni d�pace. «Però è aumentato il linfoma di Hodgkin soprattutto fra i militari che sono stati in Kosovo» Militari italiani impegnati nei Balcani. I risultati della Commissione Mandell�hanno «assolto» l'uranio impoverito: secondo gli esperti, non c'è relazione tra l'esposizione dei militari e i casi di tumore

Persone citate: Alfonso Mele, Antonio Tricarico, Ciampi, Domenico Leg, Hodgkin, Martino Gandolfo, Onufrio, Sabbatini, Vittorio Sabba

Luoghi citati: Balcani, Italia, Kosovo, Pisa, Roma