« Poniamo una sola condizione Zaccaria cambi atteoaiamenti» di Maria Grazia Bruzzone
« Poniamo una sola condizione Zaccaria cambi atteoaiamenti» GAMALERI «LA SATIRA NON TRASFORMARSI IN UN DIRITTO DI KILLERAGGIO» « Poniamo una sola condizione Zaccaria cambi atteggiamenti» Maria Grazia Bruzzone ROMA PROFESSOR Gamaleri, lei e Alberto Contri oggi incontre�rete i presidenti delle Came�re. Se Violante e Mancino fa�ranno appello al vostro senso di responsabilità, invitando la Rai a rafforzare lo spìrito di servizio pubblico, siete dispo�sti a ritirare le dimissioni? «Non dubito che, anche per ragioni di stima e amicizia personale, vi sarà un appello di questo genere. Ma credo che i marami siano estrema�mente sottili. Dubito che le condizio�ni che porremo non certo ai presi�denti delle Camere ma alla Rai verranno accettate». Quali condizioni intendete por�re? «La condizione è che l'atteggiamen�to del presidente Zaccaria sia ben diverso da quello finora tenuto. Che la ricerca di un consenso più largo quale si conviene in un momento dehcato, qual è quello elettorale, sia effettivamente una ricerca seria». La vostraè ima posizione comu�ne? «Mi pare che lo sia, per una conver�genza culturale e non politica. Vedo che in tanti ci attribuiscono al Polo, ma noi siamo solo degli amministra�tori. Non facciamo politica». Lei parlava di atteggiamento di Zaccaria. Non le pare qualcosa di assai sfuggente? «E' una questione di sostanza. Ri�guarda innanzitutto questo mantel�lo della satira che tutto copre e che deve essere riconsiderato. Autorevo�li editorialisti di diverso orientamen�to sono stati unanimi nel distingue�re fra satira e informazione. La satira non può trasformarsi in un diritto di killeraggio». La vicenda di «Satyricon» tutta�via sembrava risolta con la sospensione del programma e la sua riconduzione a un con�trollo più stretto da parte del direttore generale. Lei e Contri su questo vi siete infatti aste�nuti. «Ci siamo astenuti per rispettare gh sforzi del direttore generale nel cer�care questa mediazione ragionevo�le. Non si poteva, in uno dei primi atti di Cappon, sparargli addosso». Subito dopo però sono arrivate le vostre dimissioni, il cui an�nuncio ha singolarmente coin�ciso con un'esplìcita richiesta in tal senso d�Gianfranco Fini E'sembrato quasi un input. «Un'impressione falsa. Prima che le agenzie mandino le notizie in rete passa di solito un congruo tempo e la coincidenza è stata puramente ca�suale. Tanto più che avevo già an�nunciato in consigho che desideravo riferire su una certa materia perché nel prossimo cda non ci sarei più stato». Ciò non toglie che il Polo abbia molto apprezzato le dimissio�ni. Berlusconi chiede garanzie concrete e regole certe. C'è un modo per tradurle in pratica? «Proprio di questo discuteremo coi presidenti delle Camere. Credo sia un'occasione unica di presentare loro la gravità della situazione e riterrei un successo poter dare un contributo a rasserenare la situazio�ne e ricondurre il dibattito elettorale a un confronto pacato». In sostanza, chiederete l'allontanamento di Luttazzi, o la sospensione di programmi co�me Raggio verde? «Il problema è diverso. Premesso che è culturalmente lontana da me ogni idea di censura, il fatto è che. Zaccaria ha teorizzato esplicitamen�te che il cda ha compiti.di mero indirizzo. Il cda indirizza il direttore generale, e giù per li rami, tutti indirizzano. Fino al conduttore di un programma, al quale spetta la responsabilità di ogni cosa, dai temi della trasmissione ai testi o agli ospiti che invita. Quando ho chiesto le ragioni dell'invito di Rutelli da Limiti mi hanno detto: "Parlane con Limiti"». Le sembra strano? «Mi chiedo se sia corretto. E ho chiesto al consigliere Vittorio Emilia�ni, che è stato direttore del Messag�gero, se gh sembra normale che un redattore che ha trovato magari una notizia appetitosa la passi sul giorna�le all'insaputa del direttore e, per di più, senza ricevere neppure un rim�provero o un apprezzamento a poste�riori. Eppure Freccerò è venuto a parlare in consigho con in tasca l'intervista di Travaglio, senza fame cenno. E al nostro tavolo c'era anche Cappon, ignaro». La legge però prevede effettiva�mente che il cda indirizzi. «Indirizza, intanto, sulla base di proposte del direttore generale. Ma Cappon è stato espropriato di quel diritto di proposta di cui forse Celli abusava, ma che la legge gh ricono�sce. Come gli attribuisce il diritto di esercitare non una censura, ma un controllo sulla programmazione, af�finché siano attuati gli indirizzi». Con Celli le cose andavano me�glio? «Con Celli tutto era ricondotto alla sua persona. Sono due eccessi non condivisibili». «Dicono che siamo del Polo, invece siamo degli-ammimstratori Non facciamo politica» «Il direttore generale è espropriato del diritto di proposta che la leggeri dà» Gianpiero Gamaleri, il consigliere della Rai dimissionario
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