Dini: «Fermiamo gli estremisti»

Dini: «Fermiamo gli estremisti» Dini: «Fermiamo gli estremisti» Soma chiede di valutare l'impiego della Ffor ROMA «Dobbiamo riprendere in mano la situazione perchè il tutto rischia di precipitare in nuovi e in parte ina�spettati conflitti. Quel che occorre fare è impedire il dilagare della crisi alla cui origine sono gli estremisti albanesi kosovari. Bisogna evitare che questo nuovo focolaio di violen�za si trasformi in un vulcano». E' improntato ad allarme e preoccupa�zione il primo commento rilasciato ieri in Giappone dal ministro Lam�berto Dini a proposito della crisi apertasi ai confini della Macedonia. E lo stato di allerta, naturalmente, da ieri non riguarda solo la Farnesi�na Il ministro della Difesa, Sergio Mattarella, è rientrato in serata a Roma per seguire ancor più da vicino gli sviluppi della situazione, e a palazzo Chigi e al Quirinale ci si tiene costantemente informati sugli scontri in atto sull'altra sponda del�l'Adriatico. Oggi a Bruxelles i ministri del�l'Unione si riuniranno per una pri�ma valutazione della situazione. Fonti del ministero della Difesa ita�liano spiegano che, per il momento, la parola è ancora alla diplomazia ma che se gli attacchi degli «estremi�sti kosovari» non cessassero, allora potrebbe diventare indispensabile ed urgente un intervento per metter fine alle violenze. Questa, del resto, è anche la valutazione del ministro degli Esteri italiano: «C'è preoccupa�zione ha detto ieri Lamberto Dini e credo che la Nato debba valutare con molta attenzione il ruolo che la Kfor può svolgere. Insomma, nelle prossime ore occorrerà riflettere e decidere su un eventuale impegno diretto di quelle forze nell'area di erisi». «Se attaccati, risponderemo senz'altro», aveva annunciato sin dal primo momento il generale Car�lo Cabigiosu, comandante di turno della Kfor. Ma l'interrogativo è: cosa fare se i ribelli kosovari conti�nuassero attacchi e bombardamenti soltanto su città e obiettivi macedo�ni? L'interrogativo non è retorico, per almeno due buone ragioni. La prima è che E contingente tedesco di stanza tra Macedonia e Kosovo con il compito, come detto, di "sigillare" i confini non ha regole di ingaggio di fronte ad un'emergenza non pre�vedibile come quella apertasi da 48 ore. La seconda ragione è che, in ogni caso, �contingenti della forza di pace non possono intervenire in territorio macedone se non dietro esplicita richiesta delle autorità di governo di quel paese. Di fronte ad una situazione deli�cata e comunque suscettibile di improvvisi e imprevedibili cambia�menti, la diplomazia ha avviato per tempo tutti i contatti del caso. Per ora, infatti, come detto, è proprio sul piano della diplomazia che l'Unione europea ed i singoli paesi stanno tentando di trovare una soluzione per la crisi macedone. E' possibile che le iniziative diplomatiche che saranno messe in atto nelle prossi�me ore servano considerata anche l'eseguita del numero dei guerriglie�ri kosovari entrati in azione serva�no, dicevamo, ad ottenere una cessa�zione delle ostilità. Anche questo, però, diverrà più chiaro solo nelle prossime ore. Per intanto, quel che dal ministe�ro della Difesa tengono a far sapere, è che allo stato «l'Italia non è militar�mente coinvolta nel conflitto» aper�tosi ai confini tra Macedonia e Koso�vo. Per ora, insomma, non è in alcun modo previsto un intervento nel�l'area dei militari italiani, che resta�no impegnati nei compiti loro asse�gnati a Pec e nella parte settentriona�le del Paese. Che tale situazione sia poi destinata a durare, naturalmen�te, è cosa che si saprà solò nelle prossime ore. [r.r,] Il ministro degli Esteri Dini e nella foto piccola il presidente albanese Meidani

Persone citate: Cabigiosu, Dini, Farnesi, Lamberto Dini, Meidani, Sergio Mattarella, Soma

Luoghi citati: Bruxelles, Giappone, Italia, Kosovo, Macedonia, Roma