La sinistra dopo un secolo riprende Parigi di Enrico Benedetto
La sinistra dopo un secolo riprende Parigi La sinistra dopo un secolo riprende Parigi Delanoe diventa il primo sindaco socialista e gay Enrico Benedetto corrispondente da PARIGI Una stella rosa brilla, dopo 101 anni, nel cuore della Francia bianca. Parigi ha cambiato secolo. Nel giorno ih cui la Ville Lumière lanciò l'insurre�zione della Comune, esordisce uh sindaco ps e gay, seppellendo Jacques Chirac, le sue manovre per favorire l'accordo Séguin-Tiberi e lo stesso gollismo versione metropohtana. Bertrand Dela�noe ce l'ha fatta. E con una maggioranza non esigua: 92 consiglieri su ,163, (71 vahno alla destra). Il suo avversario n.l, Philippe Séguin, è un cadavere politico. In ima Francia ove salvo Lione e Parigi la Destra trionfa, passerà alla storia come l'uomo che ha affossato le sue ultime chances, liquidando la Parigi conservatrice. Ma c'è un secondo; paradossale Vincitore: Jean Tiberi. L'ex sindaco ottiene là maggioranza assoluta nel suo Arrondissement, il V, nonché ima decina di consiglieri. Rimarrà cioè primo cittadi�no del suo rione, mostrando che non sempre gli scandali politico-finanziari allontanano gli eletto�ri. Ma il Tiberi che assapora la revanche non può esimersi dell'impartire lezioni al nemico Séguin. «Dovevamo far confluire le nostre liste, sin da lunedì, seguendo l'esempio ps-Verdi. Non facen�dolo/ dissi che avremmo corso un grave pericolo. La débàcle parigina ne è la miglior prova. Si doveva evitare. Perché la testardaggine non paga mai». Ha ragione, in termini matematici. Ma oggettivamente, poteva Philippe Séguin cedergli sull'intera linea dopo ima campagna elettorale ultraoffensiva contro il regime Tiberi? No. Rifiu�tando l'embrassons-nous, accettò la desistenza. Ma sin dai primi exit-poli, alle 20, trapela dalle urne che il compromesso è toppo. Jean Tiberi ha dunque un trofeo inatteso: lo scalpo del rivale. Insuccesso personale e collettivo per Philippe Séguin. Nel suo XVIII arrondissement, il ministro degli Interni Daniel Vaillant l'umilia. E poi, quando il XII Arrondissement su cui gli alchimi�sti della politica, parigina puntavano per. il responso finale passa a Sinistra, seguendo le proiezioni televisive comprende che sarà l'unico capro espiatorio per uno smacco evitabile. Si giustificherà dopo in tv: «Le liste della destra hanno ottenuto il 50,40Zo dei voti, contro il 49,6 delle sinistre». La sinistra però ha vinto negli arondissement con più consiglieri e dunque guadagna il municipio. Ma lasciamo la parola al vincititore. Bertrand Delanoe attende le 22,43 per rompere il ghiaccio. Abito grigio, sorriso sulle labbra, sceglie il discor�so istituzionale. «I Parigini, liberi e sovrani, hanno scelto l'alternanza». Poi ringrazia. Tutti e comunque, inclusi Séguin e Tiberi. Poi, 3 parole chiave, un tantinello sessantottine: «avvenire», «immaginazione», «speranza». «Il nostro successo coniuga ragione e audacia». Sono dichiarazioni che non brillano per originalità. Ma l'exploit della Gauche sulla Senna è in ogni caso, un rendezvous storico. Delanoe ha salvato con Gerard Collomb a Lione Jospin. Le divisioni nel Centro-destra, e il sicuro abbandono di Séguin (ormai ha più nemici in Consiglio fra i suoi ranghi che nelle file ps) gli offrono margini amplissimi per una manovra politica. Davvero innovativa. Saprà approfittar�ne. Pochissime indiscrezioni, finora, sulla «squa�dra» e il «metodo» Delanoe. Una sola certezza: il neo-sindaco omosessuale potenzierà al massimo la presenza femminile. Nel toto-assessori, danno per sicura come sua vice Anne Hidalgo, splendida bruna quarantenne dalla competenza inattaccabi�le. «Sono, da sempre, femminista» confida lui. Non una parola su Jacques Chirac. Nei giorni scorsi aveva preferito non commentare le interfe�renze dell'Eliseo sulla campagna parigina. Ma come potrebbe, lo scacco presidenziale, non rallegrarlo? Jospiniano della prima ora, Bertrand Delanoe offre al suo sponsor un formidabile trampolino per le Presidenziali. La Destra, inve�ce, minimizza anzi esclude responsabilità chiracchiane. Il leader rpr Michèle AJliot-Marie scarica su Tiberi lo smacco. Ma nessuno le crede. A partire dai gollisti. Séguin battuto si consola «Più voti alle liste di destra» Jospin conquista anche Lione ma nel resto del Paese si afferma la destra
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