Capitale in festa, come tradizione vuole

Capitale in festa, come tradizione vuole IL SENSO DELLA GRANDE LITURGIA POLITICA-PALLA CQNSÀeRAZIONE DEI RE ALLE G|RlMGNIE MEDIATICHE D^OGGI: Capitale in festa, come tradizione vuole Secoli di entusiasmo popolare nei momenti storici reportage Filippo Ceccareil�inviato a PARIGI PARIGI, o cara... Fari abba�glianti e cori in lontananza, pattinatori in corsa sui pon�ti, davanti all'Hotel deVille, acro�bati su trampoli e tamburi dietro le transenne, pronti a esplodere di gioia. Parigini in braccio alle statue e fiori gialli nel buio, zaffa�te di Gauloises. Gridano: «Merci, Paris». Ogni festività pubblica è una confessione. Dice a sua insaputa come gli uomini vogliono essere; governati. I parigini sembra che chiedano allegrìa, semplicità, bi�sogno di stare insieme, capacità di ascolto. Tra i compiti che spet�tano alla municipalità che hanno appena eletto c!l anche quello! di ói^anizzàré feste. ;Ma questa spontànea di stasera, la massa di gente che dà sfogo alla propria felicità sembraiireale agli occhi del disincanto italiano degli Anni Ottanta, e Novanta) e oltre. Spe�gnere la tv, e uscir^ di.casa'per motivi politici? Ma quando mail E invece in Francia, e a Parigi, ( Uhanno setapre fatto. Non c'en�tra la sinistra. Anche per Chirac, nel 1995,s con vino, bandiere, ; mùsica e.tnffi nelle fontane; fino alle 4 di mattila, lasciando il campo agli efficientissimi nettur�bini con le loj-o scope di plastica verde. E questo significa avere il gu\ sto innato della festa, e far valere il senso della grande liturgia poli�tica. Parigi ice l'ha: dalle consacra�zioni dei re e dai «Te Dèum» dell'ancien regime alle cerimonie mediattehé e ricreative inventa�te, all'insegna dplla creatività tec�nologica, dal ministro socialista Jack Lang, sempre più simile al suo pupazzone-Guignol. E in mez�zo le processioni abbaglianti di Luigi XIV, che ben sapeva come ^ popoli si dilettano dellp spetta�colo; grafie ad .esso li teniamo,, mehteecuore»; poi le feste utopi�che e lièo pagane della Rivoluzioile di cui tu. regista il pittore Max David; qumtìyeorge e le crapule dei sanoiilotti, le parato grandio�se delle annate napoleoniche, le liturgie della scienza è del lavoro del socialismo utopico, fino agli happening della vittoria francese ài mondiali, ìi Capodanno 2000, la festa della musicargli schernii. le torte alte 25 metri, le muraglie d'acqua, la Tour Eiffel trasforma�ta in un'astronave di luci, per l'assalto alle stelle. Per cui, in fondo, e addirittura al di là dell'occasione di ieri not�te, il torrente della vita festiva, a Parigi, si ricostruisce incessante�mente a partire dalle sue fonti. Nessuna altra città al mondo è vetrina più sontuosa, e miglior palcoscenico della storia. Parigi sembra fatta apposta per offrirsi a folle che si ingrossano e oscilla�no con i bicchieri di vino rosso e le bandiere in mano. La città del .vento, delle enormi piazze, delle statue, degli specchi, dei monu�menti allineati in prospettiva. .La vittoria della Gauche, pure stavolta, riempie in poche ore uno scenario di spazi aperti del tutto inusitato per un italiano, qualcosa che implica una specia�lissima e gioiosa armonia di luci; e di decibel; oltre che di facce. Molti giovani, intellettuali, don�ne, gay, cani di varia taglia. Impressionante è la varietà di situazioni che qui e solo qui spingono, anzi caldamente inco�raggiano a «faire la fète», che vuol dire un po' tutto: uscire, divertir�si, bere, mangiare, ridere in com�pagnia, fare baldoria, godersi la vita {e perfino, in qualche modo, fare festa nel senso di non andare a scuola!. Oltre alle vittorie politi�che, e senza che suoni come un pretesto, si festeggia a Parigi qual�siasi evento: la Senna e l'addio di Platini, la moda e il libro, l'amore e lo sbarco in Normandia, un film d'avventura e la nascita derganóraleDeGaullfi: : Tanto è peivasiva e contagio-. sa, questa vocazione alla festevo1 lazza, che perfino «les italiens» ne ! restano coinvolti, da queste par�ti. Così, con qualche meraviglia retrospettiva, si apprende che nel 1987, ai tempi della tv «La Cinq», Silvio Berlusconi finanziò con .435 milioni di lire la festa, invero abbastanza gauchista, di «Sos-racisme», tenutasi davanti al castel�lo di Vìncennes. Allo stesso modo gli esuli fuoriusciti del 7 aprile, Toni Negri in testa, organizzaro�no pure loro una.festa per il decennale; festa ironica, spiegaro�no poi; ma intanto festa, una sorta di vernissage mondano e cosmopolita, con proiezione di un film di Pasquale Squitieri, a. Montpamasse. Parigi, insomma, ispira. Non solò, ma per qualche magia sup�plementare gh anniversan arriyaho ^sempre al momento giusto. Bertrand Delanoe l'ha ricordato l'altro giórno; ma ieri, 18 marzo, erano esattamente 130 anni dallo storico ammutinamento di un battaglione che, agli ordini del generale Lèoomte, avrebbe dovu�to togliere dalle mani della Guar�dia hazionaie alcuni cannoni, «ru' bari allo Stato». Stanchi e dubbio�si, i giovani soldati dell'as" rifiu�tarono di sparare sui parigini e voltarono i loro fucili a canne in giù. L'episodio con qualche possibilità di prossimo e rinforzato festeggiamento, dopo la vittoria ' della sinistra avvenne sulla collina di Montmartre, proprio là dove l'altro giorno il neo-gollista Philippe Séguin ha chiùso la sua campagna elettorale gridando in�vano ai suoi seguaci: «Datemi il modo di vincere». , C'è da aggiungere che di U a poco il generale Lecomte fece davvero una brutta fine; insom�ma, prima fu sommariamente giudicato, poi rapidamente accop�pato e alcune donne, infine, insce�narono danze oscene attorno al cadavere. Il 26 di marzo fu eletto il consiglio municipale con il no�me di «la Commune de Paris». ' ' Anche la «Commune» fin�ma�le. I miliziani bretoni ebbero met' no dubbi deirSS" di fronte alla folla dei quartieri dell'Est parigi�no, prima dei ÉombardameriU é dell'incendio, l'amazzone comunarda Louise Michel intravide i loro occhi «lividi guardarci col luccichio dell'acciaio». E insom�ma, a dispetto di Marx e di Blanqui, il maestoso Hotel de Ville restò a lungo con le sue rovine a ricordare ai legittimisti il prezzo della vittoria e ai comu�nardi la rabbia inutile della disfat�ta, i E' anche qui, comunque,, che ieri notte s'è festeggiata, forse più che la storica vittoria della sini�stra, la fine della battaglia di Parigi. Delanoe, l'anti-divo, al tempo stesso attore e spettatore del suo stesso sollievo, e di quello dèi suoi. E nel taxi con la radio accesa, e ppi ih mezzo alla'folla, tra le bandiere e i clacson, la musica e i balli indiavolati, veniva da pensa-, re a quante cose importanti, a quante feste francesi hanno signi�ficato qualcosa anche per l'Italia. Gli antifascisti in esilio in piazza il 141ùglio 1935 a brindare per la presa della Bastiglia, ma soprat�tutto vittoria del Fronte popola�re, dando vita nuova al mito rivoluzionario dei cittadini in ar�mi e del potere alle masse contro la minaccia fascista.-E poi, il 14 luglio di dieci anni dopo, con i partigiani e il potere di quella parola che la guerra e l'occupazio�ne hanno reso sacra e con cui Paul Elviard conclude alcuni suoi celebri versi: «pour te nommer, liberté». La compheatissima e caotica libertà del maggio 1968, quel che Raymond Aron defin�«psico�dramma» e il generale De Gaulle «chienlit», casino. Comunque un'immaginazione che diventa�va fatto concreto in un'allegra mescolanza di marxismo, situazionismó, cultura pop, avanguar�dia, retorica francese, frustrazio�ne italiana. E la festa per la prima vittoria di Mitterrand, nel 1981: una notte di tuoni, e fulmini è baldoria. ' Ieri notte, invece. Solo un po' di vento umido, uh soffio forte, elettrizzante. La Gauche non c'entrai anche per Ghirac, nel 1995, suece Daiaor^a nelle vìe: convino, bandiere, musica e tuffi nelle fontane fino alle 4 di mattina Nessun'altra città al mondo è vetrina più sontuosa, miglior palcoscenico della storia: sembra fatta apposta per offrirsi a folle con le bandiere in mano Coinvolti in passato anche gli italiani: gli antifascisti ner35, i partigiani dieci anni dopo, nell'87 Berlusconi ai tempi di «La Cinq», ma anche toni Negri Luigi XIV, il Re Sole, ritratto Da Bulloz simbolo degli splendori della Francia monarchica. Sotto, un manifesto della Comune di Parigi del 1871 mt .■■-'■/■■■♦ ■ ■'.*■' Nella foto grande, la Gauche festeggia la conquista de! municipio d�Parigi. A , destra,.la folla all'Arco di Trionfo la . sera della vittoria francese agli ultimi Mondiali di calcio,