Macedonia, torna la guerra nei Balcani di Giuseppe Zaccaria

Macedonia, torna la guerra nei Balcani Macedonia, torna la guerra nei Balcani Gli albanesi dell'Uck a un tiro di cannone dalla capitale Giuseppe Zaccaria Esattamente dieci anni fa, nel marzo del '91, con i primi scontri in Slove�nia s'avviava la dissoluzione della Jugoslavia. Oggi in Macedonia con l'allargarsi degli scontri armati e la sessione a porte chiuse del governo, chiamato a pronunciarsi sullo stato d'emergenza, si apre formalmente la Crisi Balcanica del Sud. In appena tre settimane la guerri�glia albanese è passata dalla fase delle scaramucce, più o meno sangui�nose, a quella dello scontro aperto, tan�to da non nascon�dersi più neanche dietro il gioco delle sigle, come a lungo è avvenuto nella valle del Presevo, a Sud della Serbia. Ie�ri il «comunicato ^Montenumero sette» del�l'Uck informava del fatto che i guer�riglieri indipendentistihanno «schiera:... to uomini sui monti Karadaku», quaran^ ta chilometri a Sud |H di Tetovo, la più grande città albanei r, se. Forse più facile sarebbe stato dire «a un tiro d'artiglieria da Skopje». Ieri pomeriggio Tetovo è stata colpi�ta per la prima volta da quattro bombe di mortaio cadute in pieno centro, danneggiata anche la chiesa ortodossa di San Nicola. .. , ■^eìfrattempo gli scontri si estendono verso i doÈfini con l'Al�bania. Sempre nei pressigli Tetovo il epotingente tedesco della Kfor è statò' attaccato e un soldato è rimasto ferito. Scambi di raffiche e feriti si sono registrati a Zajac e Kicevo; la portavoce della presi�denza macedone ha annunciato alla radio che «il conflitto si sta allargando», mentre r«Uck» ha chiamato alla mobilitazione «tutti gli albanesi della Macedonia in grado di imbracciare un fucile». La Nato ha rafforzato la presenza lungo i confini del Kosovo «per tagliare le linee dei rifornimenti ai guerrigUeri». Ieri sera il ministero della Difesa macedone ha annun�ciato la creazione di ima fascia di territorio off-limits che si estende�rà lungo la frontiera tra Macedo�nia e Albania settentrionale, Koso�vo e Serbia. La fascia avrà un profondità di 100 metri all'interno della quale sarà proibito a chiun�que il passaggio e la sosta. Alla base dello scontro c'è sempre il medesimo motivo, quello che se�gna l'attuale fase storica dei Balcani. Alcuni insistono col definirlo come il sogno della «grande Albania», altri più prudentemente come il prepon�derante peso anagrafico delle mino�ranze. L'ultimo censimento macedone fissava la consistenza degli albanesi in circa il 31 per cento della popola�zione, ma in soli due anni l'espansio�ne demografica ed il travaso di interi villaggi dal Kosovo dovrebbe aver portato questa presenza ad oltre il 40. Gli skipetari, cui una prudente Macedonia aveva rinosciuto negli anni sempre maggiori diritti quanto a tasse ed istmz ione, adesso reclama�no con forai ima rappresentatività ancora più ampia. Ibrahim Rugova, un tempo moderato, adesso chiede al governo macedone «di ascoltare le rivendicazioni degli albanesi per evi�tare una drammatica escalation del conflitto». Ma la recente esperienza deir«Uck» spinge gli autonomisti verso l'indipendentismo, e gli indi�pendentisti ad imboccare la pericolo�sissima strada della guerrìglia. In queste ore il governo macedo�ne di coalizione si trova di fronte ad una scelta drammatica: affrontare la guerriglia con mezzi d'emergenza ma nello stesso tempo perdere l'ap�poggio dei partiti albanesi moderati, che minacciano una crisi immedia�ta. Se questo accadesse (e tutte le previsioni dicono che sta per succe�dere) d'ora in poi qualsiasi azione da^sereiUnii Macedonjia sarà sfrut�tata iSall'wck» come-episodio di guerra etnica. Insomma, comincia a riproporsi in una dinamica accelerata 0 copio�ne dei conflitti balcanici degli ultimi dieci anni. Le cose anzi paiono desti�nate a concentrarsi airoventando gli angusti spazi di una piccola repubbhca che finora era stata l'unica ad evitare il contagio della violenza. Analisti di tutto in mondo prendo�no atto soltanto oggi degli assurdi risultati di una guerra, quella del Kosovo, che pure aveva suscitato allarme fin dai primi momenti. Mircea Dan Geoana, presidente di turno dell'Osce e ministro degli Esteri ru�meno, invita la comunità intemazio�nale a «rimanere molto vigile e bloccare le vie di finanziamento alla guerriglia». Cari Bill, inviato delle Nazioni Unite nei Balcani e per anni «gover�natore» della Bosnia, dice di «ricono�scere in questo pericolosissimo con�flitto tutte le origini del dramma bosniaco». Geoide Robertson, segre�tario generale della Nato, annuncia che la Kfor userà elicotteri ed appa�recchiature elettroniche per sorvegharei confini. Lord David Owen, già ministro degli Esteri britannico e autore nel '93 di un piano di spartizione che forse avrebbe evitato in Bosnia una catena di orrori, dichiara al «Wall Street Journal» che forse è giunto il momento, «come nel 1878 con la Conferenza di Berlino», di riunire tutte le grandi potenze per ridiscute�re i confini e la stabilità dei Balcani. In effetti, a due anni appena dai bombardamenti del Kosovo e della Jugoslavia il bilancio strategico del�l'intervento conduce a constatazioni desolanti. L'appoggio «umanitario» ai kosovari si è trasformato in carbu�rante per sempre nuovi progetti indiDendentisti, la presenza militare dela Nato hon è in grado di controllare i fuochi d�guerriglia, i confini dell'in�stabilità si sono sempUcemente spo�stati più a Sud. Perfino l'Alleanza Atlantica sembra prepararsi a di�smettere il suo ruolo di controllo consentendo, com'è accaduto nel Pre�sevo, che forze dell'esercito jugosla�vo assumano il vero controllo della «fascia di sicurezza». Due anni dopo la più controversa azione militare nella storia dell'Alleanza, la sicurez�za ai confini del Kosovo è affidata non ai quarantamila soldati dell'Occi�dente ma a poche centinaia di milita�ri serbi con armamento leggero. I guerriglieri attaccano il centro di Tetovo con i mortai e feriscono un soldato tedesco del contingente Kfor Skopje annuncia una fascia «off-limits» per tutti, larga 100 metri, ai confini con Albania, Kosovo e Serbia ^Montenegro mm PRISTINA \ KOSOVO :... ^ |H 3 ■4 . '^"Tanusevci {. •skopje Kicevo rctf^ (Tirana ■■:-:t:. i Due giovani di Tetovo riforniscono di munizioni le forze di polizia macedoni, attaccate dagli albanesi I guerriglieri sparavano con i mortai dai fianchi del monte Beltepe, polizia ed esercito rispondevano dal quartiere periferico di Koltuk

Persone citate: Dan Geoana, David Owen, Ibrahim Rugova, Macedo, Robertson