Un Cechov di attualità di Monica Bonetto

Un Cechov di attualità AL CARIGNANO Un Cechov di attualità Lombardi e Tiezzi mettono in scena «Zio Vanja», una torrida estate alla villa DI IOPO aver frequentato per molte stagioni testi di autori come Beckett, Brecht, Genet e tra gli italiani primo fra tutti Testori, Sandro Lombardi e Federi�co Tiezzi hanno scelto quest'anno di lavo�rare su «Zio Vanja» di Anton Cechov. Lo spettacolo, interpretato da Lombardi e da Miriam Acevedo, Stefania Graziosi, Lucia Ragni, Alessandro Schiavo, Roberto Trifirò, Gianfranco Varetto e Massimo Verda�stro, ha la regia di Tiezzi e le scene e i costumi di Pier Paolo Risieri. Sarà rappre�sentato al Teatro Carignano da marted�20 a domenica 25 marzo (tel.011/517.62.46). «Gli autori che mi interessano di più ha affermato Tiezzisono quelli che, oltre ad aver scritto testi teatrali, hanno compiu�to una ricerca sul linguaggio della scena»; inoltre «"Zio Vanja" è un dramma che ha mantenuto la capacità di essere attuale, è tra i testi cecoviani il più teso e violento, non è solo la storia di un conflitto sul tema della natura: tutto è permeato dal senso del passaggio del tempo e delle illusioni perdute». Eppure apparentemente non succede nulla, nessun accadimento tragico, nessu�no scarto dalla normalità; soltanto un certo numero di personaggi che trascorro�no un'estate calda e afosa in una bella villa in mezzo al verde. Sono un medico, un professore universi�tario, una giovane moglie, un proprietario terriero, ima giovane figlia: ciascuno ha le proprie inquietudini, insoddisfatto del pre�sente cos�diverso da come lo si era sognato, illuso nei confronti di un futuro che non tarderà a tradire, pieno di astio e irritazione per chi sta accanto. Si odiano perché in fondo si riconoscono, possono specchiarsi l'uno nel fallimento e nella sterilità dell'altro: «sono tutti nervosi dice ancora Tiezzi perché hanno fallito il loro progetto di vita e non c'è più tempo per un'altra vita né per altri progetti». Tuttavia «Zio Vanja» non è un'ode alle occasioni perdute, al tempo andato e speso malamente, la malinconia non è certo il sentimento dominante come accade in altre opere cecoviane. «Non è un testo crepuscolare: è pieno di snodi comici. Non è un testo di pause: è percorso da un dinamismo totale. Le battute di Cechov hanno sempre angoli imprevisti, dinami�che speciali della mente e del cuore, trabocchetti dell'emozione». Ed è proprio questa concitazione ingovernabile che ap�partiene alla vita interiore e che si mostra perennemente in conflitto con la lentezza e l'indolenza del ménage quotidiano a creare tensioni sotterranee, a rendere il dramma febbrile e inquieto, a renderlo in qualche modo esplosivo. La traduzione del testo, commissionata appositamente per questa messinscena e realizzata tenendo conto delle scelte stili�stiche del regista, è opera di Fausto Malcovati. Monica Bonetto Un'immagine dell'allestimento di «Zio Vanja» al Carignano dal 20 marzo per la stagione dello Stabile