Amato: con Internet vinceremo la burocrazia di Roberto Ippolito

Amato: con Internet vinceremo la burocrazia Amato: con Internet vinceremo la burocrazia Bassanini annuncia computer nei bar e nelle tabaccherie Roberto Ippolito inviato a NAPOLI Proprio Napoli. Proprio la città che fu la culla dei Borbone, la dinastia sensibile ai privilegi ma non agli interessi reali della gen�te. E' lei a ospitare da ieri e fino a domani il Global Forum, l'incon�tro fra 120 Stati impegnati nella ricerca di nuovi strumenti per rivoluzionare le amministrazioni pubbliche a favore dei cittadini. Napoli è blindata per le preoccu�pazioni provocate dalle proteste del cosiddetto popolo di Seattle, gli avversari della globalizzazio�ne. L'ammodernamento degli ap�parati pubblici è «fattore di cre�scita civile, culturale, economica e sociale, di sviluppo della demo�crazia, di miglioramento della qualità della vita in ogni paese del globo» dice Franco Bassanini, ministro della funzione pubblica e artefice del Global Forum. Parlare di ammodernamento significa parlare di e-government, cioè dell'elettronica appli�cata alla macchina statale. E di questo discutono a Napoli i gover�ni, gli organismi promotori del Forum come l'Onu, la Banca mon�diale e l'Ocse (l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo) e i colossi delle telecomunicazio�ni e di Internet. E' il trionfo del computer. Ma non per tutti. Nitin Desai, vicesegretario generale dell'Onu, ricorda subito un dato terribile: «Quattro miliardi di abi�tanti del pianeta sono privati dell'accesso alla cultura, all'infor�mazione, al sapere». Bassanini, che domani consegna la prima carta d'identità elettronica e vuo�le portare terminali per i cittadi�ni in bar, tabaccherie, ristoranti e alimentari, avverte che «la condi�zione preliminare è mettere tutte le donne e gli uomini del mondo in grado di leggere e scrivere». Insomma, dice il presidente del consiglio Giuliano Amato, l'egovernemenl è un'opportunità per r«espansione dello sviluppo» ma anche un rischio per ^esclu�sione della sviluppo». Ecco un problema drammatico: il Global forum si interroga sul digitai divide, l'espressione inglese usa�ta per sintetizzare il pericolo della frattura tra paesi sviluppati e in via di sviluppo, fra ricchi e poveri, Nord e Sud del mondo. Bassanini segnala che «su po�co più di 400 milioni di utenti di Internet, l'Africa contribuisce con tre milioni, l'America Latina con 16». E «New York da sola ha più utilizzatori di Internet di tutto il continente africano». Il computer quindi è nelle mani di pochi. Pertanto, dice Amato, «i paesi industrializzati devono portare le nuove tecnolo�gie nei paesi in via di sviluppo». Ma per il presidente del Consiglio «la prima cosa» da «fare è aprire i nostri mercati ai loro prodotti»; solo cos�«possiamo dare subito prospettive di crescita». Del resto può perfino «suonare ironico» immaginare di portare Internet «dove il 300Zo dei bambini non raggiunge l'età adulta a causa di malattie che non sono causa di morte nei paesi industrializzati». La riflessione è amara, ma offre spunti per l'azione da pro�muovere. Sintetizza Bassanini: «Le nuove tecnologie dell'infor�mazione possono rappresentare la causa di nuovi fossati, nuove disuguaglianze, emarginazioni. Ma possono, al contrario, rappre�sentare la carta decisiva per vin�cere la partita fondamentale: quella per garantire a tutti pari opportunità». Si può fare davvero e presto qualcosa? Bassanini è convinto di si: «Il digitai divide può essere eliminato anche assai rapidamen�te» almeno dove ci sono «l'alfabe�tizzazione di base e una rete elettrica efficiente». Le tecnolo�gie dell'informazione «sono poco costose e non consumano grandi quantità di energia». Però «si deve delineare una nuova frontie�ra della cooperazione intemazio�nale». Ed è il sottosegretario alle comunicazioni Vincenzo Vita a far presente che «servono orga�nizzazioni intemazionali più inci�sive a cominciare dall'Onu che si deve far carico dei problemi». Nell'ambito delle Nazioni Unite opera l'Uit, l'Unione internazio�nale delle telecomunicazioni, che secondo Vita «è inadeguata e deve diventare invece una sorta di autorità mondiale delle comu�nicazioni impegnata ad allargare sempre più i confini dello svilup�po». Il premier: grazie alle nuove tecnologie daremo nuove possibilità di sviluppo alle nazioni più povere imi mmA w:'|i|,f. Il maxi manifesto calato ieri a Napoli dal popolo di Seattle sulla facciata della facoltà di architettura contro il Global Forum

Persone citate: Bassanini, Desai, Franco Bassanini, Giuliano Amato, Vincenzo Vita

Luoghi citati: Africa, America, Napoli, New York, Seattle