Centrosinistra, il giorno delle incomprensioni

Centrosinistra, il giorno delle incomprensioni Centrosinistra, il giorno delle incomprensioni Equivoci e polemiche, Rutelli conferma: non mi candido a Roma ROMA Nella storia dell'Ulivo il quindici marzo duemilauno passerà alle cronache come la giornata della ritirata su tutti i fronti: mentre si tentava di approntare una fatico�sa difesa sul caso-Luttazzi, Fran�cesco Rutelli faceva diffondere una nota nella quale confermava di «non candidarsi a Roma», pre�stando in questo modo il fianco agli sfottò di Gianfranco Fini: «Rutelli sta scappando...». E anco�ra: la minaccia dello stesso Rutel�li di presentare una lista con il suo nome, veniva prontamente smontata e smentita dai segreta�ri della Margherita. E come se non fossero bastati tutti questi segnah contraddittori, Walter Veltroni punzecchiava il suo ami�co Arturo Parisi («fa affermazioni sgradevoli»), salvo scoprire suc�cessivamente che la polemica tra i due si basava su un mezzo equivoco. Una giornata nera an�che dietro le quinte: Massimo D'Alema non ha per nulla gradito le allusioni critiche contenute nell'ultima intervista rilasciata da Francesco RuteUi («Si vince sul campo, non nei laboratori chiusi dove si fanno alchimie») e per qualche ora l'ex presidente del Consiglio ha meditato di repli�care, salvo poi ripensarci, alme�no per il momento. Ma la trincea difensiva più accidentata si è rivelata sicura�mente quella del collegio del Can�didato. Nelle settimane scorse erano rimbalzate boatos di tutti i tipi: «RuteUi si candida a Roma», «no andrà lontano dalla Capita�le», «si presenta soltanto nel pro�porzionale». Ma davanti alle indi�screzioni più recenti e agli sfottò delle veline e della stampa di centro-destra circa la sua «pau�ra» di presentarsi a Roma, il candidato dell'Ulivo è stato co�stretto ad uscire allo scoperto. E lo ha fatto con una nota del suo ufficio stampa: «Il candidato pre�mier ha già reso noto da tempo che non si candiderà a Roma, città nella quale è stato eletto in tutte le occasioni in cui si è presentato», dal 1983 in poi. In realtà, che Rutelli avesse deciso di dare forfeit non era «noto da tempo», come si sostiene nel co�municato. Probabilmente era no�to ai segretari dell'Ulivo, ma Ru�teUi non aveva mai espresso pub�blicamente questa sua convinzio�ne. Tanto è vero che Fini lo ha prontamente "provocato": «Lo sfido: si candidi a Roma, nel mio collegio di Prati». Certo, la sfida di Fini è più plateale che coraggio�sa, visto che U collegio che ha eletto deputato il presidente di An è quello dove il Polo ha ottenu�to la percentuale più alta (il 52,5^0) di tutta Roma. Ma Fini conclude: «Per me sarebbe suffi�ciente che si candidasse a Roma». Per il momento Rutelli ha deciso di presentarsi come capolista del�la Margherita in tre circoscrizio�ni proporzionali (Lazio, Puglia e Lombardia) mentre è ancora in�certissimo sul collegio, da ricer�carsi molto probabilmente nel triangolo rosso Emilia-UmbriaToscana, con l'ultima regione leg�germente "favorita". Smontato anche lo spaurac�chio della presentazione in "zona Cesarmi" di una lista-Rutelli da far nascere suUe ceneri della Mar�gherita. Il segretario popolare Pierluigi Castagnetti spiega che «il problema non si pone, proprio perché l'ambizione di Rutelli è quella di cambiare l'architettura del centro-sinistra». E quanto ad Arturo Parisi, il presidente dei Democratici è stato chiamato in causa ieri, nel corso della registra�zione di "Telecamere" dal diretto�re dell'espresso Giulio Anselmi che a Walter Veltroni ha chiesto: «In un'intervista rilasciata a noi, Parisi dice che lei è ulivista ma toma ad essere diessino nei mo�menti di difficoltà». E Veltroni: «Se lia detto proprio così, potrei dire lo stesso di lui: è ulivista ma toma ad essere della Margherita quando le cose si mettono male». Più tardi Parisi sosteneva: «Io non mi sono espresso in questi termini», anche se neWEspresso in edicola oggi quelle affermazio�ni di Parisi ci sono, sebbene non virgolettate. Un "incidente" che comunque ha messo a nudo la diffidenza tra Parisi e Veltroni, nata nei giorni della crisi del governo Prodi: in quelle ore Pro�di e Parisi capirono che Veltroni avrebbe tenuto sulla linea anti-ribaltone, ma qualche giomo dopo ritrovarono l'amico Walter segre�tario ds e D'Alema a palazzo Chigi. Da quel giomo Parisi, nelle chiacchierate private e scherzo�se, chiama Veltroni «il compare». Intanto in un'intervista a Tele�Lombardia, RuteUi ha sostenuto che «il soqDasso elettorale ci sarà sul filo di lana», «la campagna elettorale costerà 25-30 miliardi» e che «chi scappa dai confronti tv none un galantuomo», [f. mar.) Margherita in allarme per la minaccia dei candidato premier di presentare una lista con il suo nome Il Polo attacca sulla rinuncia a correre nella capitale Fini: «Lo sfido nel mio collegio»