Preso il portavoce di Provenzano di Francesco La Licata

Preso il portavoce di Provenzano Preso il portavoce di Provenzano «Volevo costituirmi, sono stanco di questa vita» analisi Francesco La Licata ROMA UN altro degli uomini di Bernardo Provenzano è ca�duto nella rete. Giuseppe Palazzolo, 56 anni, ex bancario e oggi imprenditore, originario di Cinisi (Ù paese della moglie di don Binnu), è stato catturato a San Cataldo provincia di Caltanissetta da una pattuglia dei carabinieri. Lui, Palazzolo, ve�dendo i militari sembra abbia detto: «Stavo venendo a costituir�mi. Sono stanco di questa vita pericolosa». A confermare la «stanchezza» del boss, il fatto che si sia fatto beccare col dentifricio nella valigetta, sintomo inequivo�cabile di consapevolezza della fine della libertà. E' ritenuto un collaboratore importante del «padrino», l'ex bancario poi divenuto proprieta�rio di una tenuta di cento ettari d'agrumi nelle campagne di San Cataldo. Si dice che, da qualche tempo, fosse lui il portavoce uffi�ciale del capo. Anzi, se qualcuno avesse voluto far pervenire ri�chieste o messaggi a Provenzano, non doveva far altro che rivolger�si a lui, unanimemente considera�to «pupillo» e prestanome di don Bernardo. Ora sembra essersi aperto un dibattito sul tema: si è costituito o no? E c'è un significato partico�lare nella eventualità che Palaz�zolo si sia consegnato spontanea�mente? Ovviamente la cattura di un uomo di Provenzano ha dato il via al sohto rituale delle previ�sioni sulla prossima cattura del boss. Era accaduto a gennaio, proprio in occasione della indagi�ne sugli affari che Palazzolo con�duceva per conto del «numer|3 uno» di Cosa nostra, quando si scatenò un incredibile tam-tam che dava per certo l'arresto di «Binnu». Ci fu chi addirittura ipotizzò che la «jirimula di Corleqne» fosse stata già catturata e che la notizia fosse tenuta nascosta dal centrosinistra, perché fosSe data in epoca più vicina alle prossime elezioni. Anche in questa occasione fioc�cano le dichiarazioni che parlano di rete che si stringe sempre ^i più attorno al grande latitante. Sarà vero? A ben guardare la reazione dei segugi più raffinati, la cattura di Provenzano sembra essere sfumata la mattina del 30 gennaio, quando nel casolare di Mezzojusp la polizia arrestò Be�nedetto Spera («vero» luogotenen�te del boss) convinta di stare per mettere le mani addosso a don Binnu. Quella fu l'autentica occa�sione mancata, com'è stato suc�cessivamente confermato da al�cune intercettazioni tra "mafiosi che commentavano il mancato arresto di Provenzano come un insperato colpo di fortuna: per�ché quella mattina, subito ap�presso a Benedetto Spera, dove�va esserci la macchina che porta�va lui, il «numero uno». Eppure colpisce molto l'imma�ginario collettivo il susseguirsi di blitz che si concludono con l'arre�sto di persone vicine a Provenza�no. Per la verità, ogni tanto si sbaglia: come nel caso della cattu�ra di Vincenzo Virga, che, come gli investigatori di Trapani pun�tualizzano, non è affatto un uo�mo di fiducia dei «corleonesi». Anzi, ci fu un momento in cui sia Totò Riina che Bernardo Proven�zano lo cercavano per liquidarlo. Errori a parte, il dato certo è che lui riesce sempre a farla franca. Fortuna, abilità, amicizie in alto loco? Anche su questo argomento si sono spesi fiumi di parole, senza ottenere certezze. Come spiegare, allora, questa im�provvisa «morìa» di amici del boss? Una spiegazione, forse, ci sarebbe, e riguarda soprattutto la gran mole di lavoro che gli investi�gatori dei vari organismi conti�nuano a svolgere sul fronte delle collusioni tra mafia e società civi�le, tra economia, pohtica e Cosa nostra. Ogni volta che ci si imbat�te nelle storie dei soldi mafiosi, cade un amico di Provenzano. Ciò vuol dire una sola cosa: che don Binnu è il grande collettore nella gestione degli appalti pubblici. Ovviamente si serve di teste di cuoio e collaboratori più che fida�ti. A Cinisi, per esempio, Palazzo�lo badava alle gare per la costru�zione dell'ipermercato, perla nuo�va ferrovia. E dava un occhio anche alle campagne elettorali. I suoi amici imprenditori arrivava�no a litigare persino su chi, tra concorrenti dello stesso schiera�mento di centro destra, dovesse prendere più voti. Un altro fian�cheggiatore di Provenzano, quel Nicola La Barbera arrestato con Spera, ha fatto scoprire la corri�spondenza del boss con moglie e figli. Lettere tenere, ma anche piene di concretezza. E il pensie�ro di tutto il nucleo familiare è rivolto ai miliardi di ((Agenda 2000» (finanziamenti pubblici al�la Sicilia). Già, ancora gli appalti. Giuseppe Palazzolo era sfuggito alla cattura due mesi fa

Luoghi citati: Cinisi, Provenza, Roma, San Cataldo, Sicilia, Spera