Il mio POPE è come un rock di Silvia Ronchey
Il mio POPE è come un rock Suonano e girano videoclip: cos�i monaci ortodossi di Triforko conquistano l'hit parade greca Il mio POPE è come un rock Silvia Ronchey ATENE HA battuto Madonna, ha fatto dimenticare i più famosi cantanti. Ha con�quistato in Grecia il disco di platino con 52.000 copie esau�rite. Il profilo del monaco ortodosso nerovestito, magro, pallido, con una folta barba nera e una lunga coda di cavallo, si erge in cima a una montagna. Rivolto alle nuvo�le, ai gabbiani e al mare in lontananza, il monaco canta. Non sta salmodiando, non mo�dula gli inni della millenaria liturgia bizantina: intona una canzone rock. «Ho imparato a vivere libe�ro», si intitola la canzone, ed è ancora in testa alla hit parade. Il videoclip, opera artigianale e abbastanza rudimentale dei confratelli dell'oscuro mona�stero appollaiato sui monti della Focide, Trikorfo, imper�versa da mesi nelle case, nei bar e nelle discoteche di tutta la Grecia. Ma il CD omonimo è stato prodotto e venduto sen�za codice a barre. E questo è già un segnale, un messaggio. Il codice a barre compare spesso nel videoclip, lampeg�gia a intermittenza in primo piano, avvolto dalle fiamme. Infatti, è una delle invenzioni sataniche della modernità con�tro cui il testo della canzone lancia la sua sfida. Cos�come la tastiera del computer. Cos�come l'immagine ossessiva di un satellite che controlla dal�l'alto il globo terrestre e dise�gna la rete di Internet, unico padrone di un cielo vuoto, disertato dalle schiere angeli�che degli antichi affreschi. «Ma la storia non si dimenti�ca», canta il cupo papàs sco�prendo i denti. In basso, piccoli uomini alie�nati si accalcano nel traffico, stanno inchiodati davanti alla TV o al PC, sorseggiano aperiti�vi dai colori elettrici in qual�che squallido American Bar. Stanno godendo i privilegi del�la modernità: che sono in realtà, suggeriscono le immagi�ni e le parole della canzone, opere del diavolo. La tecnolo�gia e il progresso hanno sot�tratto agli abitanti del pianeta la vera libertà. «Vivi per farti schiavo!», scandisce a ritmo di rock, ieratico, il cantante. Il suo nome è Panteleimon. I confratelli di Trikorfo arranca�no alla chitarra e alla batteria. «I capi, i magnati, i banchieri, i proprietari di canali televisi�vi condizionano i tuoi figli. Il progresso divora l'amore, la verità, la giustizia. Fratello, resisti!». Una sequenza di im�magini mostra le sofferenze del Terzo Mondo, la creatività del suo artigianato, i pericoli della globalizzazione. In un'al�tra canzone del CD il protago�nista è decisamente uno «Tsipakl», alla lettera un «Piccolo chip di Computer». E Pantelei�mon canta: «Sono un chip, sono cos�piccolo, ma ti porte�rò alla schiavitù». I monaci autori del video e del Cd sono noti con il nome di Eléfteri, «i liberi». Oltre a suonare il rock si dedicano, tra le montagne, al rafting e al climbing. Gestiscono un cam�po per ragazzi ed è stato «constatando il loro disagio», ha dichiarato l'archimandrita Nectarios, capo spirituale e manager del gruppo, che han�no composto le loro canzoni: «per dare ai giovani», ha detto, «valori nuovi». Ma il «nuovo», come c'era da aspettarsi, non è piaciuto per nulla al Sacro Sinodo della Chiesa Greca, che ha messo i monaci di Trikorfo sotto accu�sa. L'austera cultura ecclesia�stica ortodossa adora la tradi�zione, non ha mai somigliato alla decadente Roma dei fasti papali né alla recente Roma dei fasti giubilari, dei concerti pop in Vaticano, delle messe con la chitarra, delle benedi�zioni elargite dai cardinali ai cantautori redentori dei giova�ni. Il dominio dei media e anche del mercato discografi�co lo ha lasciato serenamente a Giovanni Paolo II, in vetta alle classifiche l'anno scorso con la compilation «Abba Pa�ter». La chiesa ortodossa prefe�risce gli inni, professa la teolo�gia dei padri, il silenzio dei mistici, l'understatement. Si occupa se mai della tutela dell'ambiente, ma sempre in modo riservato, aristocratico e austero. La chiesa ortodossa . non ama il clamore dei media. Ma poi, dopo molte controver�sie la notizia è di oggi è arrivata a un compromesso. Ha concesso il perdono all'ar�chimandrita Nectarios, a pat�to che Panteleimon, il cantan�te del gruppo, non porti più l'abito monastico quando si esibisce, in video o in voce. Sono buoni cristiani, allora, i «Liberi» di Trikorfos? Se il sinodo ha fatto un passo indie�tro, non altrettanto fanno, in Grecia, intellettuali e giornali�sti, che hanno denunciato cer�ti lati oscuri dello spregiudica�to e bene introdotto Nectarios. L'idilliaco monastero filmato nel videoclip è definito una «Disneyland dei Miracoli» nel cubitale titolo di uno dei prin�cipali quotidiani greci, l'Elefterotypìa, che domenica scorsa ha denunciato le speculazioni edilizie e commerciali celate dietro le sue mura e dietro l'ambigua personalità del suo abate. Qualcosa di ancora più in�quietante si nasconde dietro le proteste antitecnologiche del�le canzoni dei monaci rock: uno strisciante nazionalismo e un esplicito antisemitismo. «Parlano di pace e poi bombardano», canta Panteleimon, e sullo schermo viene irrisa la figura pacificatrice di Rabin, seguita da immagini della guerra in Palestina. Soprattutto, il Protocollo dei Savi di Sion, testo base della propaganda antisemita nazista, troneggia nell'imponente settore merchandising del monastero di Trikorfo. Quel codice a barre avvolto dalle fiamme come i libri di Fahrenheit 451, quel microchip che parla come Mefistofele dovevano in effetti metterci sull'avviso. Doveva essere un monaco vestito di nero, palli�do trash di un moderno Savo�narola, a segnalarci che l'insi�dia del fanatismo e del populi�smo reazionario può sempre affiorare dietro le frange del�l'ideologia di Seattle e dietro la demonizzazione della Rete dei computer. Si chiamano «I liberi», combattono tecnologia e progresso, hanno contro la Chiesa e i mass media L'archimandrita Nectarios, capo spirituale e manager degli Eléfteri, con il cantante Panteleimon che mostra il disco di platino. In alto il Cristo Pantokràtor sulla volta di una chiesagreca
Persone citate: Abba, Fratello, Giovanni Paolo Ii, Rabin, Savo
A causa delle condizioni e della qualità di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico può contenere degli errori.
© La Stampa - Tutti i diritti riservati
- Altre scosse di terremoto in Riviera La folla fugge dallo stadio di Savona
- Scendevano ad Alba da tutta la Langa per trovare la profumiera «squillo»
- Il Giro secondo Dezan
- Il Concilio cancella dopo 20 secoli le assurde accuse contro gli ebrei
- L'assicurazione contro tutte le malattie degli operai
- Le fucilazioni ordinate per rappresaglia antinazista
- Una vicenda allucinante scoperta in un istituto di Cortina
- Quattro anni alla profumiera di Alba che aveva organizzato una "casa squillo,,
- Le accuse contro Giuseppe Faletto al vaglio delle perizie balistiche
- Mosca e le "sorprese baltiche,,
- Altre scosse di terremoto in Riviera La folla fugge dallo stadio di Savona
- Le fucilazioni ordinate per rappresaglia antinazista
- All'esordiente alto due metri Ú piaciuto il gioco di Rivera
- Il Giro secondo Dezan
- Scendevano ad Alba da tutta la Langa per trovare la profumiera «squillo»
- Uccise per rapina l'amico e gettò il corpo in un tombino
- LA GUERRA e gli anglosassoni
- Niente lesioni sul cadavere del paziente
- L'incredibile e drammatica vicenda
- Schliemann genio bugiardo
- « Non siamo tutelati dallo Stato »
- Strage della funivia, scontro fra Italia e Usa
- Altre scosse di terremoto in Riviera La folla fugge dallo stadio di Savona
- Pippo Baudo: torno al mio primo umore
- Le fucilazioni ordinate per rappresaglia antinazista
- Un sessantenne uccide l'amante: «Mi tradiva»
- Il ritorno del Duce a Roma
- Bettega con la 131 polemiche a Biella
- Vincenzo Timpano, 24 anni (la prima vittimale l'indecifrabile figura di Lo Presti
- La Figc sta già indagando sulle accuse di Auriemma
In collaborazione con Accessibilità | Note legali e privacy | Cookie policy