Julia, la prigioniera di Kuchma
Julia, la prigioniera di Kuchma Ex vicepremier e ora icona dell'opposizione: laTimoshenko, affarista nata, aveva conquistato con il marito Aleksandr il monopolio del petrolio Julia, la prigioniera di Kuchma La rivale del presidente è da un mese in carcere AnnaZatesova MOSCA «Ja ni zlamalas, a ti?» Io non mi sono piegata, e tu?, interroga la scritta sotto la foto di una bella donna che guarda da dietro le sbarre. Questo manifesto è riap�parso anche ieri sulle piazze di Kiev, dove l'opposizione è tornata a fronteggiare il presidente. L'ar�ma principale dei nemici di Leonid Kuchma non sono le pietre, ma lo sguardo pieno di rimprove�ro e sfida che lancia contro il suo ex boss Julia Timoshenko, la ma�donna della rivolta. Da magnate al vertice del pote�re a icona dell'opposizione, in tutte le sue incarnazioni Julia è sempre riuscita a essere una star. Perfino �suoi nemici la riconosco�no come il personaggio più cari�smatico del Paese, soprattutto sul�lo sfondo dello scialbo Kuchma. Bella, giovane e intelligente, ha fatto la carriera più fulminante dell'ex Urss, dura oome un carro armato e affascinante come una star di Hollywood. Diventata vice�premier, cominciava a sognare la presidenza nel 2003 quando, il 13 febbraio, Kuchma l'ha chiusa in carcere, accusata di corruzione. Se c'era qualcosa che mancava per trasformare Julia Timo�shenko in leggenda era l'arresto. Lo stile «Lady J» viene imitato dalle ragazze di Kiev: capigliatura nera al vento, pochissimo trucco, modi scattanti, tailleur grigi su camicie bianche, tacchi alti e facci�no magro e serio. Madre di una figlia teenager, la Timoshenko a 40 anni ne dimostra dieci di meno, inerito del tennis e di una dieta rigida: un look completamente inedito oltre la cortina di ferro, una donna di successo come pri�ma se ne vedevano solo nei film americani. Una" favola ucraina che nasce nel caos del crollo dell'impero, quando Julia si era appena diplo�mata con lode in economia per andare a lavorare nella fabbrica di missili, diretta all'epoca da Kuch�ma. Lui aveva ancora la tessera del pcus in tasca, lei era piena di ambizione e voglia di una vita piena di cose più belle degli Ss-20. L'impero Timoshenko nasce da una cooperativa di videocassette pirata, alla fine degli anni '80. Poi ha fabbricato jeans e magliette, fatto commerci di tutti i tipi: la futura eroina dell'opposizione si è buttata in ogni nuova avventura che il nascente capitalismo le offriva. Fino a trovare la sua miniera d'oro: nell'Ucraina che deve la luce e il calore solo all'energia russa, la Timoshenko, con il mari�to Aleksandr, conquista il monopo�lio del gas e del petrolio. E' proprio in quell'attività che ora scavano i magistrati ucraini, secondo i quali Julia avrebbe trafugato 450 milio�ni di dollari, contrabbandato gas e distribuito tangenti per 69 milioni per entrare nel governo. A Kiev scrollana le spalle: per nessuno è mai slato un segreto che la società della bella vicepre�mier rivendeva il gas russo al�l'estero, mentre l'Ucraina affonda�va in un mare di debiti contratti con il Cremlino. Ma non era l'uni�ca. Il vero motivo dell'arresto di «Lady J», a sentire sia la piazza sia gli analisti politici, è stato il suo tentativo di demolire la privatizza�zione del settore energetico, già spartito tra un gruppo di magnati vicini al presidente. E il suo cari�sma politico: all'inizio di febbraio la Timoshenko ha riunito i fram�menti dell'opposizione in un fron�te che si è scagliato contro Kuch�ma. Oppositrice e donna al potere, prorussa e filoccidentale, superricca e vittima: in tutte queste tra�sformazioni la Timoshenko si è dimostrata sempre e soprattutto inflessibile. Sapeva di rischiare l'arresto: il marito Aleksandr è in carcere da sei mesi, accusato di aver rubato allo Stato 800 milioni di dollari. Julia si portava sempre dietro una valigetta con il necessa�rio per la prima notte in galera: tuta e scarpe da ginnastica, denti�fricio, spazzolino e Maalox per l'ulcera. Il nuovo look da martire è stato un successo. In suo nome la folla scende in piazza. Nessuno ha più sentito la sua voce, ma tutti sono convinti che sia lei a dirigere con fili invisibili le alte e basse maree della protesta. La «principessa del gas» è diventata la «Giovanna d'Arco» di Kiev, per rimanere la donna più potente dell'Ucraina. Giovane e intelligente, dura come un carro armato e affascinante come una star: è accusata di corruzione Julia Timoshenko, quando era ancora vicepremier, con il sindaco di una città ucraina nel corso di una visita
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