Il soldato e l'impiegatuccia "anno zapping con la vita di Masolino D'amico

Il soldato e l'impiegatuccia "anno zapping con la vita Il soldato e l'impiegatuccia fanno zapping con la vita «Proprio quella notte»: le short stories di Wolff, erede di Carver: il lettore è come un telespettatore cui venga imposto il passaggio sistematico tra canali che trasmettono film a lui sconosciuti RECENMasd'AACCLAMATO come erede del più anziano Raymond Car�ver, spesso accostato anche al suo quasi coe�taneo Richard Ford, Tobias Wolff (n. 1945) è maestro di un certo tipo di «short story» americana moderna, cui viene talvolta appli�cata l'etichetta di "dirty realism" o realismo sporco "sporco non nel senso di cochon, diciamo con gli occhi rivolti verso aspetti poco romantici della vita americana più squaUida e provinciale. Wolff appare peraltro molto più eterogeneo di Carver, sia come tono, che non è sempre né necessa�riamente asciutto e spassionato, sia come argomenti, che coprono ambienti e anche epoche diverse. Inoltre Wolff si spinge un poco più in là di Carver per quanto riguar�da la natura stessa della short story. Che cosa è infatti una short story? Noi itahani dovremmo sa�perlo benissimo, perché da Boccac�cio a Pirandello il racconto, a differenza del romanzo, fa parte fondamentale della nostra tradi�zione. Nella accezione classica, la short story, novella o come la voghamo chiamare racconta una vicenda breve e circoscritta: un aneddoto, a differenza di un ro�manzo che ha bisogno di molto più spazio e tempo. IONE ino ico *. Giunto alla perfe�zione alla fine del se�colo scorso e con gli inizi di questo (Maupassant, Cechov, 0. Henry), il genere sub�poi, con Joyce e con Katherine Mansfield, una evoluzione in sen�so psicologico. Al narratore non interessava più impostare un epi�sodio più o meno intricato per risolverlo con una battuta o con ima trovata, quanto fotografare una illuminazione; evocare un momento in apparenza persino banale, ma che cambia forse defi�nitivamente la vita interiore dei personaggi, i quali possono intui�re qualcosa, scoprire qualcosa, prendere atto di qualcosa, e via dicendo. Le «short stories» di Carver (e di Ford) appartengono talvolta al primo gruppo, quello classico episodio Con risvolto finale talaltra al secondo, quello moderno personaggio che si imbatte in una qualche forma di verità. Ora, nelle «short stories» di Wolff non avvie�ne né la prima né la seconda cosa; vale a dire, l'autore crea una situazione, magari ima tensione, un conflitto, ma poi non risolve e nemmeno lascia che i suoi perso�naggi ne imparino alcunché. Mo�stra, semplicemente, e con grande autorevolezza. Il lettore è come un telespettatore cui venga impo�sto dello zapping sistematico tra canali che trasmettono solo film a lui sconosciuti: ossia, piomba su una trancia di vita perfettamente coerente, la segue per un po', e poi, magari proprio quando comin�ciava ad appassionarsi ("come fini�rà?"), è costretto ad abbandonarla. Non tutti i racconti di Wolff sono così, ma lo sono quasi tutti i migliori. In questa categoria rien�tra, per esempio, «Sanità di men�te», dove due donne, matrigna (tacchi alti, elegante, sicura di sé) e figliastra (goffa, complessata) camminano verso la fermata del�l'autobus, reduci dalla clinica psi�chiatrica in campagna dove sono state a visitare il rispettivo marito e padre colpito da un esaurimento nervoso. Nella categoria canonica si tro�va invece «L'altro Miller». Un soldato durante le manovre viene improvvisamente mandato a casa perché gli è morta la madre: lui è sicuro che si tratta di un errore, esistendo un altro col suo nome e cognome, ma ne approfitta per concedersi una pausa. Qui il risvol�to c'è, e non sorprende il lettore smalizialo. In tutto la raccolta contiene quindici pezzi, che percorrono va�ri ambienti l'esercito, l'universi�tà, l'appartamentino condiviso da certe impiegatucce, una banca du�rante una rapina e impostano rapporti umani di molti tipi la sorella che tutta la vita ha protet�to il fratellino dalle feroci prepo�tenze del padre, il professore soli�tario che si innamora di una don�na appena intravista in un bar, rendendosi assurdamente mole�sto. Sono tutti scritti con sapienza ammirevole, e almeno uno, quello intitolato «Neve fresca», è un capo�lavoro. RECENSIONE Masolino d'Amico *. Tobias Wolff, nato nel 1945, è considerato un maestro del racconto breve: « allievo» di Carver, ma più eterogeneo, per toni ed argomenti Tobias Wolff Proprio quella notte trac/, di Laura Noulian, Einaudi, pp. 228, L 17.000 RACCONTI