Echelon, il «grande orecchio» esiste

Echelon, il «grande orecchio» esiste Le conclusioni della commissione d'inchiesta creata dal Parlamento europeo Echelon, il «grande orecchio» esiste «Ma non ci sono prove di un suo uso a fini economici» BRUXELLES Il «grande orecchio» che intercetta e ascolta le telecomunicazioni mondiali esiste, ed è un sistema che per motivi tecnici e geografici deve coinvolgere almeno Gran Bretagna, Stati Uniti, Austraba e Nuova Zelanda. Lo ha affermato ieri il relatore della commissione d'inchiesta creata dal Parlamento europeo per indagare sul caso «Echelon», il socialista tedesco Gerhard Schmid, nel corso di un incontro con i cronisti a Bruxelles. «Non so se tale sistema si chiami Echelon o meno ha sottolineato Schmid ma è provato che è in funzione e che permette di ascoltare a bvello mondiale tutte le conversazioni effettuate attraverso i normali sistemi di telecomunica�zione, anche se non esistono prove che sia stato mai usato dagli Stati Uniti per fornire informazioni economiche riservate alle pro�prie imprese». «Per installare un sistema di intercettazio�ne mondiale ha affermato Schmid si deve poter disporre di almeno tre stazioni d'ascol�to basate una sull'oceano Atlantico, una sull'oceano Indiano e una sull'oceano Pacifi�co: noi sappiamo che in tutte e tre le aree esistono stazioni d'ascolto nelle quali lavora�no gli americani, o nelle quali ci sono persone che lavorano per loro conto». Secon�do il relatore dell'Europarlamento la confer�ma dell'esistenza del sistema di intercettazio�ni deve spingere le industrie europee a una cautela estrema, dal momento che in teoria potrebbe essere usato a scopi di spionaggio industriale. Nessuna certezza è emersa sul fatto che quello individuato sia l'unico «grande orec�chio» in ascolto: sempre in linea teorica «esiste anche imo Stato membro dell'Ue ha affermato Schmid in un trasparente riferi�mento alla Francia che ha la possibilità di creare lo stesso tipo di struttura, visto che possiede territori nelle aree necessarie». Il relatore ha poi gettato acqua sul fuoco del «caso Perkins», nato la settimana scorsa in seguito alle affermazioni del responsabile del servizio criptaggio delle comunicazioni della Commissione europea, il quale avrebbe fatto testare dalla National Security Agency statunitense l'impenetrabilità delle comuni�cazioni cifrate dell'eurogovemo. «Non vedo a che cosa possa servire una commissione d'inchiesta su questo caso specifico ha dichiarato Schmid rispondendo alla doman�da di un cronista dal momento che non ci sono documenti da esaminare e che Perkins non potrebbe nemmeno essere oggetto di un'audizione sotto giuramento in quanto il regolamento dell'Europarlamento non preve�de questo tipo di procedura». Il relatore si è dichiarato ottimista sui potenziali rischi: «Dal momento che non sembra sia stata comunicata alcuna chiave o alcun codice di decriptaggio non credo che ci siano pericoli», ha detto. [Ansa]

Persone citate: Gerhard Schmid, Perkins, Schmid

Luoghi citati: Austraba, Bruxelles, Francia, Gran Bretagna, Nuova Zelanda, Stati Uniti