«Sono a rischio gli allevamenti»

«Sono a rischio gli allevamenti» LA PAURA DEI PRODUTTORI «Sono a rischio gli allevamenti» Vanni Cornerò ROMA LA paura è grande. Le fiam�me dei roghi su cui si consu�mano le carcasse degli ani�mali abbattuti per fermare l'af�ta illuminano l'Europa di foschi baghori. L'Italia, per ora, conser�va la sua immunità e gli allevato�ri fanno gli scongiuri: se le difese anticontagio cedessero, sarebbe un disastro. Basterebbe una smagliatura nella rete di protezione e la «morte nera» rischierebbe di diffondersi nella Penisola come l'acqua che trova una falla nella diga. «I danni che si potrebbero verificare supere�rebbero di gran lunga quelli del 1993, l'ultima volta in cui l'afta epizootica fece la sua comparsa in Italia dice Andrea Belloli, residente dell'Associazione Itaiana Allevatori, che raggruppa oltre 50 mila grandi aziende zootecniche -. Questa volta è a rischio la sopravvivenza stessa del settore». Addirittura, presidente? Ci può spiegare meglio? «E'presto detto: se l'afta si dif�fondesse in Italia, paese già di per sé deficitario tanto come produzione di latte che di carne, si dovrebbero falcidiare gli alle�vamenti con gli abbattimenti e non ci sarebbe modo di sostitui�re i capi eliminati, perchè si aprirebbero lo porte al pericolo di importare bovini che covano il morbo della "mucca pazza". Siamo tra le ganasce di una tenaglia annientatrice». Nel 1993 l'afta è passata, ma gli allevatori italiani se la sono cavata. Perchè oggi non dovrebbe succedere la stessa cosa? «Perchè fino al '92 si sono esegui�te le vaccinazioni per prevenire l'afta, poi BruxeUes ha deciso di farle sospendere e l'afta si è ripresentata. Però, allora, una gran parte dei bovini italiani era vaccinata di recente e quindi il contagio si è contenuto in alcu�ne aree. Oggi non possiamo più contare sulla copertura di vacci�nazioni eseguite di recente e i danni sarebbero di entità enor�me». Come mai la comunità euro�pea decise la sospensione delle vaccinazioni? «Si è privilegiato il concetto della negatività, ossia: se c'è un caso si abbatte l'animale e non si ricorre a nessuna misura di profilassi preventiva. Questo per evitare la presenza di anti�corpi nell'animale». Chi consumava la carne o il latte del capo vaccinato cor�reva rischi? «No, ma i mercati internaziona�li esprimono una decisa prefe�renza per gli animali non vacci�nati e allora si è deciso così. Potrei aggiungere che questo problema riguardava soprattut�to paesi grandi esportatori di bovini, come Germania e Fran�cia, che dovevano competere con la concorrenza Usa e suda�mericana, aree in cui la vaccina�zione generalmente non si prati�ca». Perchè in America se ne può f cure a meno? «Per le grandi dimensioni del Continente, le enormi distanze che ci sono tra un allevamento e l'altro, per il fatto che le man�drie sono brade». Quindi nelle decisioni di Bruxelles ha prevalso la logica del profitto? «Bè, diciamo che ha prevalso una logica commerciale». La vaccinazione è fonda�mentale? «Credo che parlino i fatti: l'epi�demia di afta è scoppiata in Gran Bretagnet, paese che stori�camente più di ogni altro si è astenuto dalle vaccinazioni». L'animale che si ammala d'afta è incurabile? «In teoria si può curare, ma è come rianimare un cadavere. La bestia è talmente provata che non rende più, meglio abbatter�la». Bloccare le frontiere e la circolazione degli animali è una misura necessaria? «Assolutamente necessaria, an�zi io sostengo che non dovrebbe solo valere per gh animali vivi, ma anche per quelli macellati. La diffusione del contagio è rapidissima e può avvenire in qualunque modo: con i coperto�ni di im camion o le scarpe. Per questo non c'è da sorridere da�vanti a misure che prevedono la disinfezione delle suole dei passeggeri negli aeroporti. Per scon�giurare un disastro di dimensio�ni drammatiche non bisogna tralasciare la minima possibili�tà». Nessun dubbio sul fatto che l'afta epizootica non sia un pericolo per l'uomo? «I consumatori possono star tranquilli: gli esseri umani non corrono rischi. Vorrei poter dire lo stesso, con altrettanta certez�za, della nostra zootecnia. Se qualcosa va storto gh allevamen�ti italiani rischiano l'annienta�mento irreversibile». «Si è rinunciato ai vaccini per una logica commerciale» «Blocco alle frontiere un passo indispensabile» Agricoltori manifestano alla frontiera d�Ventimiglia

Persone citate: Andrea Belloli, Vanni Cornerò

Luoghi citati: America, Bruxelles, Europa, Germania, Italia, Roma, Usa