Gent, regina di Fiandra tra vento e gotico fiorito

Gent, regina di Fiandra tra vento e gotico fiorito LA PERLA DELL'INTERO TERRITORIO FIAMMINGO NON E ANTWERPEN E NEPPURE BRUGGE Gent, regina di Fiandra tra vento e gotico fiorito REPORTAGE Gianni Ranieri conti di Fiandra tifavano per la Francia. Gli abitanti di Gent la città che i francofo�ni chiamano Gand non li potevano soffrire i francesi, pre�ferivano Edoardo III. Dall'In�ghilterra arrivava la lana e Gent era celebre in tutto il mondo allora conosciuto per le cose stupende che sapeva com�binare con quelle lane preziose. Nel Quattrocento i fiamminghi di Gent si davano un sacco di arie e continuarono a fare la ruota sino a quando Carlo V non li rimpinzò di tasse. E mentre Anversa (Antwerpen) diventa�va il centro economico umani�stico dell'Europa e sfornava Brueghel e Otto Venius, Mercator e Juste-Lipse, de Vrient e Pevemage, a Gent i lanieri pren�devano fuoco. Successe un pan�demonio. Carlo V ne abolì, ba�stonò e imprigionò parecchi e, sebbene si trattasse di persone toste, la splendida e ricchissima Gent cominciò ad essere un po' meno splendida e ricca, si calò nella depressione. Nel 1556 scoppiò nelle Fiandre il furore iconoclasta. La Spagna dissemi�nò il Paese di graticole. Filippo II, tra un autodafé e uno spiedo, attendeva che Giuseppe Verdi lo mettesse in musica. Sul match Filippo li-Fiandre, Schiller offr�una sua forte, netta, vistosa interpretazione. Verdi lesse Schiller e ci lavorò sopra a modo suo, dando vita al Don Carlo. Atto secondo, qua�dro secondo. Filippo scende le scale della cattedrale di Nostra Signora d'Atocha dopo la ceri�monia dell'incoronazione e si prepara a godersi lo spettacolo d'un arrosto di massa. Un grup�po di deputati fiamminghi gui�dati da Don Carlo gli s'inginoc�chia davanti e implora invano pietà per la propria terra. Segue inevitabile dramma familiare, in quanto il ribelle Carlo è figlio di Filippo, innamorato della mo�glie del re e nipote di Carlo V. Benché i librettisti di Verdi Frangois Joseph Méry e Camille du Lode non ce lo dicano, tutto lascia supporre che i poveri deputati provenissero proprio da Antwerpen e da Gent. Vlaanderen significa Fian�dre. La città più soda, bella e intelligente dell'intero territo�rio fiammingo non è Antwer�pen e neppure Brugge, è Gent. Questo a sentire coloro che abitano a Gent e stando a quan�to riportano i pochissimi che riescono a capire più di quattro o cinque parole della lingua di Jan van Eyck e Rick van Looy. Ad Anversa ridono e il riso non ha bisogno di essere tradotto. Nel Brabante fiammingo, quel�lo intomo a Bruxelles e dove fei mangia in modo impareggiabi�le, affermano che a Gand hanno la mania di grandezza. Nell'in�tento di saperne di più, non commettete l'errore di rivolger�vi a un fiammingo in francese. Sé è di buon umore si limiterà a non rispondere. Dialogate con lui in qualsiasi altro idioma, anche turco o inventato di sana pianta. E' un consiglio che vie�ne dai valloni, che dei fiammin�ghi hanno un'idea affatto parti�colare. Ma Gand è bellissima. E ha una impressionante cattedrale gotica (inizio lavori 1200, fine 1531), San Bavone, dentro la quale potrebbe entrare San Si�ro, inteso come stadio. Invece di San Siro, ci sono i dodici pannelli originali che costitui�scono lo splendido polittico di Jan van Eyck, requisito dai tedeschi durante la Seconda guerra mondiale e restituito nel 1945. San Nicola (XIII sec), San Giacomo (XII e XIV sec.) e San Michele (XV e XVII sec.) non sono meno spettacolari. Nessun'altra città belga ha mantenu�to come Gent i segni del suo passato fastoso. Le case delle Corporazioni (1200-1600) che alzano le loro facciate teatrali sul lungo fiume delle Erbe, il gotico fiorito dei palazzi dei borgomastri, la torre di Belfry (XIV sec.) gigantesca e fiera del dragone di rame dorato che ne arricchisce la cima dal 1377, il cupo castello dei conti di Fiandra (1180) costruito da Filippo d'Alsazia per rinchiuderci i tur�bolenti, di cui mai nelle Vlaan�deren si è sentita la mancanza, le tenere stradine che di sera riflettono le tremolanti luci arancione sulle acque color sep�pia del Lys, le improvvise, inat�tese aperture delle enormi piaz�ze di mercato con le loro fontanine e donnine e secchiellini di pietra che sembrano piccini pic�cini, le indimenticabili tavole di ristoranti tra i massimi d'Euro�pa, tutto questo è la perfetta scenografia per attori intera�mente consegnati a un umore che, nel giro d'un'ora, può pas�sare dall'allegria chiassosa del Carillon delle 52 campane (XVII sec.) alla tristezza del fortilizio di Filippo d'Alsazia e alla seve�ra dolcezza del Béguinage. Dopo essersi saziati di castel�li in stile Renaissance flamande ad Anversa e aver trascorso un quarto di giornata nella casa e nell'atelier da miliardario d'al�lora di Rubens, s'impone, per conoscere i bicipiti e le vene delle Fiandre, un wegwijzer (un itinerario) nelle Vlaanderen da Gent a Meerbekee, 20 chilome�tri da Bruxelles, tralasciando per una volta la super illustrata Brugge che, a detta degli abitan�ti di Gent (e nella traduzione approssimativa dei valloni), sa�rebbe addirittura l'imitazione della vetrina stucchevole d'una sovraccarica pasticceria. Eccoci di fronte e in mezzo a praterie sulle quali corrono al�l'impazzata le ombre di nuvole velociste, spinte da un vento incanaglito, un attimo accese di luci abbaglianti e un attimo dopo crivellate da barili di piog�gia. Esigue strade nevrasteni�che s'impennano e ricadono co�me delfini. Sono i muri a pavé di cui ogni paesino è provvisto. Il Kwaremont a Berchem, il villag�gio degli artisti che dipingono un panorama mozzafiato, da anni, sempre lo stesso. Il Kapelmuur a Geraardsbergen, che i visitatori scalano a piedi (pen�denze dal 9 al 20 per cento) dopo aver ammirato il Manneken Pis (che non manca mai) e pregato San Bartolomeo di concedergli la forza d'arrivare in cima. E poi il Molemberg, dal 10 al 17 per cento, al termine del quale c'è una taverna fiabesca con minestre fumanti e bistec�che da stordire e ai tavoli omoni con i capelli rosso ragù che, come certi arbusti, hanno preso la piega folle che gli ha dato il vento. Fuori, la tramontana ammuli�na le galline e i bambini. A Meerbeke, volendo, vi attende una cena coi fiocchi all'Hof Ter Eycken, un prodigio di ristoran�te in una strada che si chiama Aalstersesteenweg. I fiammin�ghi lo pronunciano in un fiato. IN BELGIO NESSUN'ALTRA CITTA HA MANTENUTO I SEGNI DI UN PASSATO FASTOSO, A PARTIRE DALLE CASE DELLE CORPORAZIONI (1200-1600) SUL LUNGO FIUME DELLE ERBE La città che i francofoni chiamano Gand, nel giro di un'ora può passare. dall'allegria chiassosa del Carillon delle cinquantadue campane alla tristezza del fortilizio di Filippo d'Alsazia e alla severa dolcezza del Béguinage La ventosa campagna delle Fiandre orientali. Il Béguinage di Gent. E la casa di Rubens. Nelle fotine in colonna: la sfilata dei Giganti, una via di Gent e il simbolo del vecchio orfanotrofio di Antwerpen (Anversa)