Berlusconi: il 13 maggio torna la libertà di Gigi Padovani

Berlusconi: il 13 maggio torna la libertà Berlusconi: il 13 maggio torna la libertà «La Costituzione? La cambieremo du soli, come ha fatto l'Ulivo» Gigi Padovani inviato a MILANO La data è lì, in lettere di polistirolo bianco sul consueto cielo azzurri�no. «13 maggio: una scelta di cam�po. La scelta decisiva». Per chi non avesse capito, Silvio Berlusconi lo ripete appena entrato nel catino del Palahdo di Milano, accolto dal tifo di 8 mila Donne Azzurre : «Il 13 maggio sarà il giorno in cui tornerà la democrazia. Il giorno in cui il paese sarà governato da chi sarà stato scelto dagli elettori». Dal Col�le non c'è alcuna conferma ufficia�le, ma il ministro Maccanico inter�preta le scelte del Quirinale: lo scioglimento delle Camere avverrà l'S marzo. E se Rutelli evita di esprimersi, perché dice polemica�mente dal suo treno «non sono di quelli che danno ordini al Presiden�te della Repubblica», alla fine il Cavahere toma a puntare sulla domenica da lui preferita, «perché tutto ci dice che quella sarà la data». Un batti e ribatti che porta Violante, in serata, a ricordare come spetti al governo decidere, fino alla puntahzzazione del porta�voce Paolo Bonaiuti: «Non c'è alcu�na volontà di interferire sulle scel�te del presidente Ciampi, siamo rispettosi dei ruoli istituzionali». Si voti il 6 o il 13 maggio, mancano due mesi alla fine della «lunga traversata del deserto al�l'opposizione», come la definisce il leader della Casa delle Libertà. Il quale ha comunque scelto di lancia�re l'ultima fase della campagna elettorale da Milano e in mezzo a loro, nell'altra metà del cielo, tra le «sue» donne che lo amano, Ip cocco�lano, lo adorano. Tanto da fargli dire, quando incomincia a parlare intorno alle tredici: «Voi osate trop�po, alla mia età si diventa esposti alla commozione...». Prima di rias�sumere le «cinque missipni per salvare il Paese» (riorganizzazione dello Stato, riforme istituzionali, snellimento delle leggi, infrastrut�ture e piano per il Sud), il Cavahere affronta a testa bassa i temi politici degli ultimi giorni: conflitto di interessi e federahsmo. Lo scioglimento anticipato del Parlamento gli dà la sicurezza che la legge «scritta con l'unico scopo di impedire l'accesso a Palazzo Chigi del leader dell'opposizione» non si farà, nonostante il primo s�del Senato. Però Berlusconi vuole chiarire: «Non c'è posto più aperto e più solare di quello del presidente del Consiglio in carica». Si sente «in vetrina, sotto i riflettori» e quindi precisa che «non potrà fare assolu�tamente nulla che sia contro l'inte�resse generale». E poi ci sono il Parlamento, la libera stampa, la magistratura. Parlando di sé in terza persona, annuncia che «non avrà alcuna tentazione di fare dei favori a se stesso». Semmai «altri» lo hanno fatto, perché le vere «cortesie» accusa con durezza nascono nell'oscurità «all'azienda amica, alla cordata amica, al paren�te». E' un acuto d'orgoglio, quasi gridato: «Tutti gli italiani sanno che Berlusconi non si può compra�re, perché nessuno può comprare Berlusconi». Ma c'è ima «ferita» che brucia ancora: quei quattro voti con i quali alla Camera è passato il ((Sfalso federahsmo» del centrosini�stra. L'annuncio è perentorio: ((Avete creato un precedente asso�luto nella storia della Repubblica e d'ora in avanti la Costituzione in Italia si potrà cambiare con un voto di maggioranza». Poi mitiga, per non essere accusato di arrogan�za, come dopo l'intervento al Con�gresso di An a Napoli, perché «ma�le interpretato». Allora il leader del Polo fu accusato di ipotizzare un metodo che in realtà dice ha usato proprio il centrosinistra: «Non abbiamo intenzione di farla diventare una regola di comporta�mento. Ma ove la sinistra, sorda alle esigenze della modernità, si schierasse contro ima nostra mag�gioranza, che sarà ben più ampia di quei pochi voti, terremo conto di questo precedente». Infine, ecco il programma di lavoro al quale «consacrare l'ulti�ma parte della mia vita nell'interes�se di tutti», «se...». Poi si corregge: «Visto che saremo noi a governare il paese». La risposta dalle gradina�te è da curva Nord: trombe bitonali, la senatrice Scopelhti in prima fila che lancia la «ola», cori «SilvioSilvio-Silvio», mentre sulle gradi�nate compare un cartello: «Berlusca, grazie di esistere». Si parte, siamo in forma, vinceremo, comu�nica il Cavahere alle Donne Azzur�re, a quell'elettorato femminile che «potrà salvare la democrazia» come già fece cinquant' anni fa. Poi arriva un «lapsus di deside�rio», come lo definisce. Nel '94 ci hanno lasciato al governo soltanto sette anni, dice. Erano sette mesi, ma quell'errore permette al Cava�liere di svelare il suo sogno; perché dovremmo restare per una sola legislatura a Palazzo Chigi? «La sinistra agita il conflitto d'interessi, ma io non faccio politica per arricchirmi Nessuno mi può comprare» Silvio Berlusioni alla mdRfiSSazfohe delle «donne azzurre» A sinistra, Pierferdinando Casini

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