Un «caso Garzon» alla Camera

Un «caso Garzon» alla Camera Telecinco, il pm spagnolo ha chiesto la revoca dell'immunità parlamentare per Berlusconi Un «caso Garzon» alla Camera La Russa: non siamo noi i suoi interlocutori Guido Ruotalo ROMA «E' una vicenda curiosa. Che io sappia non c'è nessun preceden�te. La nostra competenza si fer�ma all'autorizzazione a procede�re in caso di richiesta d'arre�sto...». Ignazio La Russa, Allean�za Nazionale, è il presidente della Giunta per le autorizzazio�ni a procedere della Camera. L'annuncio del giudice spagnolo Baltasar Garzón di inoltrare an�che al Parlamento italiano la richiesta di autorizzazione a pro�cedere, con relativa revoca tem�poranea dell'immunità parla�mentare, per Silvio Berlusconi, in quanto rappresentante italia�no presso l'Assemblea Consulti�va del Consiglio d'Europa, non ha precedenti. L'onorevole La Russa ricorda che lo statuto del Consiglio d'Europa prevede «una specifica immunità, simile a quella dei parlamentari euro�pei, e demanda al singolo Stato il compito di concedere o no l'auto�rizzazione a procedere». Per il presidente della Giunta per le autorizzazioni della Camera, pe�rò, si pone il problema della titolarità dell'istituzione delega�ta a decidere in merito alla richiesta di Garzón: «E' una pro�cedura mai attivata e non regola�mentata dal Parlamento italia�no: chi se ne dovrà occupare? La Giunta che presiedo o il Parla�mento in seduta comune, giac�ché si fa riferimento allo Stato membro? Quel che mi sento di garantire è che se la richiesta arrivasse nei prossimi giorni e se a doversene occupare sarà la mia Giunta, anche a Parlamento sciolto, in attesa dell'insedia�mento del nuovo, affronteremo la pratica». «Stupefacente». Cos�la Fininvest aveva, l'altro giorno, com�mentato la richiesta del giudice Baltasar Garzón. Lo stesso Silvio Berlusconi si è sempre dichiara�to innocente: «Le accuse sono solo congetture che non hanno alcun fondamento», disse uscen�do dalla stanza di Garzón che lo interrogò, a Madrid, il 12 novem�bre del 1998. In questi giorni sia il giudice dell'Audencia National (il nostro giudice istruttore), Bal�tasar Garzón, sia il fiscal Carlos Castresana (il nostro pubbhco ministero), non hanno nascosto la loro irritazione perché «la difesa di Silvio Berlusconi e di Marcello Dell'Utri di rinviare con impugnazioni il momento del giudizio rischia di far saltare l'inchiesta per decorrenza dei termini». I magistrati madrileni, che chiedono di non essere cita�ti, affermano: «Se il Parlamento di Strasburgo e quello itabano dessero il via all'autorizzazione, noi chiederemmo per Silvio Ber�lusconi e Marcello Dell'Utri il rinvio a giudizio. Ma se la Svizze�ra, l'Italia, l'Inghilterra, la Ger�mania e il Lussemburgo rispon�dessero alle rogatorie, inevase ormai da quasi cinque anni, potremmo anche cambiare il ca�po d'imputazione per contestare a Silvio Berlusconi reati più gra�vi». C'è anche il Parlamento Euro�peo che si deve pronunciare. A Strasburgo, come a Madrid, c'è polemica tra sociabsti e popolari spagnoli: i primi accusano il premier Aznar di favorire il suo amico Berlusconi, e mettono sot�to accusa anche il presidente del Parlamento Europeo, Nicole Fontaine, per non aver portato in aula la richiesta di autorizzazio�ne a procedere giunta nell'ago�sto scorso. Il presidente Fontaine ha replicato che il governo spagnolo deve chiarire qual è l'autorità competente a chiedere l'autorizzazione a procedere. L'inchiesta spagnola, iniziata nel 1997 dal fiscal Castresana, vede indagati per l'affaire «Tele�cinco», tra gli altri, Silvio Berlu�sconi e Marcello Dell'Utri. Sono stati loro contestati 12 reati a testa: 6 di frode fiscale continua�ta e 6 di falso in bilancio e falso in documenti di trasmissione azionaria. Il 30 novembre del 1999 il fiscal Castresana ha inviato al giudice Garzón gli atti da tra�smettere al Parlamento Europeo per la richiesta di autorizzazio�ne a procedere. In trenta pagine, Castresana ha riassunto gli esiti delle, indagini. Il 3 maggio del 1988 la Spagna di Felipe Gonzàlez vara la legge sull'emittenza televisiva: il governo concede tre licenze private per lo sfrutta�mento commerciale di tre canab televisivi per un periodo di dieci anni. La legge spagnola prevede che «nessuna persona fisica o giuridica» possa «essere titolare, direttamente o indirettamente, di oltre il 25e7o del capitale di ima società». I magistrati spagnoli sono convinti di poter provare che la Fininvest di Silvio Berlu�sconi ha aggirato la legge, supe�rando nell'azionariato di Telecin�co il 2507o delle azioni consentite. Documentando una serie di pas�saggi di quote di proprietà della televisione madrilena, l'accusa sostiene che «Berlusconi fu infor�mato e accettò queste transazio�ni non denunciate e fittizie», e che fu consapevole di quella «trama giuridico-negoziale fal�sa» che fii elaborata «per coprire documentalmente la violazione consumata a danno della legge antitrust e delle norme fiscali». Il presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere «La competenza è di Strasburgo» Il giudice Baltasar Garzón

Luoghi citati: Inghilterra, Italia, Lussemburgo, Madrid, Roma, Spagna, Strasburgo