Lasciamo il passato alla Storia di Pierluigi Battista
Lasciamo il passato alla Storia Scartoffie, verbali di polizia, fanatismo ideologico: è l'ora del disarmo Lasciamo il passato alla Storia Pierluigi Battista Già sommersi dalle scartoffie accumulate nei decenni con la pretesa di ricostruire complottisticamente la storia patria, gli scaffali dell'imperitura commissione Stragi stanno per essere invasi da tonnellate di carta sulla cosiddetta «Gladio Rossa». Centinaia di pagine e documenti in cui spiccano, tra l'altro, note «riservatissime» della Questura milanese risa�lenti al 1951 dove vengono smascherate, nientedimeno, le librerie che hanno in vendita libri Einaudi («recapito di agen�ti cominformisti») e rilette in chiave poliziesco-spionistica le vicende del «complesso cul�turale Feltrinelli», parte inte�grante di un non meglio preci�sato «complesso editoriale-cul�turale bolscevico» di marca einaudian-feltrinelliana aven�te, pare di capire, occulte fina�lità eversive al servizio del nemico. Senza-dimenticare la denuncia di un diabolico «Co�mitato Culturale Supremo» co�munista di cui avrebbero clan�destinamente fatto parte intel�lettuali prestigiosi come Nata�lino Sapegno e un certo «Del�fo» Cantimori, che poi forse si chiamava Delio. I parlamenta�ri della Commissione, non sazi di fantasie dietrologiche, do�vranno sorbirsi questa paccot�tiglia. Gli italiani, a loro volta, dovranno pazientemente aspettare prima che la nuova, immaginifica contro-storia del�l'Italia repubblicana finisca do�ve merita: nel ridicolo e nel grottesco. L'inclusione dei cataloghi di rinomate case editrici nel ma�teriale infetto filtrato dalla macchina del contro-spionag�gio rappresenta l'ultimo stadio dell'intossicazione complottarda che sembra ammorbare ' un'Italia in crisi con il suo passato. Come a voler realizza�re un'insana par condicio fanta-storiografica, alle trame se-. greto della Cia sbandierate dal�la sinistra come chiave univer�sale di ogni nefandezza, si contrappongono, da destra, te�nebrosi scenari dominati dal�l'onnipotenza del Kgb. Alla demonizzazione di Gladio fa da contrappeso quella della «Gladio Rossa». Alle teorie co�spirative sul «doppio Stato» si affianca quella, non meno vul�nerabile alle suggestioni onirico-politologiche, di una «dop�pia opposizione» comunista in cui la faccia legale non sareb�be stata se non la copertura contraffatta di quella «illega�le». E cos�via fantasticandn-, in un avvitamento di teoremi e controteoremi cos�delirante da reclamare un rimedio bana�le ma efficace: restituire l'esa�me della storia italiana agli storici, e impedire che la storio�grafia venga manipolata e stra�volta nell'ansia di raggiungere una poco credibile «verità poli�tica». Si capisce che la storia della guerra fredda è una faccenda terribilmente seria. Ma troppo seria per lasciare che venga maneggiata da chi, accecato dal fanatismo ideologico, cuci�na un indigesto malloppo in cui la prefazione di un libro Einaudi viene equiparata a un atto di clandestinità pre-insur�rezionale e una nota delatoria su «Delfo» (Delio) Cantimori viene acquisita come indizio di presunte attività cospirati�ve. Alla fabbrica di verità politiche allestita nelle stanze della Commissione stragi man�cava il tocco surreale del com�plotto spionistico einaudianfeltrinelliano. Ora c'è anche quello. Sono maturi i tempi di un disarmo storiografico bilan�ciato. Nel nome della storia, non della verità politica.
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