Pil al 2,9%, calata la pressione fiscale di Stefano Lepri

Pil al 2,9%, calata la pressione fiscale Consuntivo Istat per il 2000.1 conti migliorano, però si apre un nuovo buco nella sanità Pil al 2,9%, calata la pressione fiscale l'Italia aggancia l'Europa. Ma sui dati è subito polemica Stefano Lepri ROMA L'obiettivo di risanamento dei conti pubblici nel 2000 è stato centrato, pur se l'Europa conti�nua a definirlo «poco ambizio�so». Il dato finale sulla crescita economica dell'anno scorso è migliore del provvisorio, è 4-2,9nZo. Ma la cascata di numeri emessi ieri dall'Istat porta una novità maggiore, e del tutto inattesa, con le revisioni del passato. Il ritardo sull'Europa si ridimensiona; sbiadisce l'im�magine dell'Italia «lumaca», «ul�timo vagone», «maglia nera». Negli ultimi anni la velocità di crescita del nostro prodotto lor�do non è stata inferiore a quella della Germania; il 2000 ci mette appena alle spalle sia della Ger�mania sia della Francia, non più tanto lontani dalla media del�l'area euro. Nel 2000 la pressione fiscale è finalmente diminuita, dal 43nZo al 42,40Zo del prodotto lordo; le famiglie si sono sentite più capaci di spendere, e hanno accresciuto i loro consumi del 5,90Zo in lire, del 2,90Zo in quanti�tà tenendo conto dell'aumento dei prezzi. L'occupazione è au�mentata dell'1,5%, ovvero di circa trecentomila unità. Il buon consuntivo dell'anno pas�sato non elimina tuttavia, av�vertono gli economisti, i timori per il futuro: l'Europa intera potrebbe risentire dei guai del�l'America, e la spesa sanitaria italiana, a causa dell'abolizione del ticket, probabilmente appe�santirà il bilancio. Ecco, con ordine, tutti i dati. Conti pubblici. Il deficit pubblico «modello Maastricht», in gergo indebitamento netto delle amministrazioni pubbli�che, è risultato nel 2000 pari all'obiettivo concordato con la Commissione europea: l,50Zodel prodotto interno lordo. E' stato mancato di circa 5.000 miliardi l'obiettivo più ambizioso, l,30Zo, che per conto proprio il govemo si era posto a metà anno; il ministro del Tesoro Vincenzo Visco ne dà la colpa alle Regio�ni. Il sottosegretario Piero Giar�da, più preciso, spiega che lo sfondamento nella sanità è sta�to di 8.000 miliardi, compensati in parte da 3.000 spesi in meno altrove. Meglio del previsto si è fatto per il debito pubblico accu�mulato, che cala al 110,30Zo del prodotto lordo, dal 114,50Zo del 1999 (il massimo fu del 124,90Zo nel 1994) con uno sprint che torna a scavalcare il Belgio (lI0,6oZo). Prodotto lordo. Già aveva entu�siasmato l'Ulivo la valutazione provvisoria di una crescita del 2,80Zo; il dato definitivo per il 2000 è stato ora ritoccato al rialzo, -l-2,90Zo. Il motivo sta soprattutto in una elevata cre�scita dei consumi verso la fine dell'anno (il dato annuo dei consumi privati interni, di resi�denti e non residenti, è H-3,3nZo). Economisti della Casa delle li�bertà obiettano che questo è il risultato degli sgravi fiscali di fine anno, concessi a prezzo di un azzardo sui conti pubblici del 2001. La pressione fiscale, per l'appunto, è diminuita; il ministro delle Finanze Ottavia�no Del Turco vanta di esserci riuscito «senza colpire pensio�nati, malati e servizi pubblici essenziali». La distanza dalla Germania (-l-3,l0Zo di aumento del prodotto) e dalla Francia ^3,20Zo) è ridotta a poco. Revisione dei passato. L'Istat ha riveduto i dati del prodotto lordo nel triennio 1997-1999. Risulta ora che nel 1997, l'anno di più duro sforzo per Maastri�cht, si ebbe una crescita del 2')6 anziché dell' l,80Zo; nel 1998, del�l'l,80Zo anziché dell'1,5%; nel 1999, dell'l,60Zo anziché del�l'l,40Zo. Messi insieme, questi numeri dicono che nell'ultimo quinquennio l'economia italia�na è andata avanti a una veloci�tà non esaltante ma di qualche frazione maggiore di quella del�la Germania. Spiegano i tecnici che il nuovo calcolo deriva da una dinamica dei consumi me�no fiacca di quanto rilevato prima. Il futuro. L'andamento dei con�ti pubblici italiani durante l'an�no rivelerà se è fondata o no l'accusa dell'opposizione al go�vemo di aver allentato la guar�dia a scopo elettorale; i dati del primo bimestre non sono buoni, con un deficit di febbraio (reso noto ieri), 12.000 miliardi, mol�to peggiore delle attese degli esperti. Il sottosegretario Giar�da ha in programma una serra�ta serie di incontri con le Regio�ni, nel timore di un nuovo sfondamento per una decina di migliaia di miliardi quest'anno. La polemica resta. Per il vice�presidente della Confindustria Nicola Tognana i dati Istat «so�no un passo avanti» ma resta il problema del distacco dalla cre�scita media dell'Unione euro�pea (più alta di quella dell'area euro, ndr). Al contrario il segre�tario dei Ds Walter Veltroni «l'Italia è ormai agganciata al ciclo europeo di crescita» con la nascita di nuove imprese (112.000) che tocca il massimo dal 1993. Per il responsabile economico di Forza Italia Anto�nio Marzano «l'euforia non si giustifica, con una disoccupa�zione ancora molto alta e le imprese straniere che continua�no a non venire in Italia».

Persone citate: Del Turco, Marzano, Nicola Tognana, Piero Giar, Vincenzo Visco, Walter Veltroni