«Il ministro belga parlava a titolo personale» di Maria Grazia Bruzzone

«Il ministro belga parlava a titolo personale» «Il ministro belga parlava a titolo personale» Accuse al Polo, Amato: t governi non sono coinvolti Maria Grazia Bruzzone ROMA Richiesto esplicitamente da Silvio Berlusconi (e ieri anche da Francesco Cossiga) di difendere la Casa delle Libertà dagli attacchi di Louis Mi�chel, Giuliano Amato è intervenuto. E nella conferenza stampa congiunta col primo ministro svedese Goran Persson ha spiegato che «il ministro degli esteri belga ha espressamente detto che parlava in qualità di espo�nente politico di partito e non come rappresentante del governo belga. Questo ha concluso Amato non è un problema che riguarda i governi nazionali, né la presidenza dell'Unio�ne europea». Persson il cui paese in luglio subentrerà al Belgio alla presi�denza di turno dell'Ue, a sua volta ba detto che sarebbe «un terribile errore disquisire sugli esiti elettorali di qual�siasi paese dell'Ue». E la cosa è finita lì. Una linea minimalista, quella di Amato, che non stigmatizza, non prende le difese come aveva fatto il D'Alema premier a un'analoga battu�ta del cancelliere tedesco Schroeder, ricordando la democraticità di tutti i partiti italiani, e si limita a distingue�re fra i ruoli per concludere che in fondo la cosa non lo riguarda. Il ministro degli esteri Lamberto Bini, invece, ha respinto come «inaccetta�bile» la minaccia di sanzioni Uè ventilata da Michel nel caso di un governo con la Lega e An. «Tutti i partiti dell'arco costituzionale italia�no sono democratici e non possiamo accettare dichiarazioni fatte per ra�gioni di politica interna» ha dichiara�to. Dalla Casa delle Libertà non arri�vano commenti. Silvio Berlusconi, alla Camera per il voto sul federali�smo, a una richiesta dei cronisti ha alzato le braccia segnalando la sua indisponibilità a parlare della faccen�da. A reagire è soltanto il segretario del Fri Giorgio La Malfa, «Una rispo sta inaccettabile, basata sull'idea che un ministro possa parlare da cittadi�no e non in quanto tale» dice l'ultimo inquilino, in ordine di tempo, della Casa. E ricorda come «il maestro di Amato, cioè Craxi, una volta scrisse una lettera contro i magistrati dicen�do che la faceva come cittadino e non come presidente del Consigho». Eppure a suffragare in qualche modo il punto di vista di Amato, da Bruxelles arrivano varie dichiarazio�ni, peraltro non prive di ambiguità. Annemarie Neyts, la vice del mini�stro, dice che si è trattato di «un'opi�nione personale» Un portavoce del ministero precisa che, nell'ormai fa�mosa intervista al quotidiano Die Standaard, non c'era l'intenzione di lanciare moniti di sorta. «Il ministro si è limitato a rispondere brevemente a una domanda», spiega il portavoce belga. Ricordando però che «qualsia�si Stato può essere chiamato a fornire spiegazioni, se si ponesse a repenta�glio la democrazia». La stessa doppia valenza si ritrova nelle dichiarazioni di Michel Malerbe, portavoce di Mi�chel in persona, al momento in vacan�za. La «voce» del ministro degli esteri che è anche vicepremier del Belgio, precisa Malherbe, nazione che ha avuto un ruolo di primo piano nolla richiesta di sanzioni all'Austria di Haider sostiene che «il ministro Michel non è un uomo abituato a fare marcia indietro» e si è detto ceri o che «sosterrà quanto affermato in merito alle conseguenze della costituzione di un governo di centrodestra in Italia», attenuando appena il concet�to con lo spiegare l'intenzione del ministro di procedere «a un'ampia serie di consultazioni prima di pren�dere in considerazione qualsiasi tipo di azione». Azione che dunque non esclude. Poi tuttavia Malherbe pare ridimensionare il tutto, dicendo che «per valutare obiettivamente l'acca�duto si deve fare differenza fra l'uo�mo e il politico e non isolare la qualifica a Bossi (gh aveva dato del «fascista») dal contesto della discus�sione». Un colpo al cerchio e uno alla botte, insomma. E nessuna rassicura�zione sul futuro. Come non ne vengo�no dalla commissione europea. «Noi intendiamo giudicare i governi sulla base dei fatti», taglia corto Jonathan Faull, portavoce del presidente Pro�di, a suo tempo contrario alle sanzio�ni all'Austria. Poi però Faull aggiun�ge rassicurante di non aver ragione di ritenere che l'Italia, «qualunque sia il governo che si formerà, non rispetterà i suoi obblighi comunitari e i valori europei» e che «il vertice di Nizza ha ulterionnente rafforzato i meccanismi di vigilanza e controllo contenuti del Trattato». A dire apertamente che il ministro belga sbaglia è il segretario generale del Ppe Alejandro Agag. Ma al parla�mento europeo lo scontro fra popola�ri e socialisti è ormai approdato in aula su un'altra vicenda che riguarda Berlusconi: l'autorizzazione a proce�dere contro il Cavaliere chiesta dal giudice spagnolo Baltazar Garzon nell'ambito dell'inchiesta su Telecinco, coi socialisti europei che accusa�no il premier Aznar di proteggere l'amico di Forza Italia. Il segretario della Lega Umberto Bossi ad una manifestazione leghista. In basso l'ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga

Luoghi citati: Austria, Belgio, Bruxelles, Italia, Nizza, Roma