Biotech, la medicina del Nasdaq?

Biotech, la medicina del Nasdaq?RISPARMIO Il listino dei titoli tecnologici americani è terreno minato almeno fino all'estate Intanto il «testimone» passa di mano e Celerà è la nuova star del momento Biotech, la medicina del Nasdaq? EK stato, nel corso degli " Anni Novanta, l'ombeli�co della «new economy», il motore ruggente che da Times Square accendeva l'entusiasmo di una generazio�ne di investitori nei listini. E', da un anno a questa parte, una trincea bombardata da piogge di vendite. Tra ima decina di giorni, infatti, il Nnsdaq cele�brerà il più trìzin tra i suoi compleanni: dai massimi del 10 marzo 2000 il listino ha perduto il 500Zo circa. Secondo le stime di Wilshire 5000, uno degli indicatori storici del mer�cato, la perdita complessiva pej^gh invertitori s'aggira sui 2300 miliardi di dollari, ovve�ro 5 milioni di mihardi di lire, più del doppio del debito pub�blico italiano. INIZIO DELLA FINEO... Basta una cifra da capogiro del genere per capire che, attorno alla sorte del listino che ha offerto le basi per il decollo di Microsoft, Cisco, Amazon ma anche di Celerà Genomics, si sta giocando qualcosa di estre�mamente importante per le sorti del risparmio mondiale. E anche dei risparmiatori italia�ni. Non solo perché il popolo dei «fondisti» è più o meno coinvolto nelle sorti delle Bor�se e dei mercati obbhgazionari Usa, ma anche perché il Na�sdaq è il modello su cui sono nati e cresciuti i mercati inno�vativi europei. Certo, è vero quello che segnala il «Wall Street Journal»: per la prima svolta nella storia finanziaria mondiale lo scoppio di una «bolla» speculativa, come quel�la che ha permesso la Intemetmania, non si è tradotta in un crollo generalizzato. Il Dow Jones, l'indice della «old economy», è sceso solo del T.S'ft rispetto ai massimi, e i listini europei sembrano abbastanza impermeabili all'agonia della «new economy». «Ma la caduta del Nasdaq mette in crisi un modello di sviluppo, basato sulla Borsa e il denaro a buon mercato per finanziare le buo�ne idee: è la prima vera crisi della new econoray ed è tutto da capire se essa sarà in grado di resistere». Parola di Michael Moran, caporedattore di Busi-, ness Week, ovvero uno che se ne intènde, visto che l'espres�sione «new économy» l'ha in�ventata proprio lui... r GRANDE OPPORTUNITÀ? Eppure, dopo i crolli ripetuti, non mancano gh ottimisti. Gen�te capace di aggrapparsi a tut�to: Tobias Levkovicb di Salo�mon Smith Bamey, ha messo a confronto l'andamento del pri�mo mese borsistico dell'anno, gennaio, rispetto ai risultati dell'anno intero. Ebbene, sostie�ne l'analista (sarebbe più appro�priato parlare di alchimista...), in 45 casi su 50 il risultato di gennaio si è rephcato su base annua per quanto riguarda lo Standard SPoor's. Nel caso del Nasdaq, negh ultimi dieci anni, per ben 9 anni gennaio buono ha voluto dire anno positivo. Andrà cos�anche stavolta? A gennaio, grazie alle iniezioni d'ossigeno legate ai tagli dei tassi della Federai Reserve, il Nasdaq ha messo a segno un rimbalzo del 12l}6. Se U buon giomo si vede dal mattino... RIECCO IL PRICE EARNING Al di là della cabala, il consi�glio è che il Nasdaq, almeno nel breve termine, sembra dav�vero un terreno minato che promette più delusioni che pre�mi agli arditi che osano avventuràrvisi. Ma, come sostiene Alberto Vilar, foiidiàtore e ani�matore^ dei fondi Amerindo e uno dei più noti investitori neir«high tech» fin dall'inizio degh Anni Ottanta, non è più il caso di parlare di Nasdaq. «L'indice ama ripetere or�mai non è più rappresentativo. Troppe società sono uscite dal�la fase del boom». Le varie Microsoft, Cisco, Intel non rap�presentano più società «pionie�re» ad alto tasso di sviluppo, ma realtà consolidate e, per questo, più ferme. Viaggiano verso la decadenza? «No è la sua risposta L'Ibm non è affatto scomparsa. Ma nessu�no è più disposto a pagare multiph infiniti sullo svilup�po». Di fronte ai giganti del software, dei chips o delle apparecchiature per Intemet, quindi, tornano a valere le regole classiche. Prima fra tut�te quella del «price eaming», il rapporto tra prezzi e utili. E, all'improvviso, qualcuno si è ricordato che, nell'ultimo mez�zo secolo, nessuna società con un price eaming superiore a 100 volte ha saputo far megho dell'indice del listino. Va detto che, a questi prezzi, un gigante come Intel ha un price/earning inferiore a 20. REGOLE PER VINCERE Per chi vuol approfittare della fase di stanca dei prezzi (desti�nata a durare almeno fino al�l'estate, è l'opinione più diffu�sa), il consiglio è di puntare sui bilanci sani e in grado di assicu�rare un flusso di cassa positivo. Un criterio vincente potrebbe essere quello dei «business mo�del» o campi di attività in cui già si sono affermati dei gigan�ti, destinati ad essere veri e propri numeri uno dell'innova�zione. E' il caso di Aol-Time Warner, che potrà godere di un Dosizionamento invidiabile nela sfera della multimedialità grazie, tra l'altro, ai 28 mihoni di sottoscrittori dei servizi a pagamento di Aol, ai 21 milioni di chenti della tv via cavo di Time Warner e ai 233 milioni di utenti registrati. ASTE IN RETE Il terremoto dei prezzi, invece, rende appetibile l'investimen�to in E-Bay che, nonostante il tracollo borsistico, resta lea�der incontrastata nelle vendite via asta sulla grande Rete. Freemarkets, al contrario, è il maggior mercato digitale del B2B (ovvero gli accordi com�merciali tra pFoduttori): 6.800 trattative condotte tramite 150 diversi mercati verticali per un ammontare superiore ai 10 mihardi di controvalore in beni e servizi. Da non dimenti�care, infine, Verisign, fornitore unico di servizi per il web, dalla sicurezza alla registrazio�ne dei domini (410 mila azien�de con pacchetto di web sicu�ro, 24 milioni di domini eli mila aziende con servizi a pagamento). Particolare di non poco conto: Verisign già dispo�ne di buoni profitti. L'elenco può proseguire con i leader di settore Internet: Juniper, Ariba, I-Two, Exodus, Akamai, Intuit e altri. Ma non va dimen�ticato che il Nasdaq non è solo il listino della «new economy» multimediale. IL «DNA» DEI GUADAGNI Un ruolo crescente è svolto pure dal Biotech, balzato al�l'onore delle cronache dopo la lettura della mappa del geno�ma da parte di Celerà, uno dei giganti del Nasdaq. Secondo Merrill Lynch, sono ormai più di 350 i farmaci biotech giunti al terzo stadio di sperimenta�zione (per biotech news la cifra sale addirittura a 700). Una buona parte di queste molecole si trasfromerà in nuovi farma�ci, con un ritomo economico incalcolabile. Basti, al proposi�to, l'esempio della francese Genset, schizzata dalla quasi liquidazione al boom (più del\'8Wa di guadagno in poche sedute) dopo l'annuncio di aver individuato il gene che potrebbe porre rimedio all'obe�sità. Una medicina del genere, è ovvio, non ha in pratica prezzo. Al Nasdaq le pepite di questo tipo non mancano. Ma la ricerca, soprattutto di questi tempi, è tutt'altro che facile. coinvolto nelle sorti delle Bor�se e dei mercati obbhgazionari Usa, ma anche perché il Na�sdaq è il modello su cui sono nati e cresciuti i mercati inno�vativi europei. Certo, è vero quello che segnala il «Wall Street Journal»: per la prima svolta nella storia finanziaria mondiale lo scoppio di una «bolla» speculativa, come quel�a che ha permesso la IntemetPOW JONES 131/1 = 10.887,36 Standard SPoors. Nel caso del

Persone citate: Alberto Vilar, Busi, Cisco, Juniper, Merrill Lynch, Michael Moran, Smith Bamey, Tobias Levkovicb, Week