Archeologia sulla Luna

Archeologia sulla Luna Archeologia sulla Luna Americo Bónannl IL primo luogo di sbarI co dell'uomo suUa Lu1 na è come le piramidi: 1 qualcosa di cos�impor�tante neUa storia da meritare U titolo di Patrimonio dell'Uma�nità. Per questo motivo quella particolare zona del Mare deUa Tranquillità dovrebbe essere preservata, proprio come si fa con i più importanti siti storici deUa Terra, e bisognerà anche difenderla dai possibili turisti del futuro. E' la tesi sostenuta da un piccolo gruppo di antro�pologi e storici americani die da anni stanno studiando una situazione tutt'altro che facUe dal punto di vista legale. Ad un primo sguardo può sembrare quasi paradossale proteggere un posto come quel�lo, sicuramente già ben difeso dal fatto di trovarsi su un altro corpo celeste. Eppure sono in circolazione idee nuove sulla Luna, ad esempio quella (pro�posta da privati) di spedire piccoli rover comandati a di�stanza, magari proprio con lo scopo di visitare �luoghi stori�ci deUe prime imprese umane. Senza contare che prima o poi qualcuno dovrà pure tornare lassù. Cos�nel 1998 due studenti deUTJniversità del New Mexi�co, Ralph Gibson (che ora sta per laurearsi) e John Versluis (diventato direttore di un mu�seo in Nebraska), hanno comin�ciato a chiedersi se non ci fosse una via legale per difendere il luogo del primo sbarco umano su un altro mondo, e ne hanno parlato con la professoressa Beth Laura O'Leary. Grazie ad un finanziamento avuto dal New Mexico Space Consortium, è nata una difficile ricer�ca, con la coUaborazione di Jon Hunter, a cavaUo tra la legge nazionale americana sul�la protezione dei luoghi storici (National Historic Landmark) e U Trattato intemazionale sullo spazio del 1967, firmato da oltre 146 nazioni. La prima prevede l'istituzione di luoghi protetti legati aUa storia degh Stati Uniti, quindi andrebbe benissimo per questo caso. Pe�rò U secondo vieta a qualsiasi paese di prendere possesso di un terreno situato su un altro corpo celeste. «Dovevamo dice Versluis fondere insieme le due aree e vedere se poteva�mo usare i criteri del National Historic Landmark senza viola�re U trattato intemazionale». Faccenda complicata, e in�fatti sia la NASA sia il National Park Service (al quale è affida�to U registro dei luoghi storici) hanno dichiarato di non poter appoggiare l'idea: sarebbe co�me proclamare la sovranità americana, proprio quello che U trattato del '67 vieta. D'altro canto un luogo storico non può essere classificato come Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco se prima non.è inserito in un registro nazionale. La situa�zione sembra senza vie d'usci�ta, ma all'Università del New Mexico non si sono ancora arresi. «Anziché puntare all'in�serimento neUa Usta dei Patri�moni dell'umanità secondo U metodo classico dice O'Leary ora pensiamo di spingere l'Unesco a promuovere un'azio�ne autonoma. Si tratterebbe di proteggere quel luogo senza legare questa operazione ad un particolare Paese. Una specie di nonnativa universale. C'è anche da consi�derare che una nazione, pur non potendo possedere un pez�zo di suolo lunare, mantiene la sua giurisdizione sugli oggetti che vi ha lasciato».! particolari di una simUe operazione sono complessi. Ad esempio, biso�gnerebbe tracciare un limite oltre il quale eventuali visita�tori non potrebbero spingersi? E per quanto riguarda le im�pronte? «Ci dovrebbero essere dice ancora la O'Leary lìmiti precisi. I visitatori do�vrebbero essere benvenuti, purché non distruggano quegli attributi che rendono U luogo veramente storico. Esistono situazioni analoghe, come quella di Lascaux, in Francia, dove i dipinti rupestri neUe caverne, risalenti ad oltre 20.000 anni fa, erano messi in pericolo dalla semplice visita dei turisti. Quanto alle impronte degli astronauti, la cosa si fa diffici�le perché non sono oggetti, ma appartengono al suolo. Possia�mo però rifarci a un caso terrestre: Laetoli, in Tanzania. Qui ci sono impronte lasciate 3,7 milioni di anni fa dagU australopitechi (tra gh antena�ti deU'uomo). Recentemente è stata assegnata una protezio�ne storica a quel luogo». Leggi e caviUi a parte, diffici�le non sentire U fascino del paragone tra queste due testimonianze deUa storia:, da un lato l'australopiteco e i suoi incerti passi sulla Terra, dall'al�tro l'astronauta, con passi al�trettanto incerti su un altro mondo. IL LUOGO DEL MARE DELLA TRANQUILLITÀ' DOVE PER LA PRIMA VOLTA L'UOMO SBARCO' SUL NOSTRO SATELLITE VERRÀ' PROBABILMENTE DICHIARATO PATRIMONIO DELL'UMANITÀ' DALL'UNESCO b II primo sito archeologico lunare in certo senso è anteriore allo sbarco di Armstrong ed è già stato visitato e manomesso da turisti molto speciali: gli astronauti dell'«Apollo 12», nel novembre 1969. Conrad e Bean scesero nell'Oceano delle Tempeste e recuperarono il «Survèyor3» una sonda automatica che era stata fatta scendere sulla Luna nell'aprile del 1967. a I luoghi di atterraggio delle missioni Apollo sono sei e tutti meriterebbero una protezione. In ognuno sono rimasti, oltre alle impronte degli astronauti, alcuni strumenti: riflettori per raggi laser, antenne, sismografi e generatori di elettricità a radioisotopi. a Tra gli oggetti da museo più preziosi cheT'uomo ha lasciato sulla Luna spiccano �fuoristrada con cui gli astronauti delle missioni Apollo 15,16e 17 hanno esplorato i dintorni del luogo di atterraggio Anche i russi inviarono robot telecomandati che sarebbe giusto classificare come preziose testimonianze di archeo-astronautica a Ciò che resta del LEM. Il Modulo lunare da cui scesero gli astronauti aveva una sezione superiore che veniva utilizzata per il ritorno all'astronave madre e una sezione inferiore destinata a rimanere nel luogo di atterraggio: è questo il pezzo archeologico più massiccio m Altre storiche orme. Un precedente delle impronte lasciate sulla Luna è costituito dalle orme di Australopitechi (antenati dell'uomo) conservate in Africa a Laetoli, risalenti a 3,7 milioni di anni fa Archeologia sulla Luna

Luoghi citati: Africa, Francia, Laetoli, Nebraska, New Mexico, Stati Uniti, Tanzania