Quando finiranno gas e petrolio

Quando finiranno gas e petrolio LA LEZIONE I IL FUTURO DELLENERGIA Quando finiranno gas e petrolio Come il mondo s�prepara a sostituire i combustibili fossili NEI mesi scorsi si sono verificati ripetuti au�menti del costo del bari�le di petrolio e del rapporto dollaro/euro che hanno provocato.un sostanzioso incremen�to della bolletta energetica. Evidenti ripercussioni si sono avute sulle vicende economi�che mondiali, poiché i combu�stibili fossili petroho, carbo�ne e gas naturale continuano ad essere la fonte principale dell'energia prodotta in tutti i paesi. Nonostante le inversio�ni delle ultime settimane e nonostante la percentuale di energia prodotta dai combusti�bili fossili sia in lieve diminu�zione (da 85 percento nel 1973 a circa 80 nel 1997), ci sono due buone ragioni per ridurre drasticamente questa dipen�denza nel medio termine. L'Agenzia Intemazionale per l'Energia (IEA, Internatio�nal Energy Agency), fondata nel 1974 come forum per il coordinamento delle politiche energetiche dei paesi più indu�strializzati, stima che la quan�tità di petrolio estraibile dai giacimenti finora scoperti rag�giungerà il suo massimo nel 2014 e poi gradualmente dimi�nuirà. Queste previsioni sono fatte sulla base dei consumi attuali e dei prevedibili incrementi di richiesta da parte dei paesi in via di sviluppo di Asia, Africa e America Latina. Le riserve di gas naturale dovrebbero, inve�ce, durare ancora per settant' anni e quelle di carbone per circa 200. Forse queste date slitteranno per la scoperta di altri giacimenti o per nuove e più economiche tecnologie di estrazione, ma situazioni criti�che potranno verificarsi anche prima, quando la richiesta di petrolio supererà costante�mente l'offerta. La seconda ragione deriva dal contributo, attualmente del 92 per cento, derivante dall'uso di combustibili fossili per produzione di energia alle emissioni nell'atmosfera di diossido di carbonio, C02, rite�nuto il maggior responsabile dell'effetto serra e dei cambia�menti climatici. Questa per�centuale deve essere ridotta, entro tempi determinati, ai livelli stabiliti nel 1997 dal Protocollo di Kyoto. Ciò può essere ottenuto con la produ�zione, entro il 2010, da parte dei paesi dell'OECD (Organisation for Economie Cooperation and Development) del 35 40 .percento del loro fabbiso�gno energetico da fonti diver�se dai combustibili fossili. Tra queste fonti alternative non sarà certamente l'energia nucleare ad avere un ruolo fondamentale. Infatti, il nucle�are, pur avendo fornito nel 1997 un contributo del 6,607o alla produzione mondiale di energia (percentuale che sale al 10,6 nei paesi OECD), è destinato al declino: le stime deU'IEA prevedono una ridu�zione al 5,8 percento nel 2010 e al 4,4 percento nel 2020. I processi nucleari possono ge�nerare elevate quantità di energia senza emissioni di C02, ma problemi ambientali legati allo smaltimento delle scorie radioattive e problemi di sicurezza hanno spinto mol�ti paesi a ridurre la fiducia negli impianti nucleari. 1 Le fonti di energia alternati�ve ai combustibili fossili, ac�cettate dall'opinione pubblica, sono chiamate energie rinnovabili e comprendono un am�pio spettro di tecnologie diver�se che vanno dall'utilizzo della biomassa, alle celle a combu�stibile, all'energia idroelettri�ca, geotermica, fotovoltaica e a quella generata da onde e correnti marine e dal vento. I (paesi dell'Unione Europea pre�vedono di raddoppiare, entro il 2010, la quota di energia rinnovabUe portandola media�mente dal 6 al 12 percento dell'energia prodotta. Anche gli Stati Uniti hanno program�mato di aumentare la quantità di energia rinnovabile prodot�ta, che fornisce attualmente il 12 per cento dell'elettricità richiesta. In particolare, negli Usa come in Gran Bretagna, le ricerche sono vplte nel medio termine all'incremento di pro�duzione di energia dalla bio�massa vegetale, dai rifiuti ince�neriti e dal vento, mentre nel lungo periodo altre tecnologie, soprattutto le celle fotovoltai�che, rappresentano la sfida più promettente. L'utilizzo dell'energia rinno�vabile è ancora relativamente scarso per le basse efficienze ed i costi decisamente più alti rispetto ai combustibili fossi�li. Nel settore fotovoltaico le ricerche sono volte ad aumen�tare l'efficienza di conversio�ne in elettricità della luce solare sostituendo il silicio con altri materiali, come arseniuro di gallio, fosfuro di indio e tellururo di cadmio. Questi semiconduttori sono caratterizzati da bande di va�lenza e di conduzione, coinvol�te nella produzione di cariche elettriche e quindi di corrente, con differenza molto vicina all'energia irradiata dal sole. Per questa ragione celle ad arseniuro di gallio hanno rag�giunto efficienze del SO1?*! ma il costo del materiale è ancora tale da non renderle attual�mente competitive. Per quan�to riguarda le ceUe solari al silicio, ulteriori avanzamenti tecnologici hanno permesso di raggiungere efficienze del 180Zo con il silicio policristallino, mentre la sostituzione con il silicio idrogenato amorfo, mol�to meno costoso, ha dato effi�cienze del 13 per cento. Dei 200 MW di potenza complessi�va delle celle al silicio prodot�te nel 1999, circa il 20 percen�to erano costruite con silicio, amorfo. Per il 2030 si prevede che le celle fotovoltaiche possano produrre una potenza di 300.000 MW all'anno a costi competitivi. Gian Angelo Vaglio Università di Torino Nella foto una grande piattaforma petrolifera per l'estrazione di greggio off-shore. Negli anni si sono moltiplicate le ricerche e le trivellazioni sottomarine Impianti di termodistruzione di rifiuti sono molto diffusi nel Nord Europa

Persone citate: Gian Angelo Vaglio Università

Luoghi citati: Africa, America Latina, Asia, Gran Bretagna, Nord Europa, Stati Uniti, Torino, Usa