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IL PESO DI DOVER RAGIONARE IL PESO DI DOVER RAGIONARE Francesco La Licata Ef comprensibile lo sdegno che può prendere guar�dando le immagini di quello che lo stesso procuratore defi�nisce il mattatoio di Novi Ligure. Ed è difficile cancella�re il senso di disgusto verso chi si è accanito su un bambino e una mamma indifesi. Ma può bastare ciò per poter generare quella sorta di riflesso condi�zionato che, prima ancora dell'inizio del lavoro investiga�tivo, ha cucito addosso «agli albanesi» gli abiti di belve sanguinarie? I corpi delle povere vittime non erano ancora stati rimossi da quel terribile set dell'orro�re, quando cominciavano ad arrivare le prime reazioni che individuavano le cause di tan�ta follia omicida nella presen�za «dei soliti slavi storicamen�te e geneticamente avvezzi a tali efferatezze». Mentre persi�no il tradizionalmente cauto Osservatore Romano individuava la genesi di quella carneficina nell'ambito della cosiddetta emergenza criminalità. Poche ore di approfondi�mento investigativo, però, so�no bastate per mettere in discussione l'ipotesi di una strage addebitabile alle bande predatorie delle metropoli nor�diche. La scena del delitto, come si dice in gergo, non sembra consegni la fotografia di una furia omicida che si scontra con la disperata resi�stenza delle vittime designate. Qualcosa induce i detectives ad azzardare l'ipotesi che la man�naia caduta sui corpi di Susy e Gianluca, ignari del pericolo, non stesse fuori della porta di casa. Ed è probabile, dunque, che dalla cronaca delle prossi�me ore possa giungerci qualco�sa di molto più angosciante della paura per lo straniero. Non è consigliabile tutta�via trarre conclusioni affretta�te, neppure in questa eventua�lità. Saranno gli investigatori, che negli ultimi tempi hanno dato prova di grande affidabili�tà, a dirci quello che è avvenu�to nella villetta di Novi Ligu�re. Se sapremo mantenere calma e lucidità, sarà anche possibile vincere l'automati�smo che induce ai processi di piazza.