L'augurio di Wojtyla alla sfilata dei cardinali

L'augurio di Wojtyla alla sfilata dei cardinali L'augurio di Wojtyla alla sfilata dei cardinali «Scioglierete le vele nel terzo millennio» Marco Tosatt! CIHA DEL VATICANO Piazza San Pietro non ha mai visto tanto rosso, rosso porpora. A quaran�taquattro nuovi cardinali Giovanni Paolo n ha consegnato la «berretta» di fronte a decine di migliaia di amici, parenti e fedeli che sottolineavano con cori e battimani i punti salienti della cerimonia. Una grande festa popolare, dove a fronte del calore della tifoseria» sudamericana non hanno sfigurato nell'applausometro né i torinesi di Poletto, né i casertani di Sepe o i bresciani di Giovanni Battista Re, uno dei collaboratori più stretti del Pontefice, sorridente nel momento in cui si inginocchiava per ricevere il «Titulus», la berretta, e l'abbraccio rituale. Come primo dei nuovi cardinali gli è toccato in sorte di leggere un messag�gio a nome di tutti. Un augurio, e una previsione: quella di un ancora lungo regno, con un sovrano forte di spirito, e vacillante di corpo. «La testimonian�za che Vostra Santità ha dato nel corso dell'Anno Giubilare, da poco concluso, ha detto il cardinale Re fa auspicare che il Signore voglia conservarla anco�ra a lungo alla guida della Chiesa. Il Popolo di Dio ha bisogno ancora dell' esempio di dedizione di Vostra-Santi�tà, anche quando le forze fisiche dimi�nuiscono, perché contemporaneamen�te crescono il segno della paternità e la testimonianza della preghiera e della sofferenza a beneficio deDa Chiesa, mettendo in risalto che, se è importan�te il fare, lo é ancor più l'essere; e che, in fondò, è Cristo che guida la Sua Chiesa». Per l'ottava volta nel suo regno, Giovanni Paolo n ha ricordato ai neo-porporati che quel colore cos�brillante é un'impegno gravoso: «In quel rosso acceso non é forse indicato il fuoco ardente dell'amore per la Chiesa che deve alimentare in voi la prontezza, se necessario, anche alla suprema testimonianza del sangue? "Usque ad effusionem sanguinis", reci�ta la formula antica. Guardando a voi, il Popolo di Dio deve poter trovare un punto di riferimento concreto e lumi�noso». Martirio, in casi estremi; e se |no, lavoro quotidiano: «Il vostro servi�zio alla Chiesa si esprime nel prestare al Successore di Pietro la vostra assi�stenza e collaborazione per alleviarne la fatica di un ministero che si estende fino ai confini della tetra. Insieme con lui dovete essere difensori strenui della verità e custodi del patrimonio di fede e di costumi che ha la sua origine nel Vangelo. Sarete cos�guide sicure per tutti e, in primo luogo, per i iresbiteri, le persone consacrate, i airi impegnati. Il Papa conta sul vostro aiuto a servizio della comunità cristiana, che si introduce con fiducia nel terzo millennio. Quali Pastori autentici, voi | saprete essere sentinelle vigili a difesa del gregge a voi affidato». Insieme alla «berretta» (e all'anel�lo, che sarà consegnato oggi durante la messa in San Pietro) i nuovi cardinah ricevono il «titulus». All'origine i cardi�nali erano i responsabili delle chiese capitoline; adesso si sottolinea il loro radicamento nella capitale della cri�stianità affidando a ciascuno una chie�sa. Quarantaquattro sono tanti, però, ed é stato necessario creare dieci nuovi «titoli» oltre a quelli esistenti. «Voi provenite da ventisette Paesi di quattro continenti e parlate lingue diverse. Non é forse anche questo un segno della capacità che ha la Chiesa, diffusa ormai in ogni angolo del piane�ta, di comprendere popoli con tradizio�ni e linguaggi differenti per portare a tutti l'annuncio di Cristo»? Il Papa, che appariva in buona forma, sembrava anche palesemente soddisfatto per questa equilibrata iniezione di vitalità al vertice della Chiesa; anche se non è possibile non notare alcune assenze, in questa lista: personalità come il nunzio Montezemolo, per esempio, o mons. Jualian Herranz, avrebbero po�tuto far parte della schiera in rosso. Quasi totalmente in rosso: il nuovo Prefetto della Congregazione per le cause orientali, Ignace Moussa Daoud, e Lubomyr Husar erano in nero. Il primo perché patriarca, e quindi superiore di rango ai cardinah; il secondo perché preferiva vestire Tabi-. to dei monaci studiti. Il secondo pa�triarca, Stephanos E Ghattas, di Ales�sandria dei Copti, ha scelto.una via intermedia: la forma dell'abito e del copricapo era quello tradizionale del suo rito, ma il colore era rosso e oro. I momenti più commoventi della cerimonia? I pochi secondi di incontro di ciascuno con il Papa, il sorriso felice di padre Roberto Tucci, il gesuita che da diciotto anni organizza i viaggi del Papa, e che ha sempre rimpianto gli studi di teologia abbandonati per gira�re il mondo. Oppure l'emozione di Avery Dulles, magrissimo e sofferen�te, il più vecchio dei cardinah creati oggi, un gesuita americano di 83 anni. Per due volte mentre si alzava con l'aiuto del bastone, la berretta appena ricevuta gli è caduta dal capo sulle gambe del Pontefice. Giovanni Paolo II ieri in piazza San Pietro

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