Conflitto, piovono insulti al Senato di Ugo Magri

Conflitto, piovono insulti al Senato E' muro contro muro. Il Pòlo: gli emendamenti della maggioranza sono peggiorativi Conflitto, piovono insulti al Senato Ilds Villone: servi di Berlusconi. La replica: cialtrone Ugo Magri ROMA Con la tensione sul conflitto d'interessi che si taglia a fet�te, potevano mancare insulti e improperi tra i parlamenta�ri dei due schieramenti? Cer�to che no. E difatti, nella seconda giomata di discussio�ne a Palazzo Madama della tribolatissima legge, di cui sono passati in serata gli arti�coli 1 e 2, s'è registrato il classico «incidente» d'aula, con tanto di vibrate proteste e, infine, l'intervento del pre�sidente Nicola Mancino a se�dare gli animi. E' accaduto che Forza Ita�lia ha preso malissimo un intervento di Massimo Villone, presidente della Commis�sione affari costituzionah: «Voi, cari colleghi dell'opposi�zione, vi siete assoggettati a un padrone, tra i vostri ban�chi», ha alzato la voce il senatore diessino, «c'è soltan�to servitù ed anzi, per essere precisi, servaggio». Urla della senatrice «azzur�ra» Francesca ScopeUiti: «Io non sono mai stata serva di nessuno». Domenico Conte�stabile, vicepresidente del Se�nato, anche lui di Forza Ita�lia: «Siamo di fronte ad un'au�tentica cialtronata». «Preten�diamo le scuse qui e subito!» ha battuto i pugni Enrico La Loggia, capogruppo del parti�to di Berlusconi. Il clamore in aula aveva nel frattempo su�perato i decibel tollerabili da�gli umani, per cui molti sena�tori sono usciti e, strada fa�cendo, se ne son dette di santa ragione. Contro Villone è sùbito scattata la rappresaglia di tutti i gruppi parlamentari del centro-destra, sotto for�ma di lettera al Presidente del Senato, Nicola Mancino. Il quale, tuttavia, ha evitato atteggiamenti censori e alla ripresa dei lavori nel pomerig�gio ha esortato tutti, senza distinzioni, a «ricuperare il tono, la compostezza e il ri�spetto propri del dibattito parlamentare». Nel frattepipo. La Loggia era corso in via del Plebiscito per raccontare a Berlusconi gli accadimenti della mattina. Chi era presen�te al lungo colloquio esclude che nelle prossime ore possar no aprirsi spiragli nel muro contro muro, visto che secon�do il presidente dei Senatori di Forza Italia «gli emenda�ménti della maggioranza so�no efferatemente peggiorati�vi». In particolare, viene vi�sta come fumo negli occhi la scelta del gestore da parte dell'Authority, la sua irresponsabilità per eventuali scelte sbagliate, i suoi poteri di licenziare volendo i Confa�lonieri, i Galliani, gli stessi figli di Berlusconi che lavora�no nelle sue aziende... Di qui il ricorso a tutte le forme di ostruzionismo consentite dai regolamenti, che però diffìcil�mente impediranno di appro�vare il testo, come ha calcola�to il capogruppo dei Ds Gavi�no Angius, il 27 febbraio prosSimo. Che poi ci sia il tempo di varare definitivamente la leg�ge, è abbastanza improbabile. Secondo le ipotesi più accredi�tate, Ciampi potrebbe scioghere le Camere L'8 o il 9 marzo. Dunque, per completare l'ope�ra, la maggioranza sarebbe costretta agli straordinari. La determinazione non manca. come faceva capire il candida�to premier del centrosinistra ieri mattina a Radio Anch'io: «La nostra è una proposta di grandissimo equilibrio. Si di�ce», ha sostenuto Rutelli, «che le autorità indipendenti che definiscono il bZind trust debbono farlo d'intesa con le persone interessate. Non è dunque una forzatura, ma O il a o a a i. è a e e i] a�a o: di i�i, ti st le è a una soluzione tecnicamente certa, moderna e non puniti» va». Quanto al Cavaliere, iro�nizza il suo avversario, «ha cambiato idea sul conflitto d'interessi almeno tre volte, aspettiamo la quarta...». Ma perfino se non ci fosse il tempo di varare la legge in via definitiva, il centrosini�stra avrebbe interesse ad ap�provarla perlomeno in Sena�to. In questo modo fisserebbe uno standard di riferimento per cjuando riprenderanno i lavori della prossima legisla�tura. Se vincerà il centro-de�stra, e Berlusconi vorrà fare a modo suo, l'opposizione po�trà imputargli di avere legife�rato a proprio favore. Per questo divampa la battagha e restano inascoltati gli appelli del ministro Maccanico: «So�no state messe da parte le tendenze estremistiche, ora approviamo un testo nell'inte�resse della democrazia...». I| leader della Casa delle Libertà Silvio Berlusconi con il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri

Luoghi citati: La Loggia, Roma