Aziende italiane in Iran a caccia di buoni affari di Roberto Ippolito

Aziende italiane in Iran a caccia di buoni affari In 120 con Letta, sabato arriva Amato Aziende italiane in Iran a caccia di buoni affari Il nostro governo chiede a Teheran impegni precisi sui diritti umani Roberto Ippolito inviato aTEHERAN «DoranE Emrouse» in italiano «L'era di oggi», è un giornale irania�no di orientamento riformista. In prima pagina pubblica una vignetta nella quale i conservatori sono raffi�gurati come don Chisciotte che, sedu�to al contrario su un malandato cavallo, tenta un'improbabile assal�to al Parlamento incurante del popo�lo. La satira si fa strada in Iran, ma la realtà quotidiana con il perenne con�flitto tra rinnovamento e conserva�zione è dura. «L'Iran è in bilico, ci sono forti preoccupazioni per il fiituro del processo ruonnista al quale diamo tutto il nostro appoggio» dice Enrico Letta, ministro dell Industria e del Commercio Estero, impegnato in una missione economica in Iran preliminare a quella del presidente del consiglio Giuliano Amato che arriva a Teheran sabato. Le due visite consentono di avere una conoscenza diretta di un paese definito proprio in questi giorni sull'« orlo di un'esplosione» dallo stesso presidente Mohammad Khatami, protagonista del processo rifonnista. E sono il segnale più evidente «di un'attenzione senza precedenti per questo paese» come dice Letta. Con lui c'è una vera e propria offensiva di 120 aziende giunte a Teheran a caccia di affari: sull'aereo del gover�no sono saliti il presidente della Telecom Italia Roberto Colaninno e il vice presidente della Confindustria Francesco Bellotti, E c'è Alberto Fal�de che, con la sua Sondel, chiude un cpntratto da 1.200 miliardi per la costruzione di una centrale elettrica. Nonostante questo primo grosso risultato, muoversi nella caotica e inquinata Teheran non è facile a causa del fisco indecifrabile, della burocrazia invadente, degli equilibri�smi fra le aperture agli stranieri e la difesa delle produzioni locali. Ma nell'Iran segnato da forti tensioni politiche, con il contrasto tra Khata�mi e la guida spirituale» l'ajatollah Ali Khamenei, baluardo dell'integra�lismo religioso, si verificano ancora drammatiche violazioni dei diritti umani. La situazione è cos�pesante che al seminarioper la collaborazione indu�striale fra l'Italia e l'Iran, Letta ha indicato esplicitamente nella maggio�re tutela dèi diritti umani la condizio�ne indispensabile per lo sviluppo del dialogo fra i due Paesi: «Ci auguria�mo che siano compiuti passi avanti» ha affermato Letta facendo presente «che in Europa c'è molta sensibilità su questo tema)). E proprio la volon�tà di stringere rapporti economici più intensi spinge l'Iran ad aprirsi. «Le novità già avvenute e la dispo�nibilità di risorse dell'Iran grazie all'aumento del prezzo del petrolio i prodotto sono i fattori su cui faccia�mo leva per individuare i nostri spazi» dice Letta. Per sbloccare la firma dell'operazione più grossa di questi giorni, quella che coinvolge la Sondel, al ministro è toccato l'onere di svolgere «un'insolita mediazione» come racconta Falck. Facendo la spola fra la Tavanir (l'azienda elettri�ca monopolista locale) e il consorzio formato dalla Sondel al 500Zo con l'iraniana Mapna e la tedesca Dsd, il ministro ha fatto raggiungere l'accor�do sul prezzo. Prezzo che ha una particolarità: è espresso in Euro, in un'area petrolifera come questa e quindi influenzata dal dollaro. Con la costruzione della centrale, il con�sorzio guidato dalla Sondel si è aggiu�dicato la gestione per 20 anni. La Confindustria, con Bellotti ha invece lavorato per l'eliminazione di tutti gli ostacoli alla presenza delle piccole e medie imprese. Sul fronte finanziario, la Bnl ha aperto una linea di credito per oltre 200 imbardi di lire e Mediobanca per 100. Obietti�vo fondamentale è ridurre il disavan�zo commerciale dell'Italia pari a 2526 miliardi nel 2000.