Grasso: chance persa ma la caccia è ripresa

Grasso: chance persa ma la caccia è ripresa Grasso: chance persa ma la caccia è ripresa intervista Guido Ruotalo ; ; H IL procuratore di Palermo, Piero Grasso, è convinto che il caso non esi ta: «La lette�ra del generale Pa ìzzo è soltan�to la presa d'atto li un'occasio�ne perduta, une stimolo per riprendere di biona lena il lavoro di indagiie. Cosa che è avvenuta immetjiatamente, lo stesso giorno in cui ho ricevuto la lettera». Piero Grasso ] on interpreta lo sfogo del conandante del Ros come un attp d'accusa nei confronti della snuadra mobile della questura fi Palermo né tantomeno come denuncia del�la inesistenza d un coordina�mento tra forze li polizia. Il Ros dei carabinieri sape�va che ancie la polizia stava cercan lo di cattura�re Provenzaio? «Il Ros sapeva h inissimo che il soggetto La Bai )era era segui�to dalla polizia. I, dunque, non esiste il problepa della man�canza di coordii amento». Nella lettor del generale Domenico S ibato Palazzo, però, si doni noia: «L'arre�sto di La Bai )era ha vanifi�cato tale o portunità (la cattura di Provenzano, ndr)». «Il generale Pa azzo si ramma�rica che quella pista tanto pro�mettente sia rmai bruciata. Nella lettera s: parla del filone di collegamen;o La BarberaFerro». Ferro, fino a questo mo�mento, era m personaggio defilato. S( fosse rimasto sconosciut », forse.... «Non posso entrare nel merito delle indagini». Ma se, in fin dei conti, il generale Sabato Palazzo ha soltanto voluto rimar�care che l'arresto di Bene�detto Spera è stata un'oc�casione perduta, perché Provenzano è sfuggito alla cattura, che bisogno c'era di spedire ai Procuratori di Palermo e Caltanissetta una formalissima lettera? Il Ros non poteva estemare «verbalmente» quel di�sappunto? «Intanto, si tratta di una lette�ra riservata e intema. Secon�do: non era destinata a essere pubblicata. Terzo: di solito, alle lettere si risponde. Il pro�blema sorge in quanto la lette�ra segue dei canali, deviati, quelli della sua diffusione at�traverso i giornali. E ho letto cose assolutamente inesatte: non è vero che il Ros sapeva che La Barbera aveva con sé le lettere dei familiari di Proven�zano». La Procura di Palermo ha aperto un fascicolo per vio�lazione del segreto istnit�torio? «Sì». Fino a poco tempo fa la cattura di Bernardo Pro�venzano era delegata ai carabinieri. Cos'è cambia�to? Perché è intervenuta la polizia? «Se noi guardiamo alla distribu�zione dei grandi latitanti da catturare, secondo l'elenco fat�to nel 1995 dal Ministero degli Interni, la cattura del latitante Bernardo Provenzano era dele�gata alla Polizia di Stato. Ciò non impedisce che possano la�vorare alla sua cattura anche altre forze di polizia. Se un organismo ha delle piste inve�stigative buone, non vedo per�ché non le debba coltivare». In quanto Procuratore di Palermo, si sente respon�sabile delle «incompren�sioni» tra le forze di poli�zia? «No, il problema non è quello delle incomprensioni o della mancanza di coordinamento. La lettera del generale dei Ros è un invito a ripartire da subito per catturare Bernardo Proven�zano, una volta che, purtrop�po, una pista è stata bruciata». Il generale Mario Mori, ex comandante del Ros, so�stiene che le «personali�tà» di Totò Riina e di Ber�nardo Provenzano sono di�verse. Riina sarebbe stato il despota. Se è così, cos'è Bernardo Provenzano? «Condivido il giudizio di Mario Mòri. Totò Riina era un dittato�re, Provenzano è un capo porta�to al dialogo». C'è qualcuno che protegge Bernardo Provenzano? «Bernardo Provenzano conti�nua ad essere il capo di Cosa nostra. Tutte le persone che favoriscono Bernardo Proven�zano vengono arrestate. Non facciamo sconti a nessuno». Piero Grasso

Luoghi citati: Palermo