Tinebra: non vedo liti noto solo disappunto

Tinebra: non vedo liti noto solo disappunto IL PROCURATORE DI CALTANISSETTA «TANTI I SUCCESSI» Tinebra: non vedo liti noto solo disappunto intervista N ON vedo alcun intento polemico o altro. Non l'ho scritta io la lettera, e quindi la mia è una interpreta�zione soggettiva, però, ripeto, nell'iniziativa del generale Pa�lazzo non vedo nessun intento polemico ma soltanto un gros�so, disappunto per non essere riusciti a centrare un ulteriore successo nella lotta alla mafia, la cattura di Bernardo Proven�zano». Il procuratore di Caltanisset�ta, Giovanni Tinebra, destinata�rio con il procuratore di Paler�mo, Piero Grasso, della lettera riservata del comandante del Ros, il generale Sabato Palazzo, invita alla cautela, a non vede�re polemiche laddove non ci sono. E sottolinea, in una di�chiarazióne congiunta con Grasso, che «lo scambio di infor�mazioni e il coordinamento tra i due Uffici ha funzionato come non mai». Procuratore Tinebra, l'in�vito, contenuto nella lette�ra del generale Palazzo, al coordinamento tra le forze di polizia, non è la denun�cia che questo coordina�mento non c'è? «L'invito al coordinamento non è mai sgradito, anche quando c'è. A questo punto devo fare un distinguo: la disfunzione, se c'è, non riguarda il mio ufficio. Se il generale Palazzo si rivolge anche a me è soltanto perché, in sinergia con Palermo, il mio ufficio sta lavorando alla cattu�ra di Bernardo Provenzano». Dunque, se esiste il caso, questo riguarda Palermo? «Non fraintenda quel che ho detto prima. Ripeto: il coordina�mento c'è. Nel caso in cui si avanzasse una critica al manca�to coordinamento, siccome per quanto riguarda il mio Ufficio francamente funziona bene, im�magino che ci si debba rivolge�re altrove La lettera del genera�le Palazzo l'ho riletta diverse volte: pone soltanto la necessi�tà del rafforzamento del coordi�namento». E circa la pubblicazione della lettera, qual è il suo giudizio? «Sono fortemente contrariato perché la lettera è stata pubbli�cata integralmente, entrando in certi particolari la cui riser�vatezza andava garantita, per non compromettere ulterior�mente le stesse indagini finabzzate alla cattura di Provenza�no. Avrei preferito, al limite, una pubblicazione non integra�le». Dunque, procuratore*Tinebra si è sollevato un polve�rone per nulla? «A me ha dato fastidio che si sia voluto enfatizzare la mancata cattura di Bernardo Provenza�no mentre non si è voluto ricordare che il 30 gennaio scorso, a Mezzojuso, è stato catturato Benedetto Spera, un capo di Cosa nostra. Certo che il nostro è un paese proprio stra�no: ci si lamenta se non si fa nulla, si trova di che lamentar�si se si fa qualcosa di importan�te. C'è qualcosa che non funzio�na, nel nostro paese». Procuratore, lei è d'accor�do con il generale Mario Mori che sostiene che Ber�nardo Provenzano, ormai, non è più il capo dei capi di Cosa nostra, come lo era Totò Riina? «Forse il generale Mori, che è un mio caro amico e persona di grande esperienza, voleva dire che comincia a preparare il delfino o i delfini che lo sostituiranno.al vertice dell'organizza�zione. Non credo di poter dire che Bernardo Provenzano non sia più il capo di Cosa nostra. Avvicinandosi, sia pure all'oriz�zonte, il momento in cui si metterà a riposo, se non riusci�remo a catturarlo prima, Ber�nardo Provenzano comincia a preparare la sua successione. Questo avrà voluto dire il gene�rale Mori». È ottimista sulla cattura di «zu' Binnu»? «Lo sono. E' una speranza, non una certezza. Intendiamoci, per raggiungere questo risulta�to c'è bisogno di una ricerca che richiede molto tempo, ri�chiede un grosso dispendio di uomini e di forze, economiche e tecnologiche». . Ma fino a ieri c'è stato chi anche il capitano Ultimo ha denunciato che in real�tà non si voleva catturare Provenzano... «Questo bisognerebbe chieder�lo al capitano Ultimo». [g. ru,l Giovanni Tinebra

Luoghi citati: Mezzojuso, Palermo, Provenza