Oggi il Concistoro, Wojtyla «ridisegna» la Chiesa di Marco Tosatti

Oggi il Concistoro, Wojtyla «ridisegna» la Chiesa Oggi il Concistoro, Wojtyla «ridisegna» la Chiesa A San Pietro i 44 nuovi cardinali Marco Tosatti CIHA DEL VATICANO Nessuno in Vaticano pensa che quel�lo di oggi sarà l'ultimo Concistoro di Giovanni Paolo II, tutt'altro; però l'emozione provocata dalla creazio�ne di un numero cos�grande di cardinali è fortissima, ed è inevitabi�le che dopo oltre ventidue anni di regno wojtyliane si ragioni guardan�do al futuro, anche se è un futuro lontano. Ipotesi e scenari rivolti a «leggere» il nuovo Sacro Collegio, per capire come gruppi e idee potreb�bero amalgamarsi. Un quadro desti�nato a mutare rapidamente: di qui alla fine dell'anno prossimo i cardinali torneranno al «tetto» di cento�venti fissato da Paolo VI. Usciranno dal numero dei votanti, fra gli altri, nomi come BogerEtchegaray, Paulo Ams, Bernardin Gantin, Dino Monduzzi, Viigilio Noè, Pio Laghi, Bosalio Castillo Lara. Anche con questi mutamenti, i rapporti di forza non dovrebbero essere molto diversi da quelli attuali: un'Europa forte di 65 elettori, seguita dall'America latina con 27; 13 l'America del Nord, l'Asia e l'Africa, e 4 l'Oceania. Che cosa è cambiato? Ne parliamo sotto pro�messa di anonimato al di là del Portone di Bronzo, con un anziano prelato, da poco andato in pensione dopo una vita spesa fra le Logge. L'impressione dominante è che l'Ita�lia, anche se non dispone più della potenza di una volta (quando oltre un terzo del Sacro Collegio nasceva nei seminari della penisola) resti il perno attorno a cui ruoteranno pro�spettive e ipotesi. «Grazie a vari fattori. In primo luogo il segretario di Stato, il cardinale Sodano. La sua popolarità e influenza in America Latina sono molto grandi, ma non solo; anche in Germania, grazie al�l'ottimo lavoro svolto dal nunzio, monsignor Lajolo». 11 nostro interlo�cutore pensa che Lehmann, il Presi�dente della Conferenza Episcopale tedesca, debba avere una qualche gratitudine per la diplomazia e il pragmatismo mostrati dal Segreta�rio di Stato, anche e non solo per la nomina a cardinale. L'Italia è popolare nelle diocesi dei paesi in sviluppo in virtù del�l'opera di aiuto svolta dalla Confe�renza Episcopale Italiana, il cui Pre�sidente è il cardinale Camillo Ruini. Una presenza che crea legami, sim�patia, dialogo; e che potrebbe con�durre a qualche forma di aggregazio�ne, nel momento in cui... Il nostro interlocutore sorride: «Credo che sbagli, chi pensa a breve termine; siamo di fronte a un papato simile a quello di Leone XIH, che se ne è andato vecchissimo, a novantatré anni». Certamente l'America Latina, negli scenari disegnati dal prelato, ha molte chances di creare un grup�po compatto, per oigoglio continen�tale: la maggioranza dei cattohci mondiali è lì, e questo potrebbe far superare .qualche differenza di schie�ramento, anche se ormai persino nel Brasile più «riottoso» le ultime nomi�ne cardinalizie sono tutte di solido stampo tradizionale. «Ma non sotto�valutiamo l'altra galassia ancora importante e centrale, l'Europa». Francia, Spagna, Germania, Belgio, Olanda punterebbero volentieri su un europeo. Nel recente passato si era fatto più volte il nome di Godfried Danneels, che insieme a quello dell'arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini era ricorrente nei «fantaconclave» mediatici degli an�ni passati. Ma l'arcivescovo di Mila�no ostenta la sua volontà di lasciare la diocesi e ritirarsi a Gerusalemme a immergersi negli studi biblici fra meno di due anni (anche se sembra difficile che Giovanni Paolo n lo lasci partire così), e nel frattempo si è parlato molto dell'arcivescovo di Genova, cardinale Dionigi Tetta�manzi, che all'ultimo Sinodo euro�peo è risultato il primo degli elètti, con 146 voti. Si è parlato del cardina�le di Vienna, Schoenbom, ma il nostro interlocutore ha qualche ri�serva: «E' molto giovane. Certo, se guardiamo in prospettiva, vediamo U calore latino americano e la simpa�tia italiana; anche perché si può pensare che africani, asiatici e norda�mericani, molto «curiah» siano sensi�bili a un'ipotesi europea, e italiana in particolare». Sono schemi brutali; che non tengono conto delle personalità di possibili «grandi elettori» che in virtù della loro personalità potrebbe�ro diventare centri di aggregazione «volanti»: per citarne solo alcuni, lo stesso Martini, i tedeschi Kasper e Lehmann, il francese Bilie, Laghi. Sembrano molto appannate, nelle parole del nostro interlocutore, le consuete e forse ormai un po' desuete categorie di «progressisti» e «conservatori»; sia perché le nomi�ne cardinahzie wojtyliane (ormai sono l'SS per cento del Sacro Colle�gio) hanno privilegiato la tradizione; sia perché i confini appaiono spesso più sfumati, rispetto a qualche anno fa: «senti personaggi notoriamente tradizionalisti esprimere posizioni di apertura inaspettate sul ruolo della donna, 0 sulla biogenetica. E non dimentichiamo che proprio il cardinale segretario di Stato sul pro�blema dei consultori per le donne che volevano abortire in Germania ha cercato di far valutare in modo giusto anche le ragioni di Leh�mann». La considerazione finale: la Chiesa italiana continuerà a giocare un ruolo centrale, anche se meno appariscente che nel passato. Nella geografìa del prossimo Conclave l'America Latina peserà di più ma il ruolo dell'Italia resta centrale Una suora osserva un abito cardinalizio esposto nella sartoria Euroclero nel pressi della Città del Vaticano