NAUFRAGIO DI UNA LEGGE NECESSARIA
NAUFRAGIO DI UNA LEGGE NECESSARIA NAUFRAGIO DI UNA LEGGE NECESSARIA Federico Geremlcca POCHISSIMI, ieri, hanno cre�duto ai «potrei arrivare a vendere le mie aziende» pronun�ciato da Silvio Berlusconi nel quadro dell'ennesimo attacco alla legge sul conflitto di interessi il cui iter è stato feticosamente rimesso in moto nell'aula del Senato. Perfino all'interno della variegata galassia Mediaset, non sono in molti ad esser convinti che il leader della Casa delle Libertà possa davvero approdare ad una cos�drastica decisione. I motivi di tanto scetticismo non sono difficili da intuire. Primo: quasi nessuno ritiene possibile che il Parlamento riesca ad approvare una qualun�que norma in materia di conflitto di interessi prima del suo sciogli�mento. Secondo: è difficilmente ipotizzabile che Berlusconi decida autonomamente di vendere le proprie aziende in assenza di una legge che lo obblighi a farlo, una volta che fosse tornato a Palazzo Chigi. Terzo: un ulteriore colpo all'ipotesi di cessione viene dalla considerazione che una vendita da effettuare in evidente stato di necessità, deprezzerebbe l'impero del Cavaliere fino al punto da rendere di fatto improponibile la ventilata cessione. Sulla base di queste considera�zioni è dunque legittimo ipotizza�re che Berlusconi stesso, in realtà, non pensi affatto a vendere in caso di vittoria elettorale. E assai più probabile, insomma, che il suo annuncio (in verità molto condi�zionato) sia una mossa tattica per rispondere agli attacchi del centro�sinistra e uscire dalle difficoltà in cui si è ritrovato da quando è ripartito il confronto sul conflitto di interessi. Una mossa, per altro, di sicura efficacia. Il messaggio che essa contiene può essere infat�ti riassunto così: mi Vogliono espropriare, ma io piuttosto ven�do. Se cos�fosse, dal prosieguo del confronto sulla legge in discussio�ne non d sarebbe da attendersi niente di buono. E intomo al naufragio di una norma comun�que indispensabile, molto dovreb�be interrogarsi anche il centrosini�stra, colpevole di aver rispolverato la questione con ingiustificabile ritardo e con una impostazione che pare puntare più a raccogliere consensi in vista del voto che ad ottenere davvero un risultato nel�le aule del Parlamento.
Persone citate: Berlusconi, Federico Geremlcca, Silvio Berlusconi
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