La crisi turca mette le di all' euro

La crisi turca mette le di all' euro Uno scontro senza precedenti sulle banche fra il presidente e il premier spinge gli investitori di Ankara a fuggire dalla loro valuta La crisi turca mette le di all' euro Borsa -lóX e la moneta unica supera quota 0,92 Luigi Grassia È stata una grande giornata quella di ieri per l'euro, compli�ci le disgrazie altrui nella forma di una crisi politico-istituziona�le in Turchia, imprevedibile co�me le sue conseguenze. La valu�ta comune dei Dodici ha chiuso a 0,9211 dollari (e 106,86 yen) sui mercati del Vecchio Conti�nente dopo aver toccato un massimo di 0,9235 nei confronti del biglietto verde. Tre le circostanze che hanno favorito questo exploit: la pri�ma è stata la corsa degli investi�tori turchi a cambiare la loro valuta in euro per sfuggire al crollo della Borsa di Istanbul (-IB^o), spaventata da un duro scontro politico tra il presidente e il premier del Paese; la secon�da è stata la massiccia vendita di dollari da parte della Banca centrale turca per sostenere il corso della valuta nazionale; e la terza è stata la chiusura dei mercati statunitensi per la festi�vità del Presidente Day, che ha ridotto il volume complessivo degli scambi di monete e perciò ha enfatizzato i primi due fatto�ri. Infine, ciliegina sulla torta per chi desidera vedere un euro più forte, la moneta unica euro�pea è stata favorita da un fatto meramente tecnico, cioè la va�langa di ordini automatici di acquisto dopo che è stata supera�ta la soglia di 0,9150 dollari. La scintilla che ha infiammato le quotazioni, comunque, è venuta dalla Turchia. La Borsa di Istanbul è crolla�ta alla notizia di imo scontro tra il presidente Ahmet Necdet Sezer e il premier Bulent Ecevit, che ha abbandonato con tutti i suoi ministri una riunione dei vertici politico-militari del Pae�se dopo un alterco con il primo. Il presidente Sezer aveva accu�sato il governo Ecevit di passivi�tà nella lotta contro la corruzio�ne, di avere ostacolato un'indagi�ne sulle banche e addirittura di «non rispettare» le leggi. Ecevit si è infuriato e ha lasciato la sala con tutto il governo ancor prima che il presidente finisse di parla�re. «Si tratta di una crisi grave, il capo dello Stato mi ha rivolto accuse usando un linguaggio sgarbato» ha detto il premier, che più tardi ha cercato, senza riuscirci, di rassicurare il Paese e i mercati con queste parole; «Non ho alcuna intenzione di dimettermi, resterò in carica per attuare il programma econo�mico». L'impegno più pressante è un incontro con il vice diretto�re del Fondo monetario intema�zionale, btanley Fischer, per illustrargli il piano turco di risana�mento economico appoggiato dall'Emi e dalla Banca mondiale con crediti per 15 miliardi di dollari. Lo scontro ha avuto riflessi sull'euro perché gli investitori turchi hanno venduto massiccia�mente lire turche in cambio di dollari ma soprattutto di euro, contribuendo alla rivalutazione della moneta europea. Per salva�re i corsi della sua moneta la Banca centrale di Ankara ha poi messo in vendita in un sol colpo 4,5 miliardi di dollari prelevati dalle sue riserve, per evitare che la svalutazione porti il tasso di inflazione già elevato a livelli intollerabili. E questa mossa ha depresso il dollaro. La Turchia, che fra l'altro aspirerebbe a entrare nell'Ue e ad adottare l'euro, è stata colpi�ta nel novembre scorso da una grave crisi finanziaria, a seguito della quale sono faUite diverse banche. Il presidente Sezer ha nominato un'autorità speciale per indagare sulle operazioni condotte da questi istituti, auto�rità, pare, sgradita a Ecevit. La stabilità politica sarebbe un prerequisito per portare avanti il piano di riforme concor�dato con l'Emi. Operazione diffi�cile se i vertici istituzionali del Paese sono impegnati a insultar�si. E intanto l'euro mette le ali. a Il presidente turco Ahmet Necdet Sezer

Persone citate: Ahmet Necdet, Ahmet Necdet Sezer, Bulent Ecevit, Ecevit, Fischer, Luigi Grassia, Sezer

Luoghi citati: Ankara, Istanbul, Turchia