Delitto del tassista, indagini su Profeta

Delitto del tassista, indagini su Profeta Delitto del tassista, indagini su Profeta La pistola è la stessa che ha ucciso l'agente immobiliare Fabio Paletti inviato a PADOVA La Iver 8Johnson cai. 32 è quella che lo ha incastrato. E che ha fatto decidere al pubbli�co ministero Paolo Fletta di indagare Michele Profeta anche per l'omicidio del tassista Pier�paolo Lissandron. Tutto il re�sto, le carte d'identità e gli assegni mihardari, i codici fiscali e l'elenco di 33 funzionari della Regione Sicilia, le troppe agende e i biglietti ferroviari, spiegheranno forse chi è vera�mente Michele Profeta. Sicura�mente una persona ammirata per la sua eleganza e, grazie al cielo per i magistrati, molto meticolosa. Quasi maniacale. C'era un «tesoro» nell'appar�tamento e nel box di via Paruta 20 a Mestre, ultimo domicilio conosciuto del serial killer di Padova, professione recupero crediti. C'era una cassaforte con dentro le mille tessere di un mosaico che i magistrati di Padova stanno cercando di rico�struire: due carte d'identità in�testate a due palermitani che verranno sentiti nei prossimi giorni, quattro codici fiscali in�testati a tre donne e un uomo, anche loro già convocati in procura. E poi l'elenco di 33 funzionari della Regione Sicilia incolonnati con cura in un fo�glio protocollo, più una serie di nomi e indirizzi annotati su svariate agende, grandi e picco�le, di pelle e di plastica, blu, rosse o nere. Nel fascicolo della questura di Padova alto quasi ima span�na «Oggetto: indagine relativa al serial killer» c'è la vera storia di Michele Profeta, uomo dalle troppe vite, con ima cer�tezza annotata su carta. Magari sulla pagina di un calendario, febbraio 2001, dove per ogni giorno del mese c'è una sequen�za numerica al momento incom�prensibile: 8-8-6-4-8-8... o sul ritaglio di giornale, Corriere della Sera 15 settembre '98, pagina di cronaca nazionale, dove si dà notizia dell'omicidio di Salvato�re Ferrante, falegname e miliar�dario al Totogol, ammazzato non si sa ancora da chi. Il ricordo di un altro omicidio del tornitore? E quel puntino sulla guida di Verona, accanto ad un'agenzia immobiliare di Elbezzo, vuol dire che Michele Profeta era pronto ad uccidere ancora? E perché teneva in casa ima rice�vuta di un hotel di Venezia, 3 stelle, 140 mila la singola, 200 la doppia? Lui che aveva una casa a Mestre, meno di 10 chilometri. Naturalmente nel tesoro di profeta c'è il cellulare, Motorola modello Star Tac più una decina di schede Gsm, 0333.4407... più le schede Tele�com usate per chiamare le agen�zie immobihari e il fratello a Palermo, dalla cabina telefoni�ca di piazza Giacomazzi a Marghera, la prima traccia che ha portato al suo arresto. Poi ci sono gli assegni. Uno da 490 milioni, l'altro da 500. Entrambi della Banca del Sud, Agenzia n. 1, via Aquileia 3/a Palermo. Sono stati emessi dal conto corrente n. 75/0111400P. Niente di importante, ha rispo�sto Profeta nei due interrogato�ri: «Vecchie fidejussioni, storie di venti anni fa...». Mica male per imo che guadagnava fino a pochi giorni fa 30 mila al giorno mettendo volantini pubblicitari nelle caselle della posta per la Saro Spa, uffici a 50 metri da dove è stato ammazzato il tassi�sta Lissandron. Poi ci sono sei bighetti ferro�viari sulla tratta Venezia-Mila�no. E gli inquirenti stanno veri�ficando se le date coincidono con la prima lettera del tornito�re, quella in cui chiedeva 12 miliardi e iniziava con «Questo è un ricatto». La lettera risulta imbucata a Milano, il 9 gennaio scorso. E c'è il quaderno a righe, con la carta molto simile a quella usata per mandare i tre messaggi. Sui fogli si vedono ancora le tracce di uno scritto. Forse le minacce. E sarebbe il bis dell'operazione che ha porta�to in carcere Abel e Furlan, i due di Ludwig, incastrati da un taccuino. Ci vorranno le perizie, per accertarlo. Come quelle sul Dna lasciato dalla saliva di chi ha chiuso le lettere. Poche gocce della prima esaminata dagli esperti della Procura di Milano. Molte di più, nella lettera lascia�ta accanto al cadavere di Wil�liam Boscolo. Si farà un inciden�te probatorio, ma non hanno fretta i magistrati padovani. Non più, adesso che Michele Profeta è in carcere. I magistrati, ma oramai sem�bra quasi un di più, aspettano l'esito delle analisi di una mez�za impronta digitale laterale sui vetri del taxi «Pisa 14». E oggi incaricheranno il perito genove�se Luciano Cavenago di esami�nare la pistola sequestrata. Qua�si un prò forma. Visto che solo guardando i frammenti di pro�iettili, il docente di Balistica forense si era già sbilanciato: «Potrebbero essere stati sparati da una Iver 8-Johnson, costrui�ta negli Usa negli Anni 20, calibro 32». Nell'appartamento trovati quattro codici fiscali e due carte d'identità Il mistero di una ricevuta d'albergo e dei biglietti di treno Il corpo di Walter Boscolo viene portato via dal luogo del delitto