BELLOTTO La vita nel secolo dei Lumi

BELLOTTO La vita nel secolo dei Lumi BELLOTTO La vita nel secolo dei Lumi DALLE vedute europee da Ve�nezia a Varsa�via del secon�do Canaletto, "Ber�nardo Belletto nipo�te per via materna di Antonio Canal, spira come in nes�sun altro pittore, salvo forse Wright of Derby, la grande aura del secolo dei lumi. Sotto il suo occhio grandangolare, impar�ziale distributore di ombre e di luci meridiane, acquistano pari rilievo le opere edilizie dal pa�lazzo al cascinale, la bellezza anche tecnologica della carroz�za di gala di Augusto III di Sassonia oscillante in curva sulla Piazza del Mercato Nuovo di Dresda e i mulini galleggianti sull'Adige a Verona o sulla Visto�la a Varsavia: ricordando che i millwrights, i «costruttori di mulini», furono i primi ingegne�ri della rivoluzione industriale inglese. Lungo il percorso delle 50 LA M,' DSETTMarc Vedute e Capricci ci sembra di rivedere l'esordio del fin troppo intelligente film di Scola sul taglio traumatico fra vecchio e ' nuovo della fuga di Luigi XVI a Varennes, con il teatrino-lanter�na magica del Mondo Nuovo illustrato da Jannacci. Per l'Eu�ropa del '700 faticosamente emergente dalle guerre di reli�gione che, come quella dopo l'anno Mille con le sue «bianche cattedrali» cantate da Le Corbusier, si ricopriva di regge, palaz�zi e nuovi quartieri fra assoluti�smo, illuminismo e pragmati�smo mercantilistico, Venezia prima di Roma era il faro e la gran fabbrica di pittura, con la decorazione di Giambattista Tiepolo e l'industria delle vedu�te, cibo prelibato per le mense estetiche dei lord inglesi e dei marescialli tedeschi. Bellotto STRA LLA MANA Rosei ebbe la buona sorte di esordire nel cuo�re maturo del feno�meno intorno al 1740, quando lo zio aveva già conferito il massimo di luce solare allo spazio «oggettivo» della ca�mera ottica nelle vedute vene�ziane per il Duca di Bedford e nelle acqueforti in corso d'ope�ra dell'album per il Console Smith. Ma a questa buona sorte aggiunse la Virtù di nascere già armato da quella magia di luci e di spazi calibrati al millimetro dello zio come Minerva dalla testa di Giove. Ne sono prova le vedute veneziane dei primi an�ni '40 su cui è ancora aperta la discussione attributiva fra lo zio maestro e il nipote allievo e collaboratore. Subito, o assai presto, gli è peculiare una luce più fredda, più «nordica», con ombre fonde, nette e luci raden�ti su intonaci pullulanti di una vita cromatica ancora più minu�ziosa e matericamente illusoria di quella del Canal, le une e le altre-fondamentali per l'orga�nizzazione dello spazio. i La sinfonia in grigio e bruno rosato di intonaci e coppi sui ritmi stereometrici dei tetti «po�veri» della Chiusa di Dolo, con i coerenti personaggi di popolo al posto delle gentildonne con l'ombrellino cinese e dei genti�luomini in visita, sotto un cielo pallido sul Brenta perlaceo, con una gondola smarritasi nell'en�troterra, propone già una chia�ra distinzione, anzi un'alternati�va al modello dello zio all'Ashmolean Museum di Oxford,che pure è uno dei suoi capolavori. Per giungere alla piena di�stinzione e all'acquisizione di una vera cittadinanza nell'Euro�pa modema era necessario il distacco anche fisico, geografi�co, dalla serialità veneziana, dagli standard visivi delle sue fabbriche maggiori e minori e dai suoi canali. Ed ecco il diver�so cielo, le diverse luci lombar�de di Vaprìo d'Adda, le mirabili forme rustiche immerse nel ver�de della Gazzada di Varese, prototipo .per l'BOO di Giuseppe Canella e dell'Inganni (ma le schede del catalogo Electa e la bibliografia generale ignorano Zeri e i due Villaggi lombardi da lui pubblicati nel 1976). E il gran respiro di ombre, luci e riflessi sul retro di Palazzo Reale, il Bastion Verde e la prateria estramurana a Torino, su Castelvecchio e il Ponte Scali�gero sull'Adda a Verona. Sono mirabili poemi ottici sulle diagonali che preludono alle colossali vedute di Dresda al di là dell'Elba dipinte a partire dal 1747 per Augusto III di Sassonia.e Polonia e replicate per il primo ministro conte Brùhl. Altre forme e altra cultura, illuministica, rispetto alle «mac�chiette» delle vedute veneziane del Canal e di Guardi, pur nascenti da note sul reale come testimoniano i quaderni di dise�gni. Qui pulsa per scelta coscien�te e volontaria,concettuale quanto dimensionale, la vita urbana di Dresda, di Vienna, di Varsavia e quella rurale sulle stupende praterie di Pirna, con il loro incrociarsi protoromanti�co di punti di vista fra colle e piano, e di Wilanòw presso Varsavia. Carrozze principe�sche e carri da trasporto, merca�ti e parate militari su cui si protende l'ombra di Federico di Prussia, gran moda alla france�se nei parchi di Maria Teresa e costumi turcheschi dei magnati polacchi e pitocchi che rimanda�no alla realtà del Ceruti: è la vita dell'Europa dei lumi stam�pata sulle tavole deWEncyclopédie. AL MUSEO CORRER DI VENEZIA IN CINQUANTA CAPRICCI E VEDUTE RISPLENDE IL GENIO DI UN MAESTRO DEL '700 IMPARZIALE DISTRIBUTORE DI OMBRE E DI LUCI MERIDIANE LA MOSTRA ,' DELLA SETTIMANA Marco Rosei Bernardo Bellotto 1722-1780 Venezia, Museo Correr Orario 9-19 Fino al 27 giugno «La Kreuzkirche a Dresda», nella veduta che Bernardo Belletto realizzò tra il 1751 e il 1752