Chàteaux assediati dai maghi del barolo

Chàteaux assediati dai maghi del barolo Chàteaux assediati dai maghi del barolo A marzo al Salon des Grands Vins di Parigi: ma la battaglia inizia già luned�in Germania per concludersi con il Vinality di Verona Carlo Petrin�i A primavera del vino europeo si apre luned�prossimo, a BerliL. no, con un appuntamento giun�to quest'anno alla settima edi�zione. E' la presentazione dell'edi�zione tedesca di "Vini d'Italia", edita nel nostro paese da Slow Food e dal Gambero Rosso e, in Germania, per i tipi della Hallwag. L'avvenimento, va da sé, non può essere ridotto alla stregua di un semplice vemissage tipografico, e non solo per le degustazioni di Tre Bicchieri che accompagneranno la presentazione della guida. Quest'ul�tima, infatti, che in Italia supera le ottantamila copie, ha seguito e sti�molato, in torra tedesca, un interes�se crescente per i nostri vini, e promette quest'anno tirature che sfioreranno le trentamila copie. Già da questi dati si capisce quanto siano lontani gli anni in cui l'enolo�gia nostrana bazzicava ai mai^ini del mercato europeo, trattata in modo subalterno alla grandeur tran�salpina. Oggi, ridotte le produzioni e incrementata la qualità dei nostri vini, il "made in Italy" di cui un tempo ci fregiavamo solo per le grandi firme della moda è diventa�to un marchio appetibile anche sulle etichette delle bottiglie: pro�messa di eccellenza e veicolo pubbli�citario di una terra che, fra mille ricchezze, mette sul piatto anche le sue vigne, e gli uomini che se ne occupano. Marzo, poi, sarà la volta del ProWein di Dusseldorf (4-6 marzo), dove gli italiani saranno presenti in massa e, la settimana successiva, del Salon des Grands Vins di Parigi, organizzato da "Le Figaro" e da "La revue du vin de France". Il Salon, unica manifestazione francese che si pone l'obiettivo di educare il pubblico alla degustazione e alla scoperta delle produzioni straniere, ospiterà quest'anno una ventina di produttori piemontesi. Così, i grandi barohsti di Langa e i maghi del Barbaresco si affianche�ranno, finalmente senza sudditan�za psicologica, ai mostri sacri degli Chàteaux di Bordeaux, dei Domaines della Bourgogne e degli Cham�pagne. Come si vede l'aria è cambiata: Altare, Clerico, Scavino, La Spinet�ta sono etichette che, accanto a quelle veterane di Bartolo Mascarello, Angelo Gaja, Bruno Giacosa, i fratelli Ceretto e ai nomi storici del Chianti e del Brunello, suscitano emozione anche sul palato degli europei e, perfino di più, su quello degli americani. Se ancora non ba�stassero gli esempi proposti, è suffi�ciente immaginare l'impatto, anche massmediatico, che avranno le due manifestazioni enoiche più impor�tanti d'Italia e d'Europa: il Vinitaly di Verona del 5-9 aprile e il Vinexpo di Bordeaux, del 17-21 giugno, dove Slow Food è invitata a proporre i suoi consolidati Laboratori del Gu�sto questa volta sugli abbinamenti intemazionali vino-cibo. Rimane il mercato inglese, ric�co e sciovinista, che continua a domandare e premiare i vini del Nuovo Mondo (Cile, California, ma anche Australia e Sud Africa): ma non si rintracciano, nella sto�ria, momenti altrettanto floridi e promettenti per l'enologia del Bel Paese. Non è questa l'ora di dimen�ticarci che, a questi successi, ci ha portato la via maestra della quali�tà e della tipicità. Paola Gho

Persone citate: Altare, Angelo Gaja, Bartolo Mascarel, Bruno Giacosa, Ceretto, Clerico, Marzo, Paola Gho, Scavino