GIGANTI AL BIVIO di Luca De Biase
GIGANTI AL BIVIO CON IL COPYRIGHT SU INTERNET GIGANTI AL BIVIO Luca De Biase POSITIVI o negativi, i commenti alla recente direttiva europea sul copyright in internet sono concordi su un puntò segnalato sulla Stampa da Luciano Gallino: è una soluzione di compromesso tra chi voleva l'introduzione di norme molto restrittive e chi voleva la massima libertà d'azione per gli internettiani. I primi volevano avvicinarsi alla perfetta tutela dei diritti di autori e editori e chiedevano regole che rendessero difficili anche le copie a uso privato e il loro scambio tra amici. Gli altri spingevano perché'le maglie fossero ben più larghe. Alla fine è venuta fuori una soluzione a metà che non è neppure male: si possono fare copie e regalarle agli amici, dunque anche scambiarle online, ma non si può costruire un business su questo scambio. Se ne deduce che, probabilmente, un software come Napster o, meglio, Gnutella, potrebbe esistere, a patto che fosse totalmente gratuito e non producesse ricchezza per i suoi realizzatori o distributori. Se l'interpretazione fosse corretta, si tratterebbe di un'apertura non da poco per i sostenitori della musica gratis che possono trovare migliaia di modi per scambiarsi i brani online. Da notare, peraltro, le forme di aggregazione degli interessi che hanno portato alla costituzione delle due lobby contrapposte. I più duri «regolatori» erano i discografici, i produttori di film, le case di software e molti artisti e autori. I «libertari» erano i produttori di elettronica di consumo, i provider di accesso a Internet e le compagnie di telecomunicazioni. Il che si spiega facilmente: i primi guadagnano sulla protezione del diritto d'autore, i secondi sugli strumenti di riproduzione o registrazione e sulla quantità (non la qualità) dei bit che passano sulla Rete. Le conseguenze di questa battaglia tra i giganti dei contenuti e i colossi delle reti saranno di lunga durata. E porteranno chiarimenti inattesi nelle strategie di business delle grandi conglomerate dei media. Molti dovranno scegliere da che parte stare. La Philips ha deciso da diversi anni: era un editore con la Polygram e contemporaneamente un produttore di elettronica di consumo. Ha finito col vendere la sua proprietà di maggior redditività, la Polygram appunto, sciogliendo il conflitto di interessi interno. Che faranno gli altri giganti con una doppia personalità? Probabilmente, faranno errori. Poi sceglieranno. Steve Ballmer, leader della Microsoft, si dice ben contento dell'acquisizione di Time Watner da parte di America Online: «Le ha fatto perdere la fecalizzazione». Il che pare confermato dai primi segnali di mercato nel software per la messaggistica. E che cosa diventeranno i grandi portali delle società telefoniche? Probabilmente tenderanno a diventare sempre più neutri sui contenuti e si concentreranno sui servizi online: visto che per loro non conta la qualità ma la quantità del traffico di bit in Rete, favoriranno i contenuti gratuiti e i servizi a pagamento. A ben vedere, tutto questo sembrerebbe approfondire la distanza strategica tra due grandi italiane che appartengono allo stesso gruppo: Telecom e Seat, il cui interesse ai diritti sui contenuti e alla loro qualità dovrebbe aumentare con l'acquisizione di Tmc.
Persone citate: Luciano Gallino, Steve Ballmer
Luoghi citati: America
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