Sul killer l'ombra di un assassinio a Palermo

Sul killer l'ombra di un assassinio a Palermo Sul killer l'ombra di un assassinio a Palermo In un ritaglio in casa la morte del falegname vincitore al Totogol inviato a PADOVA Ritagli di giornali, storie di omicidi. Un archivio ordinato in una cartellina è stato ritro�vato in casa del presunto killer di Padova, Michele Pro�feta. Ora gli investigatori vo�gliono capire se Profeta c'en�tri con quegli omicidi, alcuni avvenuti in Lombardia, altri in Veneto. Ma è soprattutto un omicidio palermitano quel�lo sul quale è appuntata l'at�tenzione degli investigatori. Il ritaglio di giornale trova�to a casa Profeta riguarda l'assassinio, avvenuto tra il 13 e 14 settembre '98, di un falegname incensurato: Salva�tore Ferrante, 58 anni. Un caso giuudiziario non risolto. Perché Profeta, che è un paler�mitano trapiantato in Veneto, conservava quel ritaglio? Salvatore Ferrante era di�ventato famoso quando la fortuna lo baciò: era il 6 novembre '95 e il falegname raggiunse un record, la più alta vincita al Totogol (tre miliardi e 243 milioni). Le indagini non portarono ad alcun risultato. Si disse che, forse. Cosa nostra chiese al vincitore una parte della vin�cita. Ora anche per Palermo si riapre il caso: spunti investi�gativi per i prossimi giorni. Nell'archivio sequestrato a Profeta c'è anche il caso del�l'omicidio del conte Renato Perocco, ucciso con tre colpi sparati a bruciapelo da una pistola calibro 7,65, il 14 gennaio scorso, a Jesolo. Ma gli investigatori di Padova non danno molto credito al�l'ipotesi di un suo coinvolgi�mento in quell'omicidio. «Sia�mo solo agli inizi di un lavoro investigativo», aveva detto l'altro giorno il procuratore della Repubblica di Padova, Pietro Calogero. Domani si dovrebbe tenere l'udienza di convalida del fermo per il solo omicidio dell'agente immobiliare Wal�ter Boscolo davanti al gip Nicoletta De Nardus. E sem�pre tra domani e dopodomani il perito balistico nominato dai sostituti procuratori di Padova dovrebbe ritirare le tre pistole sequestrate a Pro�feta, per avere la conferma che a sparare contro il tassi�sta e contro l'agente immobi�liare è stato lo stesso Profeta. «Ho il cuore un po' malan�dato, ho fatto un controllo poco tempo fa e i medici mi hanno detto che sono un soggetto a rischio. Qui comun�que ho tutto quello di cui ho bisogno». Tranquillo, Miche�le Profeta, chiuso nella cella del carcere padovano Due Palazzi, sabato sera ha ricevu�to la visita dall'onorevole Filippo Ascierto, di Alleanza nazionale. Ieri si è diffusa la notizia che Profeta era stato colpito da un lieve malore. Circostanza negata dalle auto�rità carcerarie: «Il difensore di Profeta ha avuto assicura�zione dello stato di salute del suo assistito». Deve essere vero, visto che l'avvocato Elena Maltarello è rimasta nella sua Adria. Padova tira dunque un so�spiro di sollievo. L'incubo del serial killer sembra finito, o meglio: è una questione che riguarda solo gli investigatori e la giuria di una corte d'Assi�se. Oggi a Roma il capo della Mobile, Alessandro Giuliano, e gli investigatori dello Sco, il Servizio Centrale Operativo del Viminale, saranno ricevu�ti dal ministro dell'Interno, Enzo Bianco. Appena avuta la notizia del fermo di Michele Profeta, Bianco aveva espres�so il desiderio di poter abbrac�ciare il «figlio del vice questo�re Boris Giuliano» che ieri, dopo una settimana di pres�sione, si è concesso una gior�nata di meritato riposo. In attesa dell'esito della perizia balistica e di quella sul Dna (se daranno esito positivo conforteranno gli in�quirenti nel ritenere chiuso il caso del killer di Padova) gli investigatori sperano che Pro�feta maturi, in queste ore di isolamento, la decisione di liberarsi di un peso e di autoaccusarsi dei delitti. Lo sperano soprattutto per trova�re un movente, una ragione che spieghi l'uccisione di Pier�paolo Lissandron e di Walter Boscolo. [g. ru.] Trovato dagli inquirenti un archivio in una cartellina con gli articoli su omicidi avvenuti anche in Lombardia e in Veneto Tra i casi, quello della morte del conte Perocco a Jesolo Lui dalla cella: «Ho il cuore malandato, ma qui ho tutto quello di cui ho bisogno»